JUNE 22, 2016 2:44 P.M. (UPDATED: JUNE 24, 2016 3:26 P.M.)
RAMALLAH (Ma’an) — Cinque giovani adolescenti palestinesi stavano tornando a casa lunedì mattina dopo mezzanotte, dopo aver passato la serata alla piscina del villaggio di Beit Sira ad ovest di Ramallah, per festeggiare il recente arrivo di parenti dal Qatar che avrebbero trascorso l’estate nella loro città natale di Beit Ur al-Tahta.
Ma il divertimento è cessato quando un soldato israeliano ha iniziato a crivellare l’auto di colpi, uccidendo il quindicenne Mahamoud Raafat Badran e ferendo gravemente altri quattro, uno dei quali ha riferito a Ma’an lo svolgersi degli eventi che hanno portato alla morte del giovane. Uno dei feriti, Dawood Issam Abu Hassan, 16 anni, ha raccontato a Ma’an che “sono stati presi di sorpresa da un uomo in abiti civili neri che è sceso da una Toyota bianca e ha cominciato a fare fuoco su di loro”.
Il soldato è stato poi identificato dai mezzi di informazione israeliani come un membro della Brigata Kfir. Dawood ha detto che lui e un altro ragazzo che era in macchina sono riusciti a fuggire dal veicolo dopo i primi colpi e a nascondersi dietro un ponte vicino per ripararsi dai colpi. Intanto Mahmoud era stato raggiunto dai colpi che gli hanno provocato le ferite mortali e altri due fratelli venivano feriti gravemente. Due dei feriti sono stati identificati da Ma’an in Maidi Baran, 16 anni, che era in visita dal Qatar ed era sofferente di una malattia al torace, e Khaled Badran che è in condizioni gravi. Secondo Dawood l’esercito israeliano è arrivato in fretta e ha subito iniziato a sfasciare il veicolo dei palestinesi, che era finito sul guard rail.
I genitori dei ragazzi che erano arrivati da poco dal Qatar hanno detto a Ma’an che loro stavano viaggiando in un’altra auto che seguiva quella dei figli e sono stati costretti ad assistere all’incidente che si è svolto sotto i loro occhi, definendo l’attacco come un “crimine di Israele”. Le ambulanze della Mezzaluna Rossa Palestinese hanno riferito che i soldati israeliani hanno impedito ai parmedici di raggiungere i palestinesi feriti per oltre un’ora e mezza. Il padre di Mahmoud lavora come ambasciatore per il ministero degli Esteri palestinese in Arabia Saudita da diversi anni e ha scontato una condanna di 15 anni nelle prigioni israeliane fino al 1999. L’esercito israeliano ha ammesso di aver aperto il fuoco “per sbaglio” su degli spettatori innocenti dopo che, a quanto si dice, un giovane palestinese aveva lanciato delle pietre contro veicoli dei coloni israeliani in quell’area. I mezzi di informazione israeliani inizialmente avevano descritto Mahamoud e i suoi amici che viaggiano sull’auto come “terroristi”.
Un portavoce dell’esercito israeliano ha detto a Ma’an al momento dell’incidente che un certo numero di giovani palestinesi aveva lanciato pietre e bottiglie Molotov contro i veicoli di coloni che viaggiavano sulla strada 443 ad ovest di Ramallahed ha aggiunto che “l’esercito israeliano ha agito per proteggere altri veicoli da pericoli immediati ed ha fatto fuoco verso i sospetti e gli astanti che sono stati colpiti per sbaglio”.
La strada è il principale collegamento tra Gerusalemme e gli insediamenti illegali nella Cisgiordania occupata, che ne fanno una posizione privilegiata per i giovani palestinesi che lanciano pietre in quell’area. Ai palestinesi è assolutamente vietato usare la strada 443 — detta la “strada dell’apartheid” dai palestinesi del posto –fino al 2009 allorché l’Alta Corte israeliana stabilì che il divieto all’uso per i palestinesi doveva essere revocato.
Tuttavia l’esercito isreliano continua a limitare grandemente l’accesso alla strada stabilendo dei checkpoint dove i palestinesi sono costretti a sottostare ad approfondite misure di sicurezza per ricevere l’autorizzazione al passaggio. L’esercito israeliano ha aperto un’inchiesta sull’uccisione di martedì. Tuttavia, secondo il gruppo isreliano per i diritti umani B’Tselem, solo il tre per cento delle indagini intraprese dall’esercito israeliano hanno dato luogo ad accuse nei riguardi di militari israeliani, lasciando poche speranze ai palestinesi e ai gruppi per i diritti che l’indagine dia luogo a una qualsiasi seria azione.
Il membro del Comitato esecutivo dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina Taysir Khalid del Fronte popolare per la Liberazione della Palestina ha denunciato l’uccisione mercoledì.
“Il fatto che le truppe israeliane premano facilmente il grilletto agli incroci e ai checkpoint in Cisgiordania è la naturale conseguenza dell’educazione corrente e dell’istigazione che domina i circoli militari e politici israeliani”, ha dichiarato Khalid.
Ed ha aggiunto che prendere di mira giovani ragazzi palestinesi riflette il “cieco razzismo” che permea tutta la società israeliana. Martedì, il segretario generale dell’OLP Saeb Erekat ha duramente condannato l’uccisione, affermando: “Questo assassinio a sangue freddo ribadisce le nostre richieste al Relatore Speciale dell’ONU riguardo alle esecuzioni extragiudiziale, sommarie o arbitrarie, di iniziare immediatamente un’ampia indagine sulle uccisioni extragiudiziarie israeliane di palestinesi; in particolare di bambini” è detto nella dichiarazione. “La comunità internazionale ha la responsabilità di porre fine all’impunità di Israele per i crimini che commette contro la terra occupata e il popolo della Palestina”.
Contemporaneamente il ministero degli Esteri di Israele ha detto, rispondendo sull’uccisione: “Se non fosse per la difficile situazione della sicurezza, che è interamente il risultato dell’istigazione e del terrorismo palestinese, Israele non sarebbe costretta all’uso della forza per proteggere i suoi civili”, e questo nonostante l’ammissione dell’esercito israeliano che Badran non aveva nulla a che vedere con l’incidente del lancio di pietre. Mahmoud è uno degli oltre 220 palestinesi che sono stati uccisi dai militari israeliani e dai coloni da quando un’ondata di disordini politici ha spazzato i territori occupati della Palestina e Israele ad ottobre. Mentre un certo numero di palestinesi sono stati uccisi in scontri con le forze israeliane, la maggior parte è stata colpita a morte dopo presunti attacchi o tentati attacchi contro israeliani, sono circa 30 gli israeliani uccisi durante lo stesso periodo. Gruppi per i diritti hanno contestato la narrazione di Israele, affermando che l’uccisione di palestinesi da parte dell’esercito israeliano configura delle “uccisioni extragiudiziarie”, poiché sono state compiute perfino quando non c’era una minaccia di un pericolo immediato.
trad. Raffaele Simonetti – Milano
Fonte: http://www.maannews.com/Content.aspx?id=771966