La popolazione di Israele guarda queste foto e la maggioranza ne è deliziata e compiaciuta, dato che i media esaltano i suoi istinti animali.
di Gideon Levy – Haaretz 11 ottobre 2015
Una catena di esecuzioni extragiudiziarie sta attraversando il paese. E’ odiosa, barbara ed illegale ed è accompagnata dagli applausi delle masse, dall’incitamento dei media e dall’incoraggiamento delle autorità.
Gli incidenti, che hanno segnato l’escalation di violenza in Israele, nella Gerusalemme Est occupata e in Cisgiordania, inclusa l’uccisione di alcuni ebrei israeliani, non dovrebbero essere visti e considerati isolatamente. Hanno un contesto e possono essere riassunti come segue.
Tutto il mondo deve chiedere scusa per i nostri bambini, soprattutto coloro che hanno creato questo male, il cosiddetto “Israele” sulla nostra terra, la Gran Bretagna, Francia, Germania e Stati Uniti.
Questo bambino si chiamava Hasan Khaled Elmahania, aveva solo 13 anni, oggi a mezzogiorno è stato inseguito come un terrorista dai coloni sionisti attraverso le strade della colonia illegale Besgat Za’if nel territorio occupato di Gerusalemme. Il bambino scappava perché aveva paura del maledetto che lo inseguiva, mentre il maledetto urlava che il bambino aveva appena accoltellato un colone. E’ chiaro che non era vero niente, come al solito avrebbero potuto arrestare il bambino, ma no, lo vogliono morto, ci vogliono sempre morti, quindi , alcuni dell’isis, occupanti sionisti ebrei, soldati e polizia hanno aperto il fuoco contro il bambino, hanno sparato sulla sua tenera carne molte volte, il bambino non è morto in una volta, stava lottando per vivere, chiedendo aiuto, mentre tutti stavano a guardarlo morire, dicendogli in arabo e in ebraico “muori, muori figlio di puttana, muori”. Hanno avuto tutti la possibilità di salvargli la vita, ma non lo hanno fatto, sono stati immobili solo per vederlo morire, insultandolo, prendendolo a calci chiedergli di morire. Lui ha dato ascolto a loro ed è morto, non essendo venuto per vivere in questo mondo ingiusto.
Tutti questi crimini sono ancora impuniti – 12 ottobre 2015.
NOTE dell’autore del video: “il video doloroso” Un altro assassinio Gerusalemme. A me sinceramente non piace condividere video come questo, ma il mondo deve sapere della nostra sofferenza… Il giovane palestinese è stato colpito alla testa e lasciato sanguinare fino alla morte. Non hanno fatto avvicinare l’ambulanza gli infermieri fino alla sua morte. Si può anche sentire un colono ebreo in background che urla al giovani dicendo “Muori muori figlio figlio di…. muori ragazzo gay Muori, muori”. E’ Così disumano, senza morale, senza fede, solo l’odio per l’umanità e soprattutto verso gli innocenti palestinesi.”
Commento di Patrizia Cecconi.
affinché si sappia come si uccidono i bambini palestinesi, cosa che i nostri media si guardano bene dal dire, creando in tal modo un’opinione del tutto distorta di quanto avviene in Palestina e tacendo della crudeltà dei soldati israeliani. Mi spiace molto, ma la similitudine con altri soldati, conosciuti solo attraverso i film relativi alla seconda guerra mondiale, viene spontanea ed è OGGETTIVAMENTE dimostrabile in centinaia di comportamenti come quello di questo doloroso video girato di nascosto.
Forse il ragazzino agonizzante aveva accoltellato un israeliano, forse no. Ma qualunque sia stata la sua colpa sarebbe spettato a un tribunale giudicarla e punirla. Ma a Israele non interessa il diritto, Israele sta scivolando sempre più in basso rispetto al consesso civile e ormai i suoi soldati sembrano iene che girano attorno a corpi straziati in attesa di divorarli.
Se fossi israeliana mi vergognerei del mio paese. Se fossi ebrea mi appellerei a tutti gli ebrei del mondo per chiedere loro di dissociarsi dalle iene in divisa che si professano ebree e da chi le comanda. Non sono né ebrea né israeliana ma mi vergogno lo stesso del mio paese che a livello istituzionale, a partire dal primo ministro Renzi, sostiene la criminalità israeliana.
Questo video girato di straforo dimostra l’esecuzione lenta di un tredicenne, impedendo alle ambulanze, ai medici e agli infermieri di avvicinarsi. Trattato come un insetto, spostato con i piedi, sgozzato in modo non troppo dissimile dagli sgozzamenti dell’Isis, alla fine il tredicenne è morto.
Giornalisti italiani, inviati speciali, ex-amministratori cacciati con ignominia e riciclati nel giornalismo tv vi chiedo: MA NON VI VERGOGNATE NEANCHE UN PO’? Mentre assecondate Israele vi riempite l’anima di letame, ma forse ormai non ne sentite neanche più il fetore, sicuramente è stato neutralizzato dalla garanzia di un più che decoroso stipendio in cambio di un più che indecoroso servilismo.
1. Quando esci metti il tuo documento sulla camicia.
2. Quando esci non stringere nulla in mano.
3. Quando esci non indossare una giacca.
4. Non discutere sul prezzo con l’autista sionista del taxi.
5. Sefai uno starnuto non infilare una mano in tasca per prenderei fazzoletto.
6. Cerca di non sembrare un palestinese.
7. Non dimenticare di dire addio alla tua famiglia prima di uscire, potresti non tornare.
Se non segui queste istruzioni potresti essere accusato di aver tentato di accoltellare un colono sionista ed essere ucciso.
I sette punti che precedono la foto non sono ironici ma li ha scritti l’attivista palestinese Younes Arar che ci aggiorna con i suoi resoconti e fotografie. Ha scoperto che i coloni sionisti e terroristi qualche mese fa si scambiavano su Facebook le informazioni su come incendiare una casa ed essere sicuri di far morire gli abitanti nel dolore delle fiamme, adesso si scambiano le info su come uccidere legalmente un palestinese.
Basta gettare un coltello o una pistola vicino al palestinese prescelto (maschio o femmina che sia) e subito iniziare ad urlare e chiamare l’assistenza delle forze di sicurezza che non mancano in nessun luogo occupato della Palestina.
Il primo soldato che arriverà in soccorso del provocatore risponderà velocemente sparando. In questo modo ci sarà un altro morto palestinese, naturalmente la sua casa sarà distrutta e la sua famiglia diventerà senzatetto e costretta a vivere per strada.
I coloni avranno l’assistenza del governo a tutti i livelli, vincitori assoluti.
12 ottobre 2015.
La foto è di una ragazza palestinese di 15 anni, era uscita da scuola è stava tornando a casa, un colono terrorista ha iniziato a gridare e chiedere aiuto, la ragazza è stata subito circondata da una decina di persone armate tra coloni, poliziotti e soldati che hanno aperto il fuoco su di lei. Lei è ancora viva ma gravemente ferita.
Aggiornamento 17 Ottobre 2015
E’ sempre un crimine di guerra
Le forze di occupazione sioniste e personaggi vari ieri avrebbero voluto festeggiare il loro successo mediatico con una foto di Ahmad Manasra. Prima colpito più volte dal “personale di sicurezza” dell’occupante sionista tre giorni fa a Gerusalemme occupata, gravemente ferito, deriso, preso a calci, dopo diffondendo immagini con Ahmad in ospedale vivo (incatenato al suo letto), mentre un’infermiera gli dà da mangiare, con l’intenzione di dimostrare un “lato umano” nei confronti di un “terrorista”.
Omettendo che gli hanno sparato e senza raccontare la storia di suo cugino Hasan (13 anni ) che era con lui, e che è stato pure lui inseguito, investito con l’auto e picchiato a morte dopo essere stato travolto. Questa è la mentalità reale dei fascisti sionisti che occupano la Palestina. Il ferimento del 13 enne Ahmad è un crimine di guerra, l’uccisione di sul suo cugino Hasan è un crimine di guerra. I sionisti vorrebbero mostrare un volto umano ma non sono esseri umani, solo lo scorso anno circa 2500 cittadini palestinesi sono stati massacrati durante i bombardamenti di Gaza tra cui 530 bambini, e in questo mese a partire dal 1 ottobre 2015 fino ad oggi 36 cittadini palestinesi sono stati letteralmente giustiziati tra cui 10 bambini. (Dalla Pagina di Arar Yunis)
L’ escalation [di violenze] non è cominciata con l’uccisione di due coloni israeliani, è cominciata molto tempo fa ed è andata avanti per anni. Ogni giorno ci sono Palestinesi uccisi, feriti, arrestati. Ogni giorno che passa, il colonialismo avanza, l’assedio del nostro popolo a Gaza continua, oppressioni e umiliazioni si susseguono. Mentre molti oggi ci vogliono schiacciati dalle possibili conseguenze di una nuova spirale di violenza, io continuerò, come ho fatto nel 2002[1], a chiedere di occuparsi delle cause che stanno alla radice della violenza: il rifiuto della libertà ai Palestinesi.
Roma, 12 ottobre 2015, Nena News – Sono trascorse quasi due settimane dal primo ottobre, il giovedì che ha riacceso le tensioni concrete tra palestinesi e israeliani. Tensioni latenti di cui oggi il mondo si accorge perché si mostrano sotto forma di coltelli e di omicidi sommari. In prima linea ci sono gli adolescenti: dei 25 morti palestinesi in 12 giorni la stragrande maggioranza è minorenne, tutti hanno meno di 30 anni. Un massacro a cui si aggiungono i 4 morti israeliani, uccisi proprio giovedì primo ottobre.
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