Come l’antisemitismo ha aiutato Israele a capovolgere il voto sul boicottaggio a Reykjavik

Ali Abunimah attivista e sostenitore BDS – 28 set 2015 – Rev. Marina

Finanzieri Islandesi diffondono timori che i sostenitori ebrei avrebbero ritirato un progetto alberghiero vicino  alla sala concerti di Reykjavik a causa del voto del consiglio della città di boicottare i prodotti israeliani. (Bob Travis / flickr)
I finanzieri islandesi diffondono timori che i sostenitori ebrei si sarebbero ritirati da un progetto alberghiero vicino  alla sala concerti Harpa di Reykjavik perché il consiglio comunale aveva votato di  boicottare i prodotti israeliani. (Bob Travis/Flickr)

Il 15 settembre, quando il consiglio comunale di Reykjavík  ha votato di boicottare tutti i prodotti israeliani, Israele e i suoi gruppi di pressione si sono affrettati a gridare all’antisemitismo.
La loro reazione alla decisione della capitale dell’Islanda ha seguito il copione standard verso il crescente movimento per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni (BDS): ogni critica ad Israele è interpretata come  odio verso gli ebrei, anziché, per esempio, supportata dalle montagne di prove dei crimini  di guerra israeliani contro i palestinesi.

In realtà non è stato un pregiudizio antiebraico a motivare il boicottaggio. Piuttosto è stata la classica sensazione di seminare una paura antisemita che ha contribuito a far fare una retromarcia dettata dal panico, appena una settimana dopo le prime dichiarazioni.

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Provvedimenti disciplinari agli ufficiali palestinesi dopo il video delle percosse.

Archivio – Da Associated Press | Ramallah, West Bank occupata

Lunedi, 21 settembre il 2015

Palestinian security forces march, as they mark the 50th anniversary of the Fatah movement in the West Bank city of Ramallah, Wednesday, Dec. 31, 2014. (AP Photo/Majdi Mohammed)
Palestinian security forces march, as they mark the 50th anniversary of the Fatah movement in the West Bank city of Ramallah, Wednesday, Dec. 31, 2014. (AP Photo/Majdi Mohammed)

Le forze di sicurezza palestinesi hanno emesso provvedimenti disciplinari per gli otto agenti che Domenica  sono stati ripresi in un video dopo un raduno di giovani.

Venerdì (18 settembre) Le forze di sicurezza impedivano a decine di manifestanti di raggiungere un checkpoint israeliano vicino alla città cisgiordana di Betlemme. Il video mostrava manifestanti che lanciavano pietre e bottiglie e poi parecchi ufficiali che picchiano il ragazzo.

Le forze di sicurezza nazionale hanno riferito che quattro comandanti sono stati sospesi dalle loro funzioni e dovranno affrontare “provvedimenti disciplinari”. Altri quattro agenti sono stati condannati a tre mesi di prigione.

Il video del pestaggio circolato ampiamente sui social media  ha suscitato le critiche della leadership palestinese e chiede di punire i responsabili. Domenica, decine di manifestanti si sono riuniti fuori dalla stazione delle forze di sicurezza a Betlemme e hanno lanciato pietre, secondo la forza di sicurezza ferendo nove agenti.

Le Forze di sicurezza palestinesi hanno poteri limitati in Cisgiordania, ma  spesso hanno il compito di controllare i manifestanti nelle zone in cui operano.

Inoltre Domenica, Israele ha collocato una batteria di  razzi di difesa Iron Dome nella città meridionale di Sderot, dove un razzo lanciato da Gaza è esploso Venerdì, danneggiando una casa e un autobus.

Di recente sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme, città santa per ebrei e musulmani, le tensioni tra palestinesi e israeliani sono alte, scontri tra manifestanti palestinesi e polizia sono scoppiati a Gerusalemme e diversi razzi sono stati sparati da Gaza.
Ultimo aggiornamento: Lunedi 21 settembre il 2015 KSA 0:16 – 21:16 GMT

fonte: http://english.alarabiya.net/en/News/middle-east/2015/09/21/Palestinian-officers-disciplined-after-video-of-beating.html

Israele sospende l’ufficiale presente all’assalto dei giornalisti di AFP in Cisgiordania

Domenica 27 Settembre 2015 08.30 BST

Le riprese video mostrano i soldati israeliani che venerdì hanno aggredito i  giornalisti e distrutto le loro attrezzature fotografiche in Cisgiordania.

Per visionare il video: Link to video.

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L’esercito ha riferito che è stato sospeso l’ufficiale responsabile dell’incidente  in Cisgiordania che ha visto i soldati assaltare due giornalisti dell’Agence France-Presse (AFP), prendere le loro attrezzature e distruggerle.

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Antisemita a chi? Se la destra gioca sporco sulla Shoah


di Moni Ovadia – l’Unità, 3 febbraio 2012

fiammaVi è mai capitato di sentirvi dare dell’antisemita? A Vauro è capitato. A me, ebreo che ha dedicato una parte significativa della propria vita al pensiero ebraico e ai suoi valori, è capitato. Mi è capitato anche di sentirmi dare del nemico del popolo ebraico solo per aver espresso opinioni aspramente critiche nei confronti del governo israeliano per la politica di occupazione e di colonizzazione delle terre palestinesi. Avete idea di come ci si possa sentire? Forse voi non lo sapete ma io sì, non solo e non tanto perché sono ebreo, ma perché, come Vauro, in ogni fibra del mio corpo e della mia mente, esprimo ripulsa per qualsivoglia forma di razzismo o di xenofobia. Per questa ragione so come si deve essere sentito Vauro quando si è sentito infamare con l’accusa di essere antisemita.

L’accusa è nata a scoppio ritardato a seguito di una vignetta in cui il mirabile disegnatore ritraeva una nota giornalista e parlamentare italiana ebrea, Fiamma Nierenstein, come una specie di Frankenstein fricchettona in gonnella, con un abitino stazzonato su cui esibisce alcuni badge di partiti politici – e specificamente Pdl e Forza Nuova – e una stella di Davide. La vignetta intendeva stigmatizzare la disinvoltura strumentale con cui la Nierenstein, a ogni pié sospinto, offre il suo sostegno totale e acritico al governo israeliano in carica, pavesandosi talora con la bandiera dello Stato d’Israele su cui campeggia la stella a sei punte in occasione delle manifestazioni pro Nethanyahu (surrettiziamente definite pro Israele) e trovando contemporaneamente naturale, aderire ad alleanze politiche che comprendono partiti neofascisti e neonazisti. Tutto qui.

Le vignette di Vauro sono giustamente feroci, così deve essere la grande satira, ma per sostenere che quella vignetta avesse intenzioni antisemite, antiebraiche o anti israeliane tout court, bisogna essere profondamente in malafede. Il linguaggio della vignetta è trasparente e prende di mira, insieme alla signora Nierenstein, tutti coloro che fanno dell’ebraismo o delle simpatie filosemite un’ideologia politica che mira ad accreditare le destre berlusconiana e post fascista come i veri amici degli ebrei. Comunque, qualora Fiamma Nierenstein si fosse sentita autenticamente oggetto di un’aggressione antisemita – reato odioso e ripugnante – avrebbe dovuto citare Vauro in giudizio. Tuttavia, farlo sarebbe stato troppo rischioso vista la totale inconsistenza dell’addebito. Meglio cogliere la palla al balzo per dare nuova linfa al proprio furore ideologico. Un’ideologia politica che mira a separare la persecuzione degli ebrei dagli altri crimini del fascismo e che prende le distanze dai valori della Resistenza antifascista.

L’intento ultimo è quello di criminalizzare la sinistra in quanto tale, di attribuirle pulsioni antiebraiche ed antisioniste e imprimere il marchio di antisemita su qualsiasi vero oppositore del governo israeliano. Vauro è stato sottoposto ad un fuoco di fila di calunnie vergate anche da penne “indipendenti” perché è di sinistra e perché è antifascista ma soprattutto perché, agli occhi di tutti i sostenitori del governo ultrareazionario e pararazzista di Netanyahu e di Lieberman, ha commesso la grave colpa di aderire alla Freedom Flottilla con lo scopo sostenere i sacrosanti diritti del popolo palestinese.

Fra i calunniatori di Vauro si è distinto per zelo interpretativo Giuseppe Caldarola che, sul quotidiano il Riformista, lo ha accusato di avere definito nella sua vignetta Fiamma Nierenstein «una sporca ebrea». Vauro ha risposto all’infamante accusa con una denuncia per diffamazione contro Caldarola. Il tribunale ha dato ragione a Vauro condannando Caldarola al pagamento di una penale di 25000 euro per diffamazione aggravata. A questo punto apriti cielo! Si è scatenata sulla stampa e sulla rete un ondata di grottesco vittimismo contro il vignettista.

Da molti anni è in corso una perniciosa campagna ideologica che fa un uso strumentale, capzioso e persino mercantile, della Memoria e della Shoah. Esiste ormai una ricca letteratura che denuncia questa micidiale deriva e se non verrà arrestata con un grande sforzo di onestà intellettuale e di coraggio anticonformista, la memoria si trasformerà in culto della falsa coscienza e della banalità retorica. L’insulto di «antisemita» diventerà meno grave di «sciocchino».
Personalmente sono grato a Vauro per avere denunciato con la folgorante sintesi che gli è propria il marasma di stereotipi che sostiene il mediocre polverone propagandistico della nostra patetica destra «filoisraeliana» & Co.

fonte: http://temi.repubblica.it/micromega-online/calunniate-calunniate-qualcosa-restera/