L’erba dei vicini, prima parte – 16 Aprile 2016 – Invictapalestina
Giovedì è andata in onda la puntata della trasmissione dedicata a israele, L’erba dei vicini. Come denunciato in una nostra precedente pubblicazione a firma di Gianni Lixi non poteva che essere una trasmissione di supporto a israele, alle sue forme di apartheid e sicuramente di supporto alla sua propaganda. Questa Breve cronologia a dimostrazione di quanto investe lo Stato Italiano per supportare l’Hasbara israeliana. La trasmissione completa dura circa due ore, dal minuto 3,12 al minuto 5 circa si presenta con enfasi la fondazione dello stato di israele, la tecnica è molto simile a quella dell’ascesa del fascismo in Italia.
Trasmissione completa sul canale RAI3
Beppe Severgnini nonostante la sua esperienza dichiarata come corrispondente estero a Londra, Mosca, Washington DC, Europa dell’Est, Cina, Medio Oriente. Nonostante la sua nomina a Commendatore della Repubblica italiana e al titolo di Officer of the British Empire conferitogli dalla Regina Elisabetta II, ha dimostrato in modo chiaro ed inequivocabile che non sono solo i titoli e le esperienze a fare un giornalista ma soprattutto la sensibilità, che non ha minimamente dimostrato, nell’indagare tra le pieghe delle ingiustizie per cercare soluzioni, denunciare responsabilità, spiegare i fatti.
Beppe Severgnini tifoso di israele, ha manifestato tutto lo squallore del giornalismo al servizio di uno stato straniero. Qualche giorno prima della trasmissione un post di Invictapalestina sulla pagina Facebook della RAI aveva dato inizio ad una serie di oltre 300 commenti:
Gentile Beppe Severgnini il regime di Apartheid Israeliano conoscerà grazie a lei un grosso momento di propaganda e i diritti del popolo palestinese saranno un po’ più lontani dal loro riconoscimento… ma prima o dopo saranno affermati perché come disse Nelson Mandela “il mio cuore non sarà mai in pace sino a quando la Palestina non sarà liberata dall’apartheid”.
Molti attivisti si(ci) siamo sforzati di suggerire, denunciare, chiarire, come ha scritto ad esempio Gabriella Bianchini:
Parlerà anche della Palestina occupata illegalmente da Israele? Delle continue violazioni dei diritti umani? Dei prigionieri politici? Della detenzione amministrativa? Delle demolizioni continue di case palestinesi? Delle esecuzioni di giovani, colpiti e lasciati morire dissanguati? Dei 450 minori palestinesi che sono nelle carceri israeliane e che subiscono ogni tipo di violenza psicologica e fisica?
Molto più dura ed esplicita è stata Nefissa Labidi:
L’erba dei vicini(?) di Israele è morta ASSASSINATA ! Bambini Donne Anziani Giovani PALESTINESI Questi sono l’erba dei vicini dei sionisti ! “Di questa terra faremo giardini ” E ne hanno fatto CIMITERO DI INNOCENTI ! Sotto gli occhi bendati del mondo! Il vostro giornalismo è vomitevolmente COMPLICE DEI SANGUINARI! COMPLIMENTI
Altri attivisti hanno postato video e frasi di Ilan Pappé, Gideon Levy, Norman Finkelstein, Albert Einstein, Miko Peled, Vittorio Arrigoni.
Presenti su WEB anche i filoisraeliani che tra provocazioni e falsità si sono stretti intorno al conduttore con la preoccupazione che potesse fare un passo indietro, quando poi ha confermato la “sua” linea arrogante e presuntuosa si sono tranquillizzati ringraziando.
Beppe Severgnini Oppure, per qualcuno, di Israele non si deve nemmeno parlare? A quel qualcuno dico: scordatelo!
Una domanda del conduttore e la più stupida risposta data da chi è considerato il più grande esperto demografo ebraico a livello mondiale, docente all’Università Ebraica di Gerusalemme.
Trascrizione Integrale della registrazione televisiva.
Vi chiedo un’autocritica, L’errore più grande di israele in questi anni e l’errore più grande dei palestinesi.
Sergio della Pergola, demografo.
Mi permetta un po’ di storia, io nel giugno del ’67 vivevo a Gerusalemme, lei (rivolto a Paola Caridi) forse andava all’asilo, non so dove andava lei. Io ero all’inizio del mio dottorato di ricerca, ero alla casa dello studente e un giorno, erano i primi di giugno, da due chilometri alle nostre spalle dove c’era il confine, l’artiglieria giordana incomincia a sparare cannonate sulla città, noi scappiamo nel rifugio antiaereo torniamo fuori e troviamo davanti alla casa dello studente dove stavo io, un buco di cannone grande come questo tavolo, la cannoneria, ovviamente, ha fatto molti morti e feriti in città. Israele manda le sue truppe, conquista la collina che si chiama Gillo e va avanti e conquista tutta la Cisgiordania.
Tanto per capire che la guerra dei sei giorni non è stata per liberare i territori occupati da israele.
L’errore grande è stato questo: Moshe Dayan, quello con la fascia, la benda sull’occhio, il giorno dopo la vittoria militare disse questa frase “Aspettiamo la telefonata del re Husayn, quando lui ci chiama, cioè ci riconosce, noi restituiamo tutti i territori occupati, nella fattispecie la Cisgiordania.”
L’errore è stato non fare lui la telefonata, perché Husayn non ha mai fatto quella telefonata e il territorio è ancora nelle mani di israele.
La domanda a Paola Caridi sul più grande errore dei palestinesi, dopo la risposta di Sergio della Pergola è stata modificata dal “conduttore” individuando lui l’errore più grande dei palestinesi, cioè la resistenza “violenta”. Perché non hanno scelto la non violenza come gli afro americani ai tempi dei diritti civili in America, avrebbero così un sostegno enorme nel mondo mettendo israele anche in una posizione difficile… Perché non hanno mai fatto questa scelta?
Paola Caridi, giornalista.
E’ una parte che non si vede, noi abbiamo visto il terrorismo palestinese che è stato e continua ad essere un grandissimo errore. Lo dico come esperta di Hamas, per esempio, che però è anche un movimento politico oltre ad aver usato il terrorismo.
Noi vediamo quella che i palestinesi chiamano resistenza, che per alcuni versi è resistenza, resistenza armata, “Mukawama”. Ma in arabo c’è un’altra parola che è “sumud” e significa pazienza, tenacia, schiena dritta. Quella secondo me non la vediamo eppure c’è, l’abbiamo anche vista quotidianamente a Gerusalemme, in Cisgiordania, anche a Gaza. Perché quella normalità della vita, quel tentare di avere una vita normale è in sé stessa una resistenza non violenta.
Nota – Invictapalestina: Non è stato piacevole sentire Paola Caridi parlare di “terrorismo” palestinese come un grandissimo errore, senza specificare che si tratta di legittima RESISTENZA all’invasore. Per quanto riguarda la resistenza non violenta, la pazienza e la tenacia dei palestinesi non la vediamo perché è censurata! Perché lo scopo dei media è trasformare ogni resistenza in atti di terrorismo. Paola perché anche tu hai parlato di terrorismo?
NB. Abbiamo cercato di dividere il video in più parti per facilitare la visione, ma il lavoro è stato bloccato da YOUTUBE in quanto la RAI lo ha protetto con Copyright in tutto il mondo.