M5S – 5 giorni in israele e Palestina

Aggiornamento | ore 13:00 – 10 luglio 2016

Sicuramente non mancheranno le critiche, non mancheranno i consigli e non mancheranno le correzioni sulle parole e/o sui concetti espressi dalla delegazione italiana in visita nei territori occupati, soprattutto da parte di chi segue le vicende da 30/40 anni. Invictapalestina, coglie le novità positive e pubblica il resoconto delle giornate raccontate da Manlio di Stefano nella sua pagina Facebook, se poi finirà tutto in una bolla di sapone dipenderà anche da noi e dalla forza che saremo in grado di esprimere collettivamente, diversamente le solite battute e la solita indignazione che fa crescere solo il proprio ego. Questa documentazione sarà aggiornata fino alla conclusione del viaggio.

Manlio Di Stefano – M5S  7 luglio – ore 11:00

Per proseguire il dialogo intrapreso nella mia prima visita in Palestina del luglio 2013, una delegazione del MoVimento 5 Stelle composta da me, Luigi Di Maio e Ornella Bertorotta si recherà in Israele e Palestina da oggi al 12 luglio.

Sono previsti incontri con la società civile e politica dei due popoli, oltre che con la comunità religiosa cristiana. La politica estera del Movimento 5 Stelle segue direttive e coordinate precise: la ricerca del multilateralismo, della cooperazione e del dialogo tra le popolazioni, il rispetto dell’autodeterminazione, della sovranità e della non ingerenza negli affari interni dei singoli Paesi.

Applichiamo gli stessi principi confrontandoci con il conflitto israelo-palestinese. Una soluzione della pace – la creazione dei due popoli e due Stati – passa per le scelte che il governo d’Israele saprà prendere nei prossimi anni. È chiaro ormai a tutti come lo storico conflitto non ha davanti a sé nessuna soluzione che possa essere militare, né incentrata solo in termini di sicurezza con la costruzione di muri. Si genera solo ulteriore odio e ulteriori circoli viziosi da cui è sempre più complesso uscire.

La soluzione è solo politica e risiede nel rispetto del diritto internazionale, vale a dire nell’applicazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite n. 242 del 22 novembre 1967 che istituisce un ritiro totale dell’esercito israeliano da Gaza, dalla Cisgiordania e da Gerusalemme Est; lo smantellamento di tutte le colonie illegali, il rispetto delle frontiere dei territori occupati nel 1967 e un accordo vero di tutte le parti in causa sul tema del ritorno dei rifugiati palestinesi.

Incontreremo esponenti della società civile israeliana e palestinese, visiteremo il Museo dell’Olocausto di Gerusalemme e effettueremo visite istituzionali a Ramallah, Betlemme, Hebron e alla Knesset.

Vi terremo aggiornati!

Manlio Di Stefano – M5S  7 luglio – ore 20:12

C’È TANTO DA CONOSCERE

delegazione
Ornella Bertorotti, prima a sx, parlamentare del M5S e membro della 3ª Commissione permanente (Affari esteri, emigrazione) , segue Yuli Novak direttrice di Breaking the Silence, organizzazione che raccoglie e pubblica testimonianze di ex soldati israeliani che raccontano la loro esperienza nei territori occupati. Lei stessa è stata un ufficiale della Air Force israeliana dal 2000 al 2005. Terzo e quinto sono i due parlamentari della Delegazione M5S. Tra Luigi di Maio e Manlio di Stefano c’è Sarit  Michaeli portavoce di B-Tselem, Information Center Israeliano per i Diritti Umani nei territori Occupati e infine Robi Damelin  del Parents Circle Families Forum un’associazione senza fini di lucro che raccoglie genitori e famiglie israeliane e palestinesi, colpite dalla morte di un figlio o altro parente stretto. La Damelin, di origine sudafricana, ha perso il figlio David nel marzo del 2002 nel conflitto israelo-palestinese per mano di un ragazzo palestinese a un checkpoint.

Prima giornata a Tel Aviv veramente interessante.
Siamo stati accolti dall’ambasciatore Francesco Talò ed in ambasciata abbiamo incontrato esponenti della società civile israeliana.
Abbiamo incontrato la portavoce di “Start-Up Nation Center”, un’associazione che aiuta i giovani ad avviare start-up inserendoli in una rete già collaudata di acceleratori e incubatori.
Un sistema da cui possiamo prendere spunto anche in Italia.
Poi abbiamo incontrato i portavoce di Parent Circle, Breaking the Silence e B-Tselem, associazioni create da israeliani e palestinesi che insieme combattono contro l’occupazione dei territori palestinesi, per la libertà d’informazione e per giungere ad una vera pace. Genitori di vittime israeliane e palestinesi, ex soldati e giornalisti, tutti impegnati a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di una convivenza pacifica.

Domani saremo a Gerusalemme: visiteremo il Museo dell’Olocausto, dopo ci sposteremo a Ramallah. Vi terrò informati.

Manlio Di Stefano – M5S  8 luglio – ore 18:39

LA POLITICA È ASCOLTO

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Guardate questa foto, siamo in Palestina nel villagio di Bil’in e stiamo ascoltando il Comitato Popolare per la Resistenza Non Violenta. Si tratta di un movimento che si oppone al muro israeliano e che da dodici anni ogni venerdì fa una manifestazione cui partecipano anche cittadini israeliani ed associazioni internazionali.
Era presente anche il sindaco di Bil’in, seduto con noi sotto un albero per spiegarci la storia di successo della loro resistenza non violenta.
Ogni muro a protezione di una colonia in territorio occupato è illegale e rappresenta un ostacolo alla pace. Questa non è una dichiarazione politica ma rispetto del diritto internazionale.

Manlio Di Stefano – M5S – 9 luglio – ore 12,00

NON CI PUÒ ESSERE PACE ALL’OMBRA DI UN MURO

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la porta d’ingresso del campo profughi di Aida, Betlemme, con la sua famosa chiave simbolo della volontà di ritorno del palestinesi del ’48

Ci sono esempi di integrazione culturale e religiosa cui dobbiamo guardare con fiducia.
Uno di questi è la città di Betlemme dove, sotto la guida della sindaco Vera Baboun, convivono pacificamente cristiani, musulmani ed ebrei.
Questa mattina, dopo aver visitato il campo profughi palestinesi di Aida, uno dei più grandi creatisi dopo la guerra del 1948, nonché simbolo della lotta palestinese per il diritto al ritorno, abbiamo incontrato la sindaco e visitato la Basilica della Natività.
Betlemme porta con sé tutta la pazzia di questo conflitto anacronistico, vi si celebra insieme la storia di Gesù, è considerata una delle sedi della spiritualità dei più antichi credo religiosi e, al contempo, si vede divisa, spaccata, umiliata da un muro, alto 8 metri, che corre tra le sue strade e la taglia fuori dal mondo ricordandoci che non ci può essere pace senza integrazione e dialogo. Non ci può essere pace senza il rispetto del diritto internazionale e umano.
Non ci può essere pace all’ombra di un muro illegale.

Manlio Di Stefano – M5S – 9 luglio – ore 20,00

COLONIE: DOVE FINISCE LA LIBERTÀ

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Oggi pomeriggio siamo stati a Hebron e abbiamo incontrato il sindaco Daoud Zatari.
Gli abbiamo raccontato cosa sia il Movimento 5 Stelle, il senso di questo nostro viaggio e le nostre posizioni sulla questione Israelo-palestinese. Ci ha dimostrato gioia per la coerenza delle nostre scelte e l’assenza di ideologie precostituite e speranza in una politica nuova, fresca e giovane che possa contagiare il resto del mondo.
Da lì siamo andati a conoscere i nostri carabinieri della TIPH a Hebron, una missione che ha il compito di monitorare le violenze sul territorio e riportarle alle Nazioni Unite. Ci hanno spiegato di come circa l’80% dei conflitti nella zona siano dovuti agli attacchi dei coloni israeliani e di come nel 99% dei casi non avvenga nulla in loro presenza. Siamo orgogliosi degli uomini e delle donne dell’Arma dei Carabinieri e del loro ruolo di deterrenza alle violenze.
Abbiamo incontrato i giovani del comitato Youth Against Settlement che si battono pacificamente per non perdere le loro terre.
Abbiamo passato due checkpoint con fucili puntati e passeggiato lungo Shuhada Street, quella che un tempo era la via commerciale di Hebron e che oggi è chiamata “la città fantasma” perché abbandonata dai palestinesi forzatamente e abitata dai coloni sostanzialmente in gabbia sotto la stretta sorveglianza di militari ad ogni angolo. 

A chi serve tutto questo?

Può un’ideologia, la religione e persino la storia creare tutto questo?
Può la politica, nazionale e internazionale, sostenere tutto questo?
Nelle colonie finisce la libertà, di chi scappa ma anche di chi ci abita. Serve un risveglio sociale, serve un’azione internazionale di sensibilizzazione e serve, soprattutto, una condanna vera da parte dell’Unione Europea contro le colonie.
Un futuro pacifico passa da questo, noi siamo pronti, una volta al governo, a farci portavoce in Europa di questa necessità.

Manlio Di Stefano – M5S – 10 luglio – ore 12,00

 
Il governo israeliano ci ha negato il permesso di entrare oggi nella Striscia di Gaza.
Di fatto lo nega a chiunque dal luglio del 2014, dall’operazione Margine di Protezione (ma non l’avevano resa ai palestinesi?).
Io credo sinceramente che sia inammissibile che una delegazione di parlamentari italiani, guidata dal vice presidente della Camera, non abbia il permesso di visitare un progetto di un’organizzazione non governativa italiana pagato con i soldi dei cittadini italiani. Saremmo infatti entrati con l’associazione Vento di Terra e questo era noto fin da principio. Questo è un cattivo segnale non tanto per il Movimento 5 Stelle ma soprattutto per quello che è l’approccio dello stesso esecutivo israeliano rispetto alla situazione nella Striscia di Gaza e della pace nella regione.
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Abbiamo quindi deciso di visitare ugualmente la cooperazione italiana fuori dalla Striscia di Gaza, andremo a conoscere i progetti italiani in Cisgiordania ed in particolare la Scuola di Gomme.

Didascalia foto di copertina a cura di Invictapalestina.org

Fonte: https://www.facebook.com/ManlioDiStefano/posts/1179082662149858?comment_id=1180595688665222

 

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