Ferimenti di israeliani a Gerusalemme, sale a 26 bilancio palestinesi uccisi

della redazione di Nena News

 

paleucciso

Roma, 12 ottobre 2015, Nena News – Sono trascorse quasi due settimane dal primo ottobre, il giovedì che ha riacceso le tensioni concrete tra palestinesi e israeliani. Tensioni latenti di cui oggi il mondo si accorge perché si mostrano sotto forma di coltelli e di omicidi sommari. In prima linea ci sono gli adolescenti: dei 25 morti palestinesi in 12 giorni la stragrande maggioranza è minorenne, tutti hanno meno di 30 anni. Un massacro a cui si aggiungono i 4 morti israeliani, uccisi proprio giovedì primo ottobre.

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Gli stimoli di Francesco e l’intifada dell’informazione.

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L’amico Francesco Giordano scrive sulla sua pagina Facebook:

“La Turchia, l’Arabia Saudita, Israele, l’Egitto possono compiere ogni sorta di crimine verso i propri cittadini o verso altri popoli, ma vengono giustificati e coccolati dalle potenze occidentali. La sinistra, o quello che è rimasto della sinistra ha timore di dire chiaramente che i popoli hanno diritto alla resistenza, in ogni modo possibile.  Che vergogna!”

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Per i palestinesi tutte le opzioni in campo sono egualmente terribili

La grande maggioranza dei palestinesi non partecipa agli scontri e nemmeno cerca di fermarli; desidera un cambiamento, ma ne ha anche paura.

di Amira Hass, Haaretz 9 ottobre 2015

Palestinian protester is seen during clashes with Israeli troops near the Jewish settlement of Bet El, near the West Bank city of Ramallah October 8, 2015. Reuters
Palestinian protester is seen during clashes with Israeli troops near the Jewish settlement of Bet El, near the West Bank city of Ramallah October 8, 2015. Reuters

Colonne di fumo di pneumatici bruciati, uomini mascherati nascosti dietro cassonetti rovesciati, ambulanze in attesa, rumori di spari lontani e decine di persone che stanno a guardare nelle vicinanze. Non ci sono donne. E’ la strada verso il checkpoint di Beit El all’entrata est di Ramallah e El Bireh. Gli astanti non possono vedere i soldati perché due case nel campo davanti al posto di blocco impediscono la visuale.

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Persino Gandhi capirebbe la violenza palestinese

L’ingiustizia può continuare ancora per molti anni. Perché? Perché Israele è più forte che mai e l’Occidente gli permette di scatenarsi.

di Gideon Levy Haaretz – 9 ottobre 2015

An Israeli police officer fires tear gas during clashes with Palestinian stone-throwers in the East Jerusalem neighbourhood of Isawiyah, October 4, 2015. Reuters
An Israeli police officer fires tear gas during clashes with Palestinian stone-throwers in the East Jerusalem neighbourhood of Isawiyah, October 4, 2015. Reuters

Attraverso la nebbia del senso di superiorità, della propaganda dei media, dell’istigazione, della disattenzione, del lavaggio del cervello e della vittimizzazione degli ultimi giorni, ritorna pienamente d’attualità la semplice domanda: chi ha ragione?

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I motivi della rabbia palestinese

Palestinesi lanciano pietre contro la polizia israeliana durante gli scontri a Shuafat, un quartiere arabo di Gerusalemme, il 5 ottobre 2015. (Ammar Awad, Reuters/Contrasto)
Palestinesi lanciano pietre contro la polizia israeliana durante gli scontri a Shuafat, un quartiere arabo di Gerusalemme, il 5 ottobre 2015. (Ammar Awad, Reuters/Contrasto)

08 OTT 201517.39  

Dopo la propaganda mediatica, l’istigazione alla violenza, la follia, il lavaggio del cervello e il vittimismo degli scorsi giorni, la domanda più semplice riemerge con tutta la sua forza: chi ha ragione?

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