Arts and Culture 2 January 2017
Il cortometraggio del regista britannico Martin Ginestie, In Defense of the Rocket, può essere descritto in una frase: l’ascesa e la caduta del processo di pace in Medio Oriente in foto notizie con 7ª Sinfonia di Beethoven.
Anche se precisa, questa descrizione non può rendere giustizia all’impatto visivo ed emotivo dei sei minuti del film.
Guardalo qui sopra.
Completato nel 2015, negli ultimi mesi In Defense of the Rocket è stato proiettato in numerosi festival, all’International Documentary Film Festival di Amsterdam in prima assoluta, all’HotDocs in Canada, così come a Sarajevo e Milano.
“Linea rossa”
Ginestie ha detto a The Electronic Intifada che il titolo è stato l’aspetto più problematico del film.
“Nei festival ho sicuramente trovato persone che si sono sentite offese dal titolo,” ha dichiarato Ginestie. “Ma quello era lo scopo.”
“Il momento di ispirazione per il film è arrivato con il bombardamento di Gaza nel 2014, quando ho cercato di trovare qualcosa di positivo in questo evento”, ha aggiunto Ginestie. “E’ stato molto difficile trovare qualcosa di positivo.”
“L’ambizione del film era quella di provocare i liberali occidentali – all’epoca c’era un sacco di simpatia per i palestinesi, ma molto poca per la resistenza armata”, ha aggiunto Ginestie. “E’ stata una specie di linea rossa. Volevo provocare la gente, non sostenere la resistenza armata – non siamo noi a decidere come i palestinesi debbano resistere alla colonizzazione – ma convincere le persone a ripensare il dibattito occidentale circa l’uso della violenza ”
“Volevo fare un film che ripercorresse gli ultimi 20 anni della politica palestinese e dare una qualche logica storica a ciò che la resistenza palestinese stava facendo”, ha detto Ginestie.
Anno zero?
Ma anche ottenere questo dibattito è difficile nei paesi europei con il giro di vite sulla libertà di espressione sempre più stretto.
Ginestie ha detto che il gruppo politico francese Égalité et Réconciliation gli ha chiesto di poter mettere il film sul suo sito web, avvertendo però di non poterlo fare utilizzando il titolo inglese per paura di essere perseguiti secondo le leggi francesi che vietano “apologia del terrorismo” o la giustificazione del terrorismo.
Così Ginestie ha accettato di cambiare il titolo francese in Palestina année zéro (Palestina anno zero) che era stato il suo titolo provvisorio.
“Sentivo come se questo dovesse essere l’ultimo chiodo nella bara del processo di pace, il momento in cui tutti possono vedere che il processo che va avanti da 20 anni è un’assurdità. Così poteva essere una sorta di anno zero da cui, tra le macerie di Gaza, sarebbero emerse nuove possibilità”, ha detto.
Ma la guerra di Gaza del 2014 è stata davvero un anno zero per la Palestina, quando il “processo di pace” si rifiuta di morire, a prescindere da quante volte abbia avuto il suo elogio funebre?
“Credo che per un sacco di persone più giovani, lo sia sicuramente stato”, insiste Ginestie. “E per le persone più anziane a cui non è mai interessato o che sapevano abbastanza per prendere posizione, per così dire.”
Secondo Ginestie, la guerra di Gaza è stato un momento “in cui le cose hanno oscillato massicciamente a favore dei palestinesi, nel mondo reale – anche negli Stati Uniti – non nel falso mondo della politica. E alla fine, è questo che scriverà la storia, non John Kerry o Donald Trump”.
Traduzione Simonetta Lambertini – Invictapalestina.org
Fonte: https://electronicintifada.net/blogs/ali-abunimah/watch-short-film-defense-rocket