Una moschea nella città di al-Ludd (Lod) ha ricevuto lunedì, per la prima volta, una multa di 200 euro inviata dalla municipalità israeliana per il volume del muezzin durante i richiami alla preghiera, considerato “inquinamento acustico”.
Questo avviene in seguito a una proposta di legge sostenuta da Netanyahu che prevede di vietare l’uso degli altoparlanti “in tutte le moschee in Israele.”
Non solo il governo israeliano si prende gioco del 20% di cittadini musulmani israeliani, ma visto che Israele non ha mai dichiarato i suoi confini e si è annesso illegalmente Gerusalemme Est, la decisione, in realtà, riguarda molte più cose che la sola libertà di culto in Israele.
Un buon numero di moschee a Gerusalemme Est, come quella di Abu Dis in periferia, si è già visto vietare all’inizio di novembre il richiamo del muezzin al mattino, dopo che i coloni avevano protestato fuori dalla casa del sindaco. E questo nonostante che le moschee avessero rispettato il volume (numero di decibel) regolamentato e autorizzato.
Ma a quanto pare, non è tanto il volume della preghiera che disturba i coloni quanto il fatto che questo ricorda che ci sono ancora dei palestinesi a Gerusalemme.
Un altro esempio del grande “tolleranza” di Israele, stato religioso, che si dipinge come tale, ma che poi viola la libertà di culto quando non si tratti di ebrei.
Traduzione Simonetta Lambertini – Invictapalestina.org
Fonte: http://oumma.com/223949/israel-premiere-amende-a-une-mosquee-appel-a-priere