Giovedì 14 aprile Beppe Severgnini si è presentato alla trasmissione “L’erba dei vicini” tra musiche e bandiere con le modalità del piazzista, venditore di pentole e tappeti che con una sola frase dimostra la povertà di offerta del servizio pubblico che rappresenta:
In diretta da Milano, oggi è una giornata meravigliosa, benedetta primavera. Stasera tra l’altro RAI3 è un giardino: Un posto al sole, l’Erba dei vicini, Gazebo. Manca un’aranciata e poi siamo perfetti.
Poi entra nel profondo, si fa per dire. “Capire per tutti è una gioia della vita, oggi racconteremo israele, qualcuno, i soliti potete immaginarlo, ci ha intimato su Facebook non fatelo! Ma scherzate… non solo lo faremo ma cercheremo di farlo bene.”
La trasmissione doveva essere una vetrina per israele, la bandiera israeliana sempre bene in vista e tutta una serie di eccellenze per dimostrare l’operosità di questo paese “dinamico” persino con una redattrice erbivora appesa fuori da una finestra. La trasmissione però non è andata liscia come previsto tant’è che questa specie di giornalista è stato molto contestato anche dalla lobby ebraica che gli rimprovera di aver incominciato bene la trasmissione ma di averne perso subito il controllo fino a dover rinunciare all’intervista con Tzipi Livni ex membro dei servizi segreti israeliani Mossad, ed ex ministro della Knesset a favore di Moni Ovadia noto “traditore” di israele che alla domanda: israele è una democrazia? Risponde parlando di occupazione militare e stato di apartheid mettendo con le spalle al muro il conduttore e seriamente in imbarazzo fino a farlo diventare tutto bianco come la sua chioma, facendogli perdere tutto l’entusiasmo iniziale col quale aveva introdotto le soldatesse del Negev.
Mentre su Facebook continuava la contestazione e in rete incominciavano a girare i primi commenti sulla trasmissione, Invictapalestina ha cercato un’ intervista/articolo significativo da contrapporre alla trasmissione di RAI3 sia per la qualità dell’informazione che per il modello giornalistico. Non è stato difficile, scartando l’informazione di regime, il risultato della ricerca è stato Gideon Levy, un intellettuale, la voce del coraggio come lo chiamano molti, la voce dei senza voce in Israele, come lo definisce l’altro grande giornalista Max Blumenthal nella bellissima intervista che abbiamo tradotto.
Proponiamo così il confronto tra 3 giornalisti, 2 veri e un quaquaraquà troppo abituato a essere servile e tanto maldestro da non riuscire a nascondere sotto l’Erba dei vicini, le prove della lunga e crudele occupazione impregnata col sangue dei palestinesi. Beppe lo potete trovare su RAI3, presuntuoso, arrogante, pieno di sé.
Blumenthal e Gideo Levy, stimolanti, precisi, competenti, passionali, anche guardando il video che abbiamo sottotitolato oppure leggendo l’intervista integrale.
Oltre al Video pubblichiamo anche la traduzione della prima parte dell’intervista per una maggiore diffusione/condivisione.
Gideon Levy: Gli Stati Uniti “Stanno supportando i primi segni di fascismo in Israele”
MAX BLUMENTHAL: Buongiorno, sono Max Blumenthal, di Real News. Siamo qui al National Press Club, alla Conferenza sul rapporto di Washington in Medio Oriente, a capire se il rapporto speciale tra gli Stati Uniti e Israele è un bene per l’America. E io sono qui con Gideon Levy. Gideon Levy era l’ex portavoce di Shimon Peres, l’ex presidente israeliano, ed è ora uno dei giornalisti più aperti in Israele, è un vero dissidente nella società israeliana, e la voce dei senza voce in Israele. Le persone, gli israeliani che si oppongono all’occupazione e i resistenti dell’apartheid. E parleremo con Gideon non solo della relazione speciale degli Stati Uniti e di Israele, ma anche di ciò che sta accedendo nella società israeliana in questo momento.
Gideon, lei ha già parlato oggi, e ha detto che se potesse mostrare ad un americano qualcosa mentre visita la Terra Santa, li porterebbe a Hebron. E credo che ti riferisca a H2, il quartiere della città con più violenti, coloni radicali, ma che è ancora palestinese. Perché li porterebbe in quella zona? C’è così tanto da vedere.
GIDEON LEVY: Vorrei cominciare da lì perché è lì che si spiega tutto. Non c’è nessun altro posto in cui si può vedere la politica di Israele, l’apartheid israeliana in Cisgiordania, in maniera così chiara. Le strade sono separate per gli ebrei e per i palestinesi. Una città vuota, perché tutti gli abitanti palestinesi sono dovuti scappare. Intendo, i coloni li hanno terrorizzati così tanto che sono rimasti solo coloro che non hanno nessun altro posto dove andare. E si vede la tirannia dei coloni, la loro brutalità. Sono i coloni più estremi, alcuni dovrebbero essere controllati da degli psichiatri. Voglio dire, per davvero. E solo un piccolo pezzo di terra.
E questo è il modo in cui tutto diventerebbe – e potrà diventarlo un giorno – se questa occupazione continuerà. Qui si spiega tutto.
BLUMENTHAL: Sì, sì. E’ come un microcosmo dell’intera occupazione.
LEVY: Assolutamente. Assolutamente. E nessuna persona onesta, che è stata lì e non sia rimasta sconvolta.
BLUMENTHAL: E sai, sono stato in via [Shuhada], in piedi a parlare con i soldati. Stavamo parlando di alcune centinaia di coloni sorvegliati da centinaia e centinaia di soldati, che sono anche molto violenti con la popolazione palestinese locale. Mentre sono lì, faccio delle riprese, e una donna colona che passeggiava incomincia a filmarmi. Le dico di andarsene e lei non capisce. Aveva un accento di Brooklyn. Per me è stato incredibile il fatto di sentire un accento di New York nel mezzo di Hebron. Come pensi che gli Stati Uniti abbiano contribuito a creare questa situazione a Hebron?
LEVY:Gli Stati Uniti sono il grande finanziatore del progetto sionista e il grande finanziatore del progetto di colonizzazione. Senza gli Stati Uniti non ci sarebbe nessuna occupazione. E gli Stati Uniti hanno la responsabilità di qualsiasi di atto e crimine di Israele, perché senza gli Stati Uniti Israele non avrebbe potuto farlo, in maniera molto semplice.
BLUMENTHAL: Gli Stati Uniti affermano che Israele è il suo alleato nella regione. Israele in realtà ha uno scopo geografico strategico. Cosa ne pensi? Pensi che Israele in realtà, soprattutto sotto Netanyahu, si preoccupi di ciò che pensano gli Stati Uniti?
LEVY: Prima di tutto, molte volte, mentre si osservano le relazioni tra Israele e gli Stati Uniti, si presenta il problema di chi è la superpotenza? E’ Israele, o sono gli Stati Uniti? Che controlla chi? Chi ricatta chi? E molte volte si ha l’impressione che Israele sta ricattando gli Stati Uniti. E qui mi chiedo, perché? E ‘un enigma per me. Come mai Israele è così potente? E l’altra domanda che ci si dovrebbe chiedere è che interessi Americani vengano serviti, sia come interessi che come valori.
L’occupazione è uno dei valori americani? L’occupazione serve agli interessi degli americani? Perché l’America non si accorge che sta pagando un prezzo gigantesco per questo sostegno a priori ad Israele ed al progetto dell’occupazione? È ragionevole che nel 21° secolo, gli Stati Uniti finanzino un regime di apartheid nei territori occupati? Tutte queste domande dovrebbero essere sollevate, ma non sono sicuro che qualcuno abbia una risposta.
BLUMENTHAL: Beh, non abbiamo nessuno nei nostri media qui, nei nostri media mainstream, che solleva queste domande. E tu almeno sei a Haaretz, è hai una colonna. Parlaci della tua esperienza nel sollevare questi problemi, e a sollevare queste questioni scomode e davvero inquietanti sull’occupazione, l’apartheid? Come ciò ti ha colpito negli ultimi anni, e soprattutto da quando Netanyahu è salito al potere?
LEVY: Negli ultimi anni è diventato sempre meno piacevole, e forse anche meno e meno sicuro. Come potresti già sapere, ci fu un certo periodo di tempo durante l’ultima guerra a Gaza, in cui ho anche dovuto essere accompagnato da guardie del corpo. Aldilà della mia esperienza personale, ciò che conta è che parlare della propria coscienza, parlare della morale, parlare per il mantenimento della legge internazionale, è percepito in Israele come un tradimento. Non meno di questo. L’insulto peggiore che si può sentire oggi è di essere un uomo di sinistra. E’ un insulto in Israele. Questa atmosfera, violenta, aggressiva e priva di ogni tipo di tolleranza, è molto pericolosa per il futuro di Israele.
BLUMENTHAL: Sì. Come pensi sarà in futuro? C’è un ministro della cultura, Miri Regev, che sta chiedendo una sorta di giuramento di fedeltà agli artisti. Nella realtà, una mia conoscente artista, Natali Cohen Vaxberg , è stata imprigionata, e incriminata, per la sua arte. Nel sistema scolastico si sta osservando una forte imposizione dell’indottrinamento nazionalista religioso e del militarismo. I giovani nei sondaggi sembrano essere più razzisti dei loro genitori e nonni. Stiamo parlando della gioventù ebraica israeliana. E non sembra che l’occupazione stia arrivando al termine. In realtà sembra una componente del futuro di Israele. Allora, come pensi la situazione evolverà nei prossimi cinque o dieci anni, e per quanto tempo questo sistema può funzionare?
LEVY: Prima di tutto, i liberali americani devono sapere tutto ciò. Devono sapere che stanno sostenendo i primi segnali di fascismo in Israele. Non lo chiamerei ancora fascismo, ma i primi segnali, molto chiari, di fascismo. E l’America è dietro tutto ciò. E l’America lo sta sostenendo. E l’America continua a chiudere un occhio. E l’America continua a finanziarlo. Questo dovrebbe essere conosciuto e dovrebbe essere riconosciuto da ogni americano, soprattutto i liberali, che hanno a cuore dove il denaro dei contribuenti finisce.
Ora, come questo evolverà? Non riesco a immaginare uno scenario di speranza. Voglio dire, non c’è alcuna fonte di speranza in questo momento. Non c’è alternativa a Netanyahu. E l’alternativa che potrebbe sostituirlo non è affatto migliore. L’atmosfera, come ho detto, sta diventando sempre meno tollerante, e la concezione di democrazia è minimo e molte volte distorta. La gente pensa che la democrazia, la maggior parte di Israele, pensa che la democrazia significa seguire le regole della maggioranza, e che tutto il resto è del tutto irrilevante.
Ci sono livelli di ignoranza che non ho mai visto prima, la giovane generazione di Israele, potresti già saperlo, ha raggiunto il livello massimi di ignoranza. Non sanno niente di niente, e non si curano di nulla. Questo dovrebbe preoccupare, soprattutto, gli israeliani prima di chiunque altro. Ma non vedo israeliani preoccuparsi.
E poi abbiamo avuto questa speranza che gli Stati Uniti sarebbero cambiati. Abbiamo avuto la grande speranza sette anni fa. Questa speranza era del tutto fuorviante e alla fine, dopo sette anni con Barack Obama, non è successo nulla in Medio Oriente. E’ stato un grande presidente, ne sono sicuro. Non è a me giudicare. Ma quando si tratta di Medio Oriente, non ha fatto niente. E così rimani davvero senza speranza. L’unica fonte di speranza è che in molti casi nella storia, accade l’imprevisto. In molti casi, regimi marci cadono da sé. E non c’è niente di più marcio che l’occupazione di Israele.
Fonte del video: http://therealnews.com/t2/index.php?option=com_content&task=view&id=31&Itemid=74&jumival=15951