L’organizzazione non profit Kerem Navot in un rapporto descrive come le zone militari chiuse hanno disegnato la mappa della regione a favore dei coloni.
di Amos Harel Haaretz, 25 settembre 2015
Di tanto in tanto, la questione dell’occupazione occupa ancora i titoli dei giornali in Israele. Una giovane donna palestinese, modestamente coperta dalla testa ai piedi, viene colpita ed uccisa da un soldato al posto di blocco di Hebron, perché avrebbe potuto avere un coltello (le fotografie da parte palestinese narrano una storia; il portavoce delle forze di difesa israeliane ne racconta un’altra);
Ali Abunimah attivista e sostenitore BDS – 28 set 2015 – Rev. Marina
Il 15 settembre, quando il consiglio comunale di Reykjavík ha votato di boicottare tutti i prodotti israeliani, Israele e i suoi gruppi di pressione si sono affrettati a gridare all’antisemitismo.
La loro reazione alla decisione della capitale dell’Islanda ha seguito il copione standard verso il crescente movimento per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni (BDS): ogni critica ad Israele è interpretata come odio verso gli ebrei, anziché, per esempio, supportata dalle montagne di prove dei crimini di guerra israeliani contro i palestinesi.
In realtà non è stato un pregiudizio antiebraico a motivare il boicottaggio. Piuttosto è stata la classica sensazione di seminare una paura antisemita che ha contribuito a far fare una retromarcia dettata dal panico, appena una settimana dopo le prime dichiarazioni.
Archivio – Da Associated Press | Ramallah, West Bank occupata
Lunedi, 21 settembre il 2015
Le forze di sicurezza palestinesi hanno emesso provvedimenti disciplinari per gli otto agenti che Domenica sono stati ripresi in un video dopo un raduno di giovani.
Venerdì (18 settembre) Le forze di sicurezza impedivano a decine di manifestanti di raggiungere un checkpoint israeliano vicino alla città cisgiordana di Betlemme. Il video mostrava manifestanti che lanciavano pietre e bottiglie e poi parecchi ufficiali che picchiano il ragazzo.
Le forze di sicurezza nazionale hanno riferito che quattro comandanti sono stati sospesi dalle loro funzioni e dovranno affrontare “provvedimenti disciplinari”. Altri quattro agenti sono stati condannati a tre mesi di prigione.
Il video del pestaggio circolato ampiamente sui social media ha suscitato le critiche della leadership palestinese e chiede di punire i responsabili. Domenica, decine di manifestanti si sono riuniti fuori dalla stazione delle forze di sicurezza a Betlemme e hanno lanciato pietre, secondo la forza di sicurezza ferendo nove agenti.
Le Forze di sicurezza palestinesi hanno poteri limitati in Cisgiordania, ma spesso hanno il compito di controllare i manifestanti nelle zone in cui operano.
Inoltre Domenica, Israele ha collocato una batteria di razzi di difesa Iron Dome nella città meridionale di Sderot, dove un razzo lanciato da Gaza è esploso Venerdì, danneggiando una casa e un autobus.
Di recente sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme, città santa per ebrei e musulmani, le tensioni tra palestinesi e israeliani sono alte, scontri tra manifestanti palestinesi e polizia sono scoppiati a Gerusalemme e diversi razzi sono stati sparati da Gaza.
Ultimo aggiornamento: Lunedi 21 settembre il 2015 KSA 0:16 – 21:16 GMT
Le riprese video mostrano i soldati israeliani che venerdì hanno aggredito i giornalisti e distrutto le loro attrezzature fotografiche in Cisgiordania.
L’esercito ha riferito che è stato sospeso l’ufficiale responsabile dell’incidente in Cisgiordania che ha visto i soldati assaltare due giornalisti dell’Agence France-Presse (AFP), prendere le loro attrezzature e distruggerle.
“Ero sul balcone di casa mia. Ho sentito urlare Saad: Aiutami. Mi hanno ucciso “, spiega Ibrahim Dawabsha in un nuovo breve documentario prodotto da Palestinian human rights group Al-Haq.
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