Enrico Bartolomei, uno studioso attento e competente scrive a pag. 219/220 di un suo libro(*):
“Il governo israeliano ha assunto un ruolo centrale a livello mondiale nell’introduzione di limiti di libertà di movimento, di militarizzazione delle comunità e di ostacolo alle lotte dei popoli per la giustizia.
Israele ha armato e addestrato le squadre della morte guatemalteche, i Contras nicaraguensi, il Cile di Pinochet e la giunta militare in Argentina. E’ rimasto stretto alleato dei regimi coloniali di apartheid in Rodesia e Sudafrica, fornendo loro armi, munizioni, addestramento, tecnologia dell’informazione e delle comunicazioni, sistemi radar, barriere elettrificate e altri sistemi di fortificazione dei confini. In breve, spesso in concerto con gli Stati Uniti, israele è stato una pedina chiave nel reprimere le lotte popolari e i movimenti di liberazione in tutto il mondo, fornendo a regimi repressivi gli strumenti per l’esercizio della violenza di stato generalizzata.”
Continuando la lettura del libro non si può non pensare a “la Zona” un film che descrive il muro che separa la ricchezza dalla povertà “Rodrigo Plà gira un film corale in cui la regressione dell’uomo allo stadio crudo del primordiale rende i rapporti tra vittima e carnefice nitidi e perfetti: non sono più la legge e la giustizia a regolamentare la convivenza all’interno di quella società (auto)esiliata. I residenti nella Zona si offrono al puro istinto, si è prigionieri o carcerieri, non possono esserci vie di mezzo, al punto che la valutazione etica dei personaggi viene messa in relazione con il comportamento tenuto nei confronti del prigioniero/vittima.”
La Zona descrive una società che si difende dai poveri delle favelas, i sistemi elettronici di controllo, gli allarmi, la polizia, gli abitanti armati, la ricerca dell’intruso con la volontà di ucciderlo.
La città fortezza rappresentata da Rodrigo Plà nel suo film del 2007 anticipa quella che descrive Bartolomei nel suo libro “La fortezza israele viene già replicata nelle nuove città quartieri-fortezza per i ricchi, arroccati dietro alti muraglioni e difesi da sofisticati sistemi di sorveglianza, al riparo dalla violenza, dalla miseria, dal degrado che li circondano. Le crescenti diseguaglianze sociali, unite alla lotta permanente al terrorismo hanno replicato a livello mondiale un nuovo modello di apartheid urbana, di città-fortezze e di quartieri-enclave delle classi ricche che devono proteggersi dalle minacce esterne e interne” pag. 238.
I riferimenti precedenti, la descrizione di una grande potenza militare che esporta modelli di “sicurezza” e “repressione” in tutto il mondo, sono stati riportati in questo articolo esclusivamente a dimostrazione di quando sono strumentali le motivazioni della manifestazione organizzata dalle lobby ebraiche milanesi in solidarietà con israele, ancora una volta presentato come vittima indifesa del terrorismo islamico “dimenticando” volutamente che israele è il maggior esperto/esportatore di sistemi di sicurezza nel mondo:
Il volantino della comunità ebraica milanese, il testo riportato è il loro invito alla città:
“Decine di civili morti e feriti, accoltellati per le strade di Israele, investiti deliberatamente e finiti a colpi di mannaia. Questo il quadro della recente ondata di violenze antiebraiche lanciata nel vicino paese mediorientale in nome di una interpretazione malata della religione islamica. Odio e invocazioni alla morte da martiri che spingono donne e bambini a immolarsi portando distruzione e lutti. Come è stato possibile tutto ciò?”
Innanzitutto con una forsennata campagna di odio supportata da menzogne di ogni tipo per cui si è effettuato un completo sovvertimento della realtà: Israele, l’unico paese democratico della regione, dove i diritti dell’uomo vengono rispettati e garantiti da una giustizia indipendente, dove la rappresentanza delle minoranze arabe è in parlamento, dove l’opposizione e i media hanno libertà totale di espressione e riunione, viene fatta passare per aggressore.
È una lunga storia che affonda le radici nei millenni ma che vede negli ultimi anni un inasprimento parallelo all’emergere delle più inaccettabili azioni dei gruppi islamisti. Da Hamas a Hezbollah alla galassia dei gruppi islamisti che si richiamano al Califfato e all’ISIS arriva l’attacco alla modernità, ai diritti delle donne, ai diritti delle minoranze, alle libertà fondamentali.
Gli stessi attacchi, che tanto inorridiscono dalle tv quando colpiscono vittime cristiane o cittadini occidentali, vengono portati oggi in Israele al grido di “morte agli ebrei” senza che questo scandalizzi nessuno. Di questa settimana il supporto dato dai portavoce dell’ISIS alla campagna di terrorismo palestinese in atto con l’invito ai giovani arabi di Gerusalemme a decapitare “gli ebrei”.
Perché?
Per cercare una risposta e dare la propria solidarietà al popolo di Israele, la Comunità Ebraica, con la cittadinanza di Milano, rappresentata dalle varie associazioni per i diritti dell’Uomo, hanno indetto una fiaccolata con maratona oratoria di solidarietà con Israele sotto attacco terroristico.
Chiaramente a nulla è servito l’appello di Anita Sonego Capogruppo Sinistra per Pisapia: solo 3 voti contrari alla sospensione del consiglio.
Signor presidente, assessore Majorino, premetto che questo intervento mi costa fatica ma sento che lo devo fare per rispettare la mia coscienza.
Confesso che questa proposta di sospendere i lavori del consiglio comunale mi lascia stupita.
Non che non ritenga che quanto sta accadendo nei territori occupati di Palestina sia un fatto su cui fermarsi a riflettere per la peculiarità della sollevazione ma anche per stimolare i nostri governanti a prendere posizione per una soluzione GIUSTA del conflitto tra Palestinesi e Israeliani.
Mi lascia stupita perché, se quanto sta avvenendo è tanto grave da farci interrompere un consiglio comunale, mi chiedo perché mai non si sia sospeso il consiglio in casi analoghi( o addirittura più luttuosi se si guarda al numero dei morti) come, ad esempio, l’attentato contro una grande manifestazione di pacifisti ad Ankara che ha causato oltre 100 morti e
più di 400 feriti. Oppure quando a Charleston un ragazzo ( bianco) trucidò, in una chiesa 9 persone ( nere).
Ovviamente la mia presa di posizione NON significa che io sia contro la manifestazione organizzata per oggi pomeriggio davanti al Tempio ebraico. Non metto in discussione il diritto di CHIUNQUE a manifestare, compreso quello dei colleghi. Non riesco, onestamente, a comprendere la necessità di una interruzione ( chiusura) di questo consiglio indetto, tra l’altro, oltre il calendario consueto, per votare delibere urgenti.
Sarebbe auspicabile, invece, un minuto di silenzio per stimolare tutte e tutti noi ad una comprensione non episodica o superficiale della violenza che non nasce sul vuoto ma ha radici complesse e profonde che ci interpellano ad interrogare il significato del termine ‘violenza ‘ in un contesto dove NON è di casa, da troppi anni, la GIUSTIZIA.
Perché, come ricordò Mandela, finché non ci sarà giustizia in Palestina, saremo tutti meno liberi.
E allora che fare?
La città fortezza di cui parla Rodrigo Plà nel suo film e Bartolomei nel suo libro, ha bisogno di questa tipologia di amministratori, loro sono perfettamente funzionali a quella macchina repressiva che distrugge ogni forma di partecipazione/lotta sociale in contrasto con la città fortificata.
Più volte abbiamo scritto su questo tema, alcuni articoli sono sul nostro blog.
Rosario Citriniti – Invictapalestina
(*) GAZA e l’industria israeliana della violenza, Derive Approdi, 16 euro
L’attivismo collettivo e i cavalieri solitari.
Sappiamo che le strade talvolta possono prendere indirizzi differenti, e sia. Ma è sul principio che ci piace riflettere. Sul diverso orizzonte di coloro che prima di se stessi vedono un fine, lo condividono e ragionano per stabilire comuni e migliori strategie; per convertire l’io in noi; per vivere il dono dell’azione (o dell’agitazione) non alla maniera d’una personale sfida, ma come progetto pianificato di trasformazione comune. Nel quale anche il singolo nutre l’anima e gli ideali, perché combatte l’egoismo che vive in natura.
“Nascono nuove organizzazioni, si abbozzano piani, strategie e tattiche, facendo vere e proprie manipolazioni dei concetti reali. Come se anche il sistema fosse lo stesso e uguali le forme di sottomissione, di distruzione. O, per metterlo in termini della Sexta: le stesse forme di sfruttamento, repressione, discriminazione e saccheggio. Come se là in alto il Potere avesse mantenuto invariato il suo funzionamento. Come se l’idra non avesse rigenerato le sue molteplici teste.”