Centinaia di manifestanti filo-palestinesi contestano l’arrivo di Netanyahu a Londra

londra
Pro Palestine and anti Israel demonstrators protesting against the Israel’s Prime Minister Benjamin Netanyahu’s visit to Britain, in front of Downing Street in LondonAP

Sette arrestati tra anti e pro-Israele; Parlamentari laburisti: “Netanyahu deve assumersi la responsabilità per i crimini di guerra individuati dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite.” Leggi tutto “Centinaia di manifestanti filo-palestinesi contestano l’arrivo di Netanyahu a Londra”

Attacchi razzisti nei confronti degli uffici del HDP e dei curdi nelle città turche

8 settembre 2015

kurdi

Un gran numero di gruppi razzisti hanno iniziato una caccia al curdo in diverse città turche, dove sono stati attaccati, da ieri, 126 uffici del HDP (Partito Democratico del Popolo).

La polizia non ha preso provvedimenti contro gli assalitori che incolpavano l’HDP per l’attuale situazione in Turchia, senza mai menzionare il ruolo del AKP nonostante la chiara affermazione dei giorni scorsi che sosteneva che “niente di tutto ciò sarebbe successo se avessimo vinto 400 seggi nel parlamento”.

Ancora incapaci di accettare i risultati delle elezioni del giugno 7 e indicando l’HDP come il responsabile del conflitto in corso, i funzionari del governo, il presidente Recep Tayyip Erdoğan e il Primo Ministro Ahmet Davutoğlu, in primo luogo, continuano a fare dichiarazioni che provocano attacchi vendicativi contro il partito, così come contro la popolazione curda nel paese e contro il movimento armato curdo, PKK, che ha espresso numerosi appelli alla pace e ai negoziati anche dopo la fine del processo di soluzione a causa del mancato rispetto da parte dell’AKP.

Gruppi razzisti locali sono anche promossi e supportati dall’AKP che ha affrontato una grande delusione nelle ultime elezioni in cui l’HDP ha ricevuto il 13 per cento dei voti in tutto il paese, impedendo, così, all’AKP di ottenere la maggioranza assoluta.

ANKARA: molti nazionalisti estremisti hanno attaccato in grandi gruppi le sedi del HDP e BDP e i quartieri abitati prevalentemente da popolazione curda in molti distretti di Ankara la scorsa notte.

Balgat: un folto gruppo di razzisti ha attaccato il quartier generale del DBP nel distretto di Balgat, ad Ankara, lanciando pietre e scandendo slogan razzisti contro i curdi intorno alle 20:00 di ieri sera. Mentre le forze di polizia non sono intervenuta a placcare l’attacco, l’insegna del partito è stata stradicata dal gruppo. L’azione dei razzisti di fronte all’edificio DBP è durata fino alle 02:00.

Beypazarı:
 nel quartiere Beypazarı di Ankara, un altro grande gruppo ha marciato dal centro del distretto di Zafer dove vivono principalmente curdi e hanno attaccato le case e negozi dei cittadini curdi, incendiando alcune case e veicoli. Mentre il popolo curdo del quartiere ha risposto agli attacchi con l’autodifesa, il gruppo razzista ha usato armi contro i curdi, lasciando 7 persone ferite. Mentre la polizia è intervenuta sulla scena solo nelle prime ore del mattino, resta alta la tensione nel distretto. Il co-presidente della sede del HDP a Beypazarı, Abdu Öner, ha detto che, anche se la situazione è relativamente calma, alcune famiglie curde stanno lasciando il quartiere in seguito alla minaccia continua.

Tuzluçayır:
 un folto gruppo di razzisti riuniti anche nel centro della città di Ankara la scorsa notte e ha marciato nel distretto Tuzluçayır della città conosciuto come un insediamento di sinistra. Il gruppo ha tentato di entrare nei quartieri in cui popolo curdo, alevi e di sinistra vivono, intensificando i loro attacchi principalmente sul quartiere Aktaş dove molte persone curde vivono, ma hanno dovuto affrontare una forte resistenza da parte del popolo organizzato in autodifesa. Gli attacchi razzisti sono stati respinti e il gruppo razzista ha dovuto lasciare il distretto. Nel frattempo, la polizia non è intervenuta assediare gli incidenti, ma piuttosto ha accompagnato il gruppo razzista dal centro della città sino a Tuzluçayır.

Keçiören: in un altro momento, un gruppo di razzisti ha attaccato l’ufficio HDP a Keçiören rompendo le finestre e prendendo i mira l’insegna del partito. Il gruppo ha tentato di entrare nel palazzo fino a tarda notte, e ha lasciato la scena dopo aver appeso una bandiera turca sull’edificio.

MERSIN: Organizzarti attraverso i social media, un gruppo di assalitori razzisti ha prima attaccato l’edificio HDP nel distretto Erdemli di Mersin e poi le case e negozi della popolazione curda nel quartiere. Due veicoli di proprietà di cittadini curdi sono stati dati alle fiamme davanti alle forze di polizia, mentre il gruppo ha anche tentato di bruciare tre case di curdi. Mentre i vigili del fuoco e la polizia non sono intervenuta sulla scena, i razzisti hanno minacciato il popolo curdo di ucciderli.

Nel frattempo, un altro gruppo razzista ha chiuso l’autostrada tra Mersin e Antalya bloccando gli autobus appartenenti a compagnie di Amed, Van e Mardin al fine di controllare i documenti d’identità, nel tentativo di capire il popolo curdo. Gli aggressori hanno danneggiato gli autobus e anche attaccato gli autisti. Alcuni autisti che volevano far fuggire i passeggeri dalla scesa sono stati fermati dalla polizia, aprendo la strada a ulteriori attacchi sui bus.

ANTALYA: la sede del HDP nella città meridionale di Antalya è diventata anch’essa il bersaglio di gruppi razzisti turchi. Mentre cinque persone sono rimaste bloccate nell’edificio durante l’attacco, i membri del partito che arrivavano sul posto sono stati aggrediti dalla folla e dalle forze di polizia. 10 persone sono rimaste ferite negli incidenti, mentre una persona, O. Çakmak è stato gravemente ferito da un coltello dalla schiena. Çakmak rimane in condizione di pericolo di vita in ospedale dove è stato operato.

KONYA: gruppi razzisti a Konya anche attaccato gli edifici del HDP e Ronahi -der, un punto di ritrovo di studenti curdi nella città, mentre un altro gruppo ha preso di mira i lavoratori curdi nel quartiere Ilgın.

Un gruppo si è riunito nella stazione degli autobus di Konya nelle ore serali e ha marciato fino all’edificio HDP nel tentativo di appiccare le fiamme. Il gruppo ha rotto la porta per entrare nell’edificio mentre i dirigenti HDP erano all’interno. Il gruppo ha dovuto lasciare la scena dopo un intervento delle squadre di polizia. Un altro gruppo diretto a Ronahi-Der nel quartiere Karatay, con l’intento di appiccare il fuoco, prima di continuare a marciare nei quartieri dove la gente che ci vive è prevalentemente curda.

Nel quartiere Ilgın di Konya, gruppi razzisti hanno preso di mira circa 400-500 cittadini curdi, che sono venuti nel quartiere dalle città curde per lavorare nella costruzione di edifici. I lavoratori non hanno risposto agli attacchi per non infiammare maggiormente la situazione, ma sono stati costretti a difendersi quando gli attacchi sono aumentati. Due operai curdi sarebbero stati feriti negli attacchi che sono durati fino a tarda.

I lavoratori hanno chiesto di essere evacuati dal quartiere in seguito agli incidenti, ma il governatore distrettuale ha detto che sarebbe stato possibile procedere all’evacuazione solo in 3-4 giorni. I lavoratori hanno detto che non hanno percepito nessuna garanzia della loro vita, poiché sono state pressoché inesistenti le misure adottate dalle forze di sicurezza e dalle autorità interessate.

ISPARTA: un gruppo di circa duemila razzisti ha attaccato l’edificio HDP a Isparta, lasciando grande danno materiale all’interno. Il gruppo ha scaraventato a terra le sedie dentro dalle finestre e quindi appiccato le fiamme all’ufficio. Il gruppo è poi fuggito dalla scena cantando lo slogan “I martiri sono immortali, la nostra terra è indivisibile”.

MUĞLA: nella provincia occidentale di Muğla, uno studente universitario è stato attaccato da un gruppo razzista con coltelli, lasciandolo ferito in molte parti del suo corpo. Lo studente è stato portato all’ospedale pubblico Fethiye dopo l’attacco.

MALATYA: un gruppo di circa 100-150 assalitori razzisti ha tentato di incendiare l’edificio HDP a Malatya, entrando nel passaggio in cui si trova la sede del partito, e abbattendo le barriccate di ferro prima posizionate dalle forze di polizia, che hanno anche accompagnato il gruppo ad appendere le bandiere turche sull’edificio.

BALIKESIR: in un’altra città occidentale, a Balikesir, un gruppo di razzisti è entrato nell’edificio HDP e ha, prima, danneggiato l’arredamento interno, poi gettato le sedie dal balcone e quindi appiccato le fiamme all’edificio. Il gruppo si è poi disperso, mentre la polizia non è intervenuta.

İZMİR:
 gli uffici HDP nel centro di Smirne, nonché nei distretti di Bergama, Dikili, Kemalpaşa e Buca sono stati presi di mira da attacchi di folle razzisti con la scusa dell’incidente avvenuto a Dağlıca che ha causato la morte di 31 soldati, tra cui un tenente colonnello, e altri 6 feriti. Mentre gli assalitori non sono stati fermati dalla polizia nemmeno qui, i gruppi hanno fatto irruzione negli uffici HDP e bruciato le bandiere di partito, ma si sono, anche, radunate nei distretti di Selçuk e Atatürk da cui sono stati poi respinti dalle forze di autodifesa dei cittadini curdi.

EDIRNE: un gruppo di razzisti ha attaccato l’ufficio HDP di Edirne alle 03:00 del mattino. Dopo essersi incontrati di fronte all’ufficio del partito, il gruppo è entrato nell’edificio rompendo la porta e danneggiando tutto l’arredamento interno. Il gruppo ha anche issato una bandiera turca all’esterno dell’edificio.

BERGAMA: un gruppo di circa un migliaio di assalitori ha attaccato l’ufficio HDP nel distretto di Bergama a Smirne ieri sera intorno alle 03:00. Dopo essere entrati nel palazzo, il gruppo ha bruciato le bandiere HDP all’interno e ha abbattuto il cartello del partito. Il gruppo poi si è diretto verso i quartieri abitati prevalentemente da curdi avviando una provocazione, mentre le unità di polizia sono rimaste in silenzio e non hanno preso alcuna azione contro in gruppo razzista.

ESKİŞEHİR: in un altro caso, un gruppo di persone razziste accompagnati dalla polizia ha attaccato il quartier generale HDP a Eskişehir, lasciando grande danni materiali all’edificio. Il gruppo ha attaccato l’edificio con pietre e bastoni, mentre ha rotto la porta con mazze e saccheggiato i mobili dentro.

Il membro del HDP della sede di Eskişehir, Izzettin Altın, ha riferito che la polizia ha agito insieme al gruppo razzista in attacco e ha aggiunto che tutti i curdi della provincia sono in pericolo e che attacchi simili potrebbero continuare ad avvenire nel caso in cui non venissero presi seri provvedimenti.

UiKi ONLUS

Furto a mano armata: la politica dell’esercito israeliano in Cisgiordania

Il ben noto video del soldato israeliano che strangola un ragazzo di 12 anni mostra solo uno dei modi in cui l’esercito terrorizza i residenti dei villaggi palestinesi per rubare la loro terra.

 

Palestinians fight to free a Palestinian boy held by an Israeli soldier during clashes on August 28, 2015 in the West Bank village of Nabi Saleh.AFP
Palestinians fight to free a Palestinian boy held by an Israeli soldier during clashes on August 28, 2015 in the West Bank village of Nabi Saleh.AFP

Di Amira Hass, 2 settembre 2015-09-05

Il soldato che la settimana scorsa ha preso per il collo il dodicenne Mohammad Tamimi fa parte dell’organizzazione che attua e garantisce il continuo furto di terra a Nabi Saleh, utilizzando diversi metodi per terrorizzare i residenti. Non è il primo e non è l’ultimo; il furto a mano armata non è perpetrato solamente sulle terre di questo villaggio, e la sorgente d’acqua a Nabi Saleh non è la sola in Cisgiordania ad essere stata sottratta dai coloni ebrei.

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Previste proteste questa settimana a Londra per la visita di Netanyahu

Importanti leader sindacali e persone di sinistra chiedono che Israele sia sanzionato, piuttosto che accolto dal primo ministro David Cameron.

British PM David Cameron (L) and Israeli PM Benjamin Netanyahu meet in London in May 2011. Amos Ben Gershom/GPO
British PM David Cameron (L) and Israeli PM Benjamin Netanyahu meet in London in May 2011.  Credit Amos Ben Gershom/GPO

Oltre 100.000 firme nel Regno Unito per una petizione che chiede l’arresto di Netanyahu a Londra
La prevista visita del primo ministro Benjamin Netanyahu al Regno Unito questa settimana ha suscitato nel paese ospitante una tempesta . Oltre  100.000 persone hanno firmato una petizione che chiede il suo arresto per crimini di guerra ed è prevista   una grande manifestazione  a Londra in concomitanza con la visita.
Con una lettera pubblicata sul quotidiano Guardian lunedi, un gruppo di dirigenti sindacali, i parlamentari del Partito Laburista e importanti uomini di sinistra hanno invitato il primo ministro David Cameron a “imporre sanzioni immediate e un embargo sulle armi a Israele finché non ottemperi al diritto internazionale e ponga fine al blocco di Gaza e all’occupazione “.

Secondo l’appello che  include tra i firmatari  Len McCluskey dirigente sindacale, il regista Ken Loach e lo storico di origine israeliana Ilan Pappe, “Il nostro primo ministro non dovrebbe dare il benvenuto all’uomo che presiede l’occupazione israeliana e l’assedio di Gaza”.

Israele, la lettera accusa, ha creato “l’inferno” a Gaza, e tra i profughi  annegati nel Mediterraneo quest’anno c’erano palestinesi in fuga da questa situazione”.
Il governo britannico non ha risposto alla lettera, anche se in una dichiarazione pubblicata Domenica in risposta alla petizione ha detto che Netanyahu, come capo del governo in visita, avrebbe l’immunità.

Palestine Solidarity Campaign (PSC) con un comunicato ha chiesto:
“Vogliamo sapere perché David Cameron accoglie nel Regno Unito un uomo direttamente responsabile di crimini di guerra, così definiti dalle Nazioni Unite. L’ Accoglienza di Netanyahu da parte di Cameron invia un messaggio molto negativo circa l’atteggiamento del governo britannico nei confronti delle quotidiane violazioni dei diritti umani di Israele e dei crimini di guerra commessi a Gaza lo scorso anno.”
il servizio di stampa palestinese WAFA ha segnalato che manifestanti provenienti da tutto il Regno Unito si riuniranno Mercoledì a Londra  per esprimere il loro rifiuto all’accoglienza del governo di Netanyahu,.

trad. Invictapalestina

fonte. http://www.haaretz.com/news/diplomacy-defense/1.675009