Ottobre 2015 – Gianni Lixi (*)
Pecore in erba è un film di propaganda israeliana. Dico subito che la critica tutta ha elogiato il film quindi sono senz’altro io che sto sbagliando. Dicono quelli che ne capiscono più di me: un bel film che usa la satira in maniera intelligente.
Dalla satira traspare sempre un velato sentimento di positività, può essere amara a volte ma ti lascia sempre una briciola di qualcosa che ti porti dietro.
Qui non vedo niente di positivo. Vedo molta malafede a buon mercato. Insisto è un film di grossolana propaganda fatta utilizzando uno strumento che è quello di approfittare di un concetto emotivamente molto condiviso come l’antisemitismo per farne passare un altro. Si utilizza cioè il sentimento dell’antisemitismo per fare passare il messaggio che tutto quello che è antisraeliano è antisemita. No sig. Caviglia (e tutti quelli che lo hanno sostenuto perché non è solo in questa operazione), questa non è satira è una mascalzonata.
Bassa veramente bassa operazione di propaganda a cui dispiace veder partecipare alcuni personaggi come Freccero ed Elio . Per altri (Fabio Fazio, Corrado Augias, De Cataldo, De Bortoli, Sgarbi ecc..) stendiamo un velo pietoso.
Alcuni esempi per farmi capire. Nel film ad un certo punto si inquadra uno striscione del movimento BDS, di cui non si dice una parola, ma in quel momento (come in tutto il film) si sta mettendo alla berlina l’antisemitismo. Si accomuna quindi il BDS all’antisemitismo. Il sig Caviglia (scusate è il regista del film) sa cosa è il movimento BDS. Sa che non c’entra niente con l’antisemitismo. Sa che è un’arma molto più potente delle bombe Israeliane. Sa che coinvolge milioni di persone in tutto il pianeta. Milioni di persone che scelgono di lottare affianco ad un popolo che sta resistendo con uno strumento non violento. Sa che stanno seriamente minando la sicumera di una classe politica di un paese che è tra quelli che investe più in armamenti nel mondo. Forse è secondo solo alla Corea del Nord.
In un’altra gag satirica (?!) ad una manifestazione di sinistra non si riesce a dar fuoco a delle bandiere israeliane. Cosa c’entra la bandiera israeliana con l’antisemitismo? Naturalmente il sig Caviglia sa rispondere bene a questa domanda. Sa che non c’entra nulla. Ma alla propaganda israeliana fa certamente comodo fare passare il messaggio per poter nascondere tutte le nefandezze che vengono compiute verso il popolo palestinese. Sistemi legislativi differenti per 2 etnie diverse. Una etnia sempre avvantaggiata in tutto: salute; sistema educativo; acqua; case; mobilità ed un’altra sempre svantaggiata. Confondere Israele con l’antisemitismo serve a far dimenticare che questo sistema ha un nome e si chiama APARTHEID.
Ma l’operazione più bassa e volgare è quando si mostra la cartina con la Palestina in bel risalto secondo i confini di prima del ’47 . La si mostra così per paradosso. Per mettere alla berlina i cosiddetti antisemiti (se non si fosse capito in questo film tutto quello che non è pro Israele è antisemita) che negano lo stato di Israele.
Ma lo sa il sig Caviglia che a causa del fatto che quella cartina non è più così per davvero la Palestina è la nazione che ha il più alto numero di profughi del pianeta? I miei amici Palestinesi vengono dalla Giordania, dalla Siria, dal Libano, cacciati dai loro villaggi con una operazione di pulizia etnica che continua ancora oggi. Dietro quella cartina c’è morte e dolore. Si vergogni! No mi scusi non si può vergognare uno che si presta a fare una operazione come questa (perché lei è solo un prestanome di una più grossa organizzazione propagandistica). Uno così non può provare vergogna.
Lo so la propaganda Israeliana è molto forte, è nei consigli di amministrazione delle TV, dei giornali, è nel parlamento, ma mi consola una cosa: non è nella testa delle persone. In sala eravamo solo in 6.
(*) Gianni Lixi fa parte dell’Associazione Sardegna Palestina in stretta collaborazione con Invictapalestina.