Israele: un Paese malato, fiancheggiato dagli Usa

artmuro

29 ottobre 2015 –  Luisa Morgantini

Il ministro della Difesa israeliano, Moshe Ya’alon, è in partenza per Washington dove incasserà, oltre ai 3,1 miliardi di dollari già messi in bilancio dal governo statunitense, un ulteriore aiuto in armi di 1 miliardo di dollari, mentre il programma di aiuti ai palestinesi subirà un calo già annunciato pari a 80 milioni di dollari.

Israele, malgrado le reiterate violazioni dei diritti umani e della legalità internazionale viene sempre giustificata e compensata dai suoi più fedeli alleati, gli Stati Uniti. Leggi tutto “Israele: un Paese malato, fiancheggiato dagli Usa”

La Soluzione “Unico Stato” c’è già!

Haaretz – Gideon Levy Oct 17, 2015 – traduzione: Gianni Lixi

Ora, più che mai, fuori dal fuoco e dalla disperazione, dobbiamo iniziare a parlare l’ultima via d’uscita: uno Stato israeliano con parità di diritti tra ebrei e arabi.

Border police check Palestinian's credit:AP
Border police check Palestinian’s credit:AP

Questa è la prova inconfutabile che la soluzione di un solo stato non si dovrebbe nemmeno prendere in considerazione: spargimento di sangue, odio e paura attualmente inondano tutto il paese. I sostenitori della soluzione dei due Stati e soprattutto coloro che non cercano una soluzione, cioè quegli israeliani che vedevano la soluzione di uno stato come un tradimento e un’ eresia, ora proclamano vittoria. “Ecco, questo è come sarà lo stato binazionale” dicono. “Sarà una sanguinosa guerra civile senza fine.”

Gli stessi argomenti di intimidazione che sono stati utilizzati per anni contro la soluzione dei due Stati (i”confini di Auschwitz”) ora vengono utilizzati per opporsi alla soluzione di un unico stato. Ora, come allora, tutto viene giudicato alla luce della attuale sconfortante realtà, e nessuno pensa che un’altra realtà sia possibile. Leggi tutto “La Soluzione “Unico Stato” c’è già!”

Un Impegno Degli Studiosi del REGNO UNITO Per i Diritti Dei Palestinesi

Guardianadvert4palestine

Come studiosi delle  università britanniche, siamo profondamente turbati dall’occupazione illegale israeliana della terra palestinese, delle intollerabili violazioni dei diritti umani che si infligge in tutti gli ambiti del popolo palestinese, e dalla sua apparente determinazione a opporsi a qualsiasi soluzione possibile.
Pertanto, rispondendo all’appello della società civile palestinese, dichiariamo che non:

  • accetteremo inviti a visitare istituzioni accademiche israeliane;
  • agiremo come arbitri in nessuno dei loro processi;
  • parteciperemo a conferenze finanziate, organizzate o sponsorizzate da loro, o comunque non collaboreremo con loro.

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Siamo sempre stati sionisti. Ecco perché abbiamo scelto di boicottare Israele.

  23 October 2015

An Israeli soldier detains a Palestinian boy during a protest in the West Bank village of Nabi Saleh in August. (Mohamad Torokman/Reuters)
Un soldato israeliano blocca un ragazzo palestinese durante una protesta nel villaggio cisgiordano di Nabi Saleh nel mese di agosto. (Mohamad Torokman / Reuters)

Steven Levitsky è un professore  presso la Harvard University. Glen Weyl è un  professore assistente di economia e diritto presso l’Università di Chicago.
Siamo sempre stati sionisti. Esattamente come per altri ebrei progressisti, il nostro sostegno a Israele si fonda su due convinzioni: la prima che uno stato fosse necessario per proteggere il nostro popolo da un ulteriore disastro; la seconda che ogni stato ebraico dovesse essere democratico, abbracciando così quei diritti universali dell’uomo che i più hanno appreso a seguito della tragica lezione che è stata la Shoah. Le misure antidemocratiche prese affinché Israele sopravvivesse, come l’occupazione della Cisgiordania e della Striscia di Gaza e la negazione dei diritti fondamentali dei palestinesi che lì vivono, pensavamo sarebbero state temporanee.

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Israele : Nell’agonia di un sogno razzista

Susan Abulhawa – 21 Ottobre 2015 

A Palestinian female protester uses a slingshot to throw stones towards Israeli security forces during clashes on October 15, 2015 in the West Bank city of Bethlehem. Israel has struggled to curb a spate of violence that has raised fears of a full-blown uprising, with more knife attacks shaking Jerusalem despite moves to set up checkpoints in Palestinian neighbourhoods and mobilise hundreds of soldiers. AFP PHOTO/ MUSA AL-SHAER
A Palestinian female protester uses a slingshot to throw stones towards Israeli security forces during clashes on October 15, 2015 in the West Bank city of Bethlehem. Israel has struggled to curb a spate of violence that has raised fears of a full-blown uprising, with more knife attacks shaking Jerusalem despite moves to set up checkpoints in Palestinian neighbourhoods and mobilise hundreds of soldiers. AFP PHOTO/ MUSA AL-SHAER

Nel 1845 il Luogotenente Colonnello George Gawler ha presentato un rapporto che illustrava la possibilità di una colonizzazione ebraica della Palestina. Gli ostacoli che prevedeva si riferivano alle risorse e alla fattibilità del convincere gli Ebrei ad immigrare in Palestina. Non si prendeva affatto in considerazione la popolazione indigena palestinese che viveva già lì da secoli.

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