Dror Feiler, ora cittadino svedese, non riesce a far visita sua madre in Israele a causa della sua partecipazione alle flotille verso Gaza.
Amira Hass 13 ottobre 2016 05:47
“Basta che non si faccia una telenovela su questo”, ha detto Pnina Feiler. Questo è stato il suo modo per dare una risposta affermativa alla mia richiesta di scrivere sui continui tentativi di permettere al figlio Dror di farle visita in Israele. Forse per poterlo vedere un’ultima volta.
Lei è serena e sveglia come sempre, come dimostrato dalla conversazione telefonica. Ma senza entrare nei dettagli, 93 anni è un’età in cui tendono a sorgere alcune complicazioni di salute.
Cammina con difficoltà crescente e con difficoltà riesce a muovere le dita. Una badante straniera vive con lei nel suo piccolo appartamento kibbutz.
Feiler è un’infermiera di professione. Forse la prova più evidente del peggioramento della sua condizione è che da più di un anno ha smesso di frequentare il Physicians for Human Rights, un’organizzazione no-profit, come volontaria per cure mediche e assistenza nei villaggi palestinesi in Cisgiordania.
“Non vedo alcuna ragione di esistenza senza l’attivismo”, così ha riassunto il suo stato d’animo.
Durante una visita a casa sua, a Yad Hanna, una volta un kibbutz ma ora non più, mi ha detto in anticipo di essere scettica. L’attuale tentativo di richiedere il visto di ingresso per il figlio, cittadino svedese, a suo parere, con i quattro ordini di espulsione che Israele ha emesso contro di lui, sembra essere destinato a finire nello stesso modo dei precedenti tentativi.
In altre parole, lei si aspetta un altro rifiuto da parte del Ministero degli Interni, o da un altro giudice che si pronuncerà contro la richiesta per il rilascio di un permesso, come stabilì il Giudice Yoram Noam della Corte distrettuale di Gerusalemme il 1 ° luglio 2014, nelle sue funzioni di giudice amministrativo
Poichè non si può recare fisicamente presso il Ministero dell’Interno a Netanya, nel mese di agosto ha chiesto il visto per il figlio attraverso il sito web dell’Autorità per la popolazione e l’immigrazione del ministero. La sua richiesta è stata respinta con la spiegazione che i regolamenti richiedono la sua presenza fisica.
Il suo avvocato, Gaby Lasky, che l’ha rappresentata nelle sue precedenti richieste e appelli sta valutando le prossime misure da adottare.
Quattro ordini restrittivi sono stati emessi contro Dror Feiler, 65 anni, musicista e attivista, perché ha partecipato a quattro flotille verso la Striscia di Gaza, tutte intercettate dai soldati israeliani in acque internazionali, non nelle acque territoriali di Israele.
Feiler e altri attivisti hanno respinto con forza le accuse israeliane di voler entrare illegalmente nel paese, affermando che la loro destinazione era Gaza, ed è stata la marina israeliana che li ha portati in Israele contro la loro volontà.
Queste flotille e altre, come la flotilla delle donne intercettata giovedì scorso, hanno cercato di protestare contro la disumanità di imprigionare quasi due milioni di persone all’interno di una stretta striscia di terra.
La prima flotilla alla quale Feiler ha partecipato fu intercettata il 31 maggio 2010, ed è ricordata abbastanza bene perché un commando navale israeliano sequestrò l’imbarcazione e affrontò la resistenza dell’equipaggio (non armato), uccidendo nove cittadini turchi.
Feiler non era sulla Mavi Marmara, dove avvfurono feriti a bordo.
Dopo di che, un altro yacht diretto a Gaza è stato intercettato il 19 luglio 2011 e gli attivisti stranieri, tra cui Feiler, sono stati arrestati e deportati.
Nell’ ottobre 2012 e luglio 2015, altre due navi furono intercettate e Feiler era su entrambe. E ancora, arresti, foglio di via ed espulsione con un aereo da Israele (più di 40 anni fa, quando si stabilì in Svezia, gli fu richiesto di rinunciare alla sua cittadinanza israeliana perché all’epoca la Svezia non permetteva la doppia cittadinanza).
Pnina Feiler non è più in grado di recarsi in Svezia, come ha fatto in passato, per incontrare il figlio. L’ultimo viaggio l’ha fatto nel 2013.
Non è neanche in grado di raggiungere il figlio in Egitto o in Giordania, come consigliato dal Ministero, perchè non è possibile arrivarci in auto.
Le ho domandato: “Forse adesso che le condizioni di salute sono peggiorate, le autorità e i giudici dovranno cambiare idea?”.
Lei si è stretta nelle spalle, dubbiosa come sempre.
Ho continuato a chiedere: “Forse, dopo che Israele ha pagato un risarcimento alla Turchia per aver ucciso i suoi cittadini, l’atteggiamento verso Dror cambierà? Forse ora, prima e dopo il Yom Kippur ( “Giorno dell’espiazione”), le autorità dovranno riconoscere il diritto di una madre anziana a vedere suo figlio, forse per l’ultima volta.”
Lei mi ha lanciato uno sguardo indulgente come se fossi una ragazza ingenua.
E così abbiamo avuto tempo per chiacchierare. Ha ricordato le manifestazioni contro gli ordini di detenzione amministrativa durante il periodo del mandato britannico. Da lì siamo passate al suo lavoro come infermiera durante la guerra del 1948. “Gli odori, le immagini e le voci sono incise in me” ha raccontato. Il sangue che gocciolava e gli stivali bianchi del personale medico saltare nelle pozzanghere di sangue. Il cantante che cantava per i feriti e il ferito accecato che piangeva, le sue dita che suonavano un flauto immaginario.
Il disgusto per le guerre è sfociato in attività nel partito comunista.
“Di tutte le cose orribili che accadono, il divieto di vedere mio figlio è niente”, ha detto.
“E ‘difficile per me ma lo confronto a ciò che accade ad altre persone i cui figli vengono uccisi, le cui case vengono demolite. I malati che non ricevono permessi di uscita.
“Sono in una posizione eccellente. Ho aiuto, acqua calda, una casa. Guardo la mia situazione nel contesto delle tragedie che stanno accadendo agli ebrei israeliani e ai palestinesi, e non posso lamentarmi.”
Trad. Invictapalestina.org
fonte: http://www.haaretz.com/israel-news/.premium-1.746786