Philip Weiss on September 1, 2016
Vice, una pubblicazione che ha fatto un ottimo lavoro di informazione sull’occupazione, ha ripreso un tipo di giornalismo alla Jim Crow: una serie di ritratti intimi di soldatesse israeliane scattati da una ex soldatessa israeliana con il titolo che vorrebbe essere una auto-parodia “La femminilità ribelle delle soldatesse israeliane”. La storia è apparsa due giorni fa sulle pagine di foto di Vice, insieme a questo testo che ha l’intento di giustificare le immagini come una forma di protesta.
“L’intima serie fotografica di Maya Toledano che mostra le soldatesse israeliane è stata ispirata dalla propria esperienza nell’esercito israeliano. Il tempo trascorso nell’esercito le ha lasciato la sensazione di essere stata spogliata di ogni traccia di femminilità e ogni senso di sé come individuo e nelle foto qui raccolte mostra le soldatesse in atteggiamento annoiato da ragazzine e adolescenziale come una forma sottile, ma innegabile di protesta.”
Così noia da ragazzine e adolescenziale sarebbero una “forma innegabile di protesta”? Ma non c’è nulla di sovversivo nella galleria, nessun senso di ciò che fanno le soldatesse israeliane – applicare un’occupazione- solo otto foto in divisa oliva-kaki in una tenera posa come questa (a destra).
Alareer sottolinea che il pezzo si inserisce in una tradizione di eroticizzazione delle soldatesse israeliane creata per il consumo da parte degli ebrei americani: “israele/sionismo sta sfruttando le immagini delle soldatesse per sedurre ragazzi ebrei occidentali.”
E osserva che la ricerca Google “immagini soldatesse israeliane” ottiene molto di più dello stesso cheesecake kaki oliva.
“Le soldatesse israeliane non appaiono proprio esteticamente gradevoli quando sono impegnate nel loro lavoro di oppressione delle persone” tweetta Zeeshan, aspirante filmmaker inglese, dopo avere postato la famosa foto di Eden Abergil, qui sotto, che la soldatessa israeliana aveva messo su Facebook nel 2010.
Wilson Dizard, nel segnalarmi l’articolo scrive: Il grado di miopia borghese nell’accettare la gioventù di per sé come una forma di protesta contro il militarismo è davvero sconcertante. Immagini di focosi soldati americani di bell’aspetto non facevano sì che la guerra che stavano combattendo in Vietnam fosse più legittima o che potesse essere vinta o meno orribile. Queste giovani donne non sono da biasimare. Sono solo persone che cercano di vivere la propria vita in mezzo a forze molto al di là del loro controllo. Anche l’artista sta solo cercando di guadagnarsi da vivere documentando il mondo. Ma queste giovani donne non sono meno reali dei politici che perpetuano l’oppressione. La serie fotografica di quelle persone non rappresenta la questione. ‘Vice’ a volte fa grandi cose, ma qui hanno preso una cantonata. ”
L’accademico / artista di Sydney, Safdar Ahmed tweetta:
FFS Vice! La “noia adolescenziale e ragazzate giovanili” delle soldatesse israeliane dimostra quanto sia diventata di routine l’occupazione militare della Palestina.
Giusta osservazione. La vecchia linea verde sta scomparendo dal discorso americano. Ricordate che la piattaforma del Partito Democratico ha cancellato ogni riferimento all’occupazione – questo nel 50° anno di occupazione. Che il Washington Post ha fatto un intero articolo sul “miserabile” “pietoso” Susiya occupato senza parlare di occupazione. Che un commentatore di WNYC fa riferimento alla “presunta” occupazione.
Si scopre che ‘Vice’ è uscito con un album fotografico di Maya Toledano simile a questo, la scorsa primavera, con più rossetto, testo diverso e il titolo, “Foto di vita quotidiana di giovani soldatesse israeliane.” Quindi è una propaganda.
PS: Adam Johnson su Fair.org rileva che il ministero degli esteri israeliano ha commissionato una volta un servizio fotografico in questo senso a Maxim, e dice: “Per la seconda volta negli ultimi cinque mesi, ‘Vice’ ha eseguito una bizzarra diffusione di eccitanti foto della ‘gioventù’ ‘adolescenza’ delle soldatesse israeliane che riesce ad essere ottusa e borderline in maniera raccapricciante allo stesso tempo.”
Trad: Simonetta Lambertini
Fonte: http://mondoweiss.net/2016/09/femininity-soldiers-kidding/