Sapere che cosa accadrà alle loro famiglie non spaventa i palestinesi

Tre residenti di Jabal Mukkaber (sobborgo palestinese di Gerusalemme est, n.d.t.) sapevano che le loro case e la vita delle loro famiglie sarebbero state distrutte, eppure sono andati a Gerusalemme martedì scorso con determinazione omicida.

di Amira Hass Haaretz, 17 ottobre 2015

Palestinians inspect the home of the Abu Jamal family that was demolished by the Israeli armyAP
Palestinians inspect the home of the Abu Jamal family that was demolished by the Israeli armyAP

La mattina del 6 ottobre, quando la polizia ha fatto saltare in aria la casa di Ghassan Abu Jamal – uno degli assassini nell’attacco terroristico di novembre alla sinagoga Har Nof – a Gerusalemme est ed ha provocato gravi danni agli appartamenti di suo fratello e dei genitori, suo cugino Ala’a Abu Jamal stava a guardare.

“Ha cercato di dire ai poliziotti ‘Perché dovevate fare questo?’ ”, ricorda S., un parente. “ ‘La Corte Suprema ha approvato la demolizione della casa di Ghassan, ma ha dato ordine di evitare di danneggiare gli appartamenti vicini. Perché colpite anche la famiglia dei genitori e del fratello?’ ” Ma loro non hanno ascoltato. “Lo hanno insultato e picchiato davanti a sua moglie e a tre bambini”, ha aggiunto S.

Leggi tutto “Sapere che cosa accadrà alle loro famiglie non spaventa i palestinesi”

Cosi diversi ma così vicini?

vauroVauro Senesi  non ha mai fatto mistero delle sue idee esplicitandole in ogni occasione con le sue vignette, i suoi racconti e le azioni dirette. Sempre schierato col popolo palestinese, da ricordare la sua partecipazione alla flotilla per Gaza del luglio 2011 e i numerosi report dei suoi viaggi in Palestina.

Erri de Luca  nel 2006 con la pubblicazione di un suo articolo in risposta ad una vignetta di Enzo Apicella su Liberazione, manifesta pubblicamente, forse per la prima volta, la sua ideologia sionista a sostegno di israele. Da allora non sembra ci siano stati ripensamenti o rettifiche del suo articolo che  lo scrittore israeliano Itzhak Laor qualche giorno dopo così commentò:  Se si traducesse l’articolo uscito martedì scorso sul manifesto di Erri De Luca in ebraico e lo si facesse leggere a qualunque israeliano, questi lo identificherebbe senza dubbio come un testo tipico di un membro del Likud. Al di là della discussione ipocrita sulla parola «fame», bisognerebbe ricordare che Israele cerca di affamare i palestinesi nel tipico modo che Giorgio Agamben ha descritto nel suo «Homo Sacer», facendo appello all’«aiuto umanitario» subito dopo aver distrutto tutto.

Leggi tutto “Cosi diversi ma così vicini?”

Coltelli, bottiglie e cacciaviti contro la ferocia dell’occupante.

Una riflessione di Gianni Lixi

gianni
immagine di Abu Ayyash.

Domanda: In modo del tutto prevedibile i media censurano le parole tipo colonialismo, occupazione, apartheid, per allarmare sulle nuove forme di “violenza” da parte dei palestinesi. In che modo possiamo fare controinformazione?

Purtroppo alcune volte siamo   costretti  nostro  malgrado a leggere non solo siti sionisti ma soprattutto normalissimi giornali non di destra (chiamarli di sinistra non ce la faccio proprio). Il problema palestinese in questi giornali è, come sapete, affrontato con i consueti paradigmi della propaganda israeliana: antisemitismo, sicurezza, palestinese uguale arabo terrorista ecc. Leggi tutto “Coltelli, bottiglie e cacciaviti contro la ferocia dell’occupante.”

Ovviamente, questa è un’intifada. E’ quello che dovete sapere

12 ottobre 2015 Di Ramzy Baroud (*) Maan news

JERUSALEM - OCTOBER 10: Palestinians carry the body of Ahmad Salah who was shot dead by the Israeli army, during his funeral in Shuafat refugee camp in Jerusalem, on October 10, 2015. (Muammar Awad - Anadolu Agency)
JERUSALEM – OCTOBER 10: Palestinians carry the body of Ahmad Salah who was shot dead by the Israeli army, during his funeral in Shuafat refugee camp in Jerusalem, on October 10, 2015. (Muammar Awad – Anadolu Agency)

 Quando il mio libro “Cercando Jenin” è stato pubblicato, poco dopo il massacro israeliano nel campo di rifugiati di Jenin nel 2002, mi sono state ripetutamente poste delle domande dai media e da molti lettori per aver attribuito il termine “massacro” a quello che Israele aveva dipinto come una legittima battaglia contro i terroristi che si trovavano nel campo. Le domande intendevano spostare il discorso dalla discussione relativa a possibili crimini di guerra ad una disputa tecnica sull’uso del linguaggio. A loro importava poco la prova delle violazioni dei diritti umani da parte di Israele. Leggi tutto “Ovviamente, questa è un’intifada. E’ quello che dovete sapere”

Sosteniamo la Palestina

arti16ottRicordiamo entrambi gli appuntamenti per Venerdì e Sabato a Saint-Denis e a Parigi, mentre l’esercito israeliano continua a fare violenza sui giovani palestinesi e a demolire le  case palestinesi come rappresaglia per la rivolta.
Dall’inizio del mese di ottobre, l’IOF (Esercito di occupazione) ha ucciso 32 palestinesi, la maggior parte di loro molto giovani e il ferito altre centinaia con di munizioni, di gomma o gas lacrimogeni altamente tossici.

Sette israeliani sono stati uccisi in questo periodo, tra cui coloni e soldati.

 Venerdì 16 ottobre a Saint-Denis

Il comune di Saint-Denis annuncia che Venerdì sarà issata la bandiera dello Stato di Palestina.

In questa occasione è previsto un presidio alle 18.30 questo 16 ottobre. Venite numerosi e numerosi, con la vostra determinazione con la tua kefiah, la vostra solidarietà, le vostre bandiere. Leggi tutto “Sosteniamo la Palestina”