La lunga battaglia legale degli abitanti di Umm-al-Hiran

Foto di copertina: Agli abitanti di Umm-al-Hiran sono stati offerti appezzamenti di terra di 800 mq vicino alla città beduina di Hura e una compensazione finanziaria.

Dopo una lunga battaglia legale gli abitanti di Umm-al-Hiran attendono con ansia che Israele  demolisca le loro case

A Umm-al-Hiran, villaggio beduino nel Negev, la famiglia allargata di Abu Alkiyan si è preoccupata di raccogliere in fretta e furia le proprie cose – per portare via da casa materassi, specchi e giocattoli.

E’ successo martedì, giorno in cui era prevista la demolizione della casa considerata illegale dal governo. Ora, dopo che la polizia ha rinviato l’azione, hanno tempo fino al 30 novembre prima che l’attuale ordine del tribunale sia eseguito.

“Stiamo portando avanti questa battaglia da molti anni, si tratta di una battaglia per la pace”, ha detto un abitante di Umm-al-Hiran, Abed al Rahman di 52 anni, nato nel villaggio. “Non vogliamo dar fastidio a nessuno, siamo esseri umani che vogliono solo vivere”.

Gli abitanti del villaggio sostengono che il desiderio del governo di spostarli in città beduine pianificate, come Rahat o Hura, cambierà il loro stile di vita rurale. “Siamo qui perché ci piace qui. Non avremmo lottato se non amassimo questo modo di vivere”, ha detto Rahman.

Umm-al-Hiran è stato teatro di una lunga battaglia legale durata 13 anni tra i suoi residenti beduini e lo stato. I residenti, rappresentati da Adalah – Il Centro Legale per i Diritti della Minoranza Araba in Israele, furono spostati nel 1956 per ordine militare e lì reinsediati dall’IDF, dopo essere stati sfrattati nel 1948 dalla terra su cui vivevano.

Benché i beduini vivano nella zona da decenni, alla comunità non è mai stato riconosciuto il titolo legale alla terra. Così, nel 2015 una sentenza della Corte Suprema, ha autorizzato il piano dello stato che prevede la demolizione delle case di circa 700 persone. E’ ora previsto che al posto del vecchio Umm-al-Hiran nasca le nuova città di Hiran, per famiglie ebree per lo più religiose.

Gli abitanti, martedì mattina presto, sono stati salutati da un altoparlante che ha attraversato il villaggio con il volume al massimo, chiamandoli per protestare contro i bulldozer di cui si riteneva essere imminente l’arrivo. Tra i residenti c’erano Ayman Odeh e Bassel Ghattas di Joint List MK, che hanno trascorso la notte lì.

“Questa storia riguarda il governo che, prima ha portato i residenti beduini in questo luogo, e poi, dopo 60 anni, li sostituisce con i residenti ebrei”, ha detto martedì Ayman Odeh al Jerusalem Post, parlando da lì. Lunedì, l’MK sul suo account Twitter ufficiale ha definito ogni tentativo di demolizione “una linea rossa e pericolosa”.

Bassel Ghattas ha detto che la soluzione è quella di riconoscere il villaggio non riconosciuto oppure raggiungere un compromesso: “Possono parlare con la gente di qui e trovare una soluzione, sia all’interno del nuovo insediamento, che non può essere basato su linee etniche, oppure possono rimanere qui”, “[I residenti] sono pronti a prendere in considerazione soluzioni che si adattino alla pianificazione generale della regione. Ma il governo vuole semplicemente demolire e cacciarli.”

Ci sono circa 160.000 beduini che vivono nel Negev e circa la metà di quella popolazione risiede in villaggi non riconosciuti.

Ai residenti di Umm-al-Hiran sono stati offerti  appezzamenti di terreno di 800 mq. nella vicina città beduina di Hura, insieme ad una compensazione finanziaria.

Un certo numero di attivisti ebrei, tra cui giovani dell’AJEEC – il centro arabo-ebreo per l’uguaglianza, responsabilizzazione e cooperazione – era tra i manifestanti di martedì.

“L’idea che si possa pensare di sostituire un gruppo di cittadini con un altro è intollerabile”, ha detto il dottor Yeela Raanan, docente presso il Sapir College. “In questo momento abbiamo una spruzzatina di ebrei, ma ce ne dovranno essere migliaia.”
traduzione di Simonetta Lambertini – Invictapalestina.org
Fonte:http://www.jpost.com/Israel-News/Politics-And-Diplomacy/After-long-legal-battle-Umm-al-Hiran-residents-anxiously-await-Israeli-demolition-473359

Tempo scaduto? Lo Stato annuncia la demolizione imminente villaggio beduino

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I residenti di Umm el-Hiran rimorchiano acqua potabile al loro villaggio, Umm el-Hiran. Le autorità israeliane hanno rifiutato di collegare villaggi non riconosciuti come Umm el-Hiran alle reti di acqua ed elettricità nazionali del paese, e si rifiutano di fornire loro i servizi più elementari. (Activestills.org)

21 Nov 2016, Edo Konrad

 

Le autorità, martedì mattina, inizieranno la demolizione del villaggio beduino non riconosciuto di Umm al-Hiran – al fine di sostituirlo con una città ebraica.

 

Dopo l’annuncio, Adalah – Il Centro Legale per i Diritti della Minoranza Araba in Israele – aveva presentato una richiesta urgente alla Corte di Giustizia di Be’er Sheva per bloccare il processo di demolizione, che però è stata respinta. Secondo Adalah, l’ILA ha annunciato di aver assunto un imprenditore privato per svolgere la demolizione a costo di 119.000 NIS (circa 30.760 $).

I residenti di Umm al-Hiran segnalano che le forze di polizia sono già arrivate nel villaggio pronte per la demolizione di martedì, e chiedono agli attivisti di tutto il paese di raggiungere il villaggio per impedirla. Molti parlamentari arabi presidiano da lunedì sera il villaggio e invitano gli israeliani a unirsi a loro per evitare “devastazione e distruzione”.

[Aggiornamento, martedì 11:15 a.m .: La polizia ha temporaneamente posticipato la demolizione dopo che attivisti e membri della Knesset hanno trascorso la notte nel villaggio]

L’annuncio arriva più di un anno e mezzo dopo che l’Alta Corte di Giustizia di Israele, governata da una maggioranza di 2 a 1, ha autorizzato il piano dello Stato di demolizione di Umm al-Hiran, con il dislocamento di centinaia di suoi residenti al solo scopo di costruire sulle sue rovine una nuova città ebraica di nome “Hiran”.
I futuri abitanti di Hiran, legati alla colonia cisgiordana di Susya, vivono attualmente in roulotte in un accampamento nell’adiacente foresta Yatire. Poiché il governo israeliano si rifiuta di riconoscere Umm al-Hiran, per decenni ha negato ai suoi residenti acqua e energia elettrica; nel frattempo, invece, ai futuri abitanti dell’Hiran ebraica sono già stati erogati tali servizi da parte dello Stato e del Fondo Nazionale Ebraico (JNF).

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Bambini beduini partecipano ad una dimostrazione fuori della Corte del Distretto di Be’er Sheva contro la progettata demolizione di Umm al-Hiran ed Atir, due villaggi beduini non riconosciuti nel deserto del Negev israeliano, 3 marzo 2016. ( fotografia: Oren Ziv / Activestills.org)

I residenti di Umm al-Hiran furono espulsi dalla loro terra d’origine, a Khirbet Zubaleh, nel 1956 per ordine del governo militare. Benché l’Alta Corte abbia riconosciuto che i residenti, appartenenti alla tribù Abu al-Qian, non sono intrusi illegali – come inizialmente sostenuto da parte dello Stato – ha stabilito che, poiché ora si trovano su “terra dello stato”, le autorità hanno il potere di fare ciò che vogliono di quella terra.
La decisione dello Stato di demolire Umm el-Hiran – e il rifiuto dell’Alta Corte di impedire la demolizione – crea in modo efficace un precedente per adottare lo stesso ordine del giorno contro altri villaggi beduini non riconosciuti nel Negev, così come contro le comunità arabe non riconosciute in tutto Israele.
Come la mia collega Natasha Roth osservò l’anno scorso, un insediamento ebraico nel Negev è stato considerato fin da prima della fondazione dello Stato, l’ultima frontiera del sionismo – un’impressione inculcata soprattutto dalla visione di David Ben-Gurion, primo ministro del paese. “E’ nel Negev che il popolo di Israele sarà messo alla prova”, disse Ben-Gurion nel 1950.
“Solo con uno sforzo congiunto… potremo compiere la grande missione di popolare il deserto e farlo fiorire… Questo sforzo determinerà il destino dello Stato di Israele e la posizione del nostro popolo nella storia del genere umano.” Diversi anni dopo ribadì: “Il Negev è una grande risorsa sionista, non esiste niente in tutto il paese che possa sostituirlo.”

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Un beduino del Negev parla alla Public Truth Commission di Zochrot dell’espulsione dei residenti beduini del Negev durante la guerra del 1948. Be’er Sheva, 10 dicembre 2014. (Ahmad al-Bazz / Activestills.org)

Cerchiamo di essere chiari sulle circostanze che portano alla distruzione di Umm al-Hiran: gli abitanti del villaggio sono cittadini israeliani con gli stessi diritti di tutti gli altri cittadini israeliani. Erano cittadini nel 1956, quando furono espulsi dalla loro terra da un regime militare brutale – che ha dominato sui cittadini palestinesi di Israele fino a quando nel 1966 non fu finalmente abolito, un anno prima che Israele imponesse un regime militare alla Cisgiordania e a Gaza. Restano cittadini israeliani nel 2016, mentre vengono espulsi una seconda volta per nessun altro motivo se non che non sono ebrei.
Diverso dal caso di Umm al-Hiran, quello di Amona, insediamento in Cisgiordania avamposto illegale anche secondo la legge israeliana. Amona è stato costruito negli anni ’90 su di un terreno di proprietà privata palestinese, i proprietari delle terre si sono rivolti a un tribunale israeliano per riavere la loro terra e hanno vinto. La Corte ha concesso al governo diversi anni per effettuare lo sgombero, con un termine fissato alla fine del 2016. La lotta per il destino di Amona ha minacciato di far cadere il governo Netanyahu, portando i suoi ministri di estrema destra a eliminare tutti gli ostacoli – tra cui un tentativo in massa di legalizzare retroattivamente oltre 100 avamposti.

A differenza di Amona, che è stato costruito con il furto di terreni privati palestinesi in un territorio sotto occupazione militare belligerante, gli abitanti di Umm al-Hiran hanno costruito il loro villaggio dopo che lo Stato li aveva espulsi dalla loro terra. Ma i coloni di Amona hanno dietro un intero apparato – quello che garantisce che nel caso in cui l’avamposto venga evacuato, la farà pagare cara. I residenti di Umm al-Hiran, che sono fra i cittadini più poveri del paese, semplicemente non hanno questo privilegio.

 

Trad. Invictapalestina

Fonte: http://972mag.com/times-up-state-announces-immediate-demolition-of-bedouin-village/123285/

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