ISRAELE SOFFIA SUL FUOCO MENTRE CRESCE ESPONENZIALMENTE IL NUMERO DELLE VITTIME PALESTINESI

Demolizioni di case punitive di Israele hanno lasciato senza casa decine all'inizio di questo mese. Ahmad Al-Bazz Activestills
Demolizioni di case punitive di Israele hanno lasciato senza casa decine all’inizio di questo mese. Ahmad Al-Bazz Activestills

di Maureen Clare Murphy (*) 

Rights and Accountability

01 dicembre 2015

Mentre i leader militari israeliani dicono che non è possibile prevedere una fine per l’attuale ondata di violenza, il primo ministro Benjamin Netanyahu  soffia sul fuoco con   l’esercito che procede alla distruzione delle  case appartenenti a famiglie di palestinesi uccisi durante presunti attacchi contro gli israeliani.

I palestinesi hanno indetto un “giorno di rabbia” dopo che le forze israeliane domenica hanno colpito a morte  Ayman Samih al-Abbasi, 17 anni, nel quartiere Silwan di Gerusalemme Est occupata.

Israele ha affermato che il giovane è stato colpito dopo che i manifestanti hanno lanciato bombe incendiarie contro i soldati israeliani. I  palestinesi dicono, invece,  che la zona era tranquilla prima dell’uccisione del ragazzo, e che gli scontri  sono scoppiati solo in seguito.

Più di 100 palestinesi sono stati uccisi dal 1 ° ottobre, molti dei quali con modalità che le organizzazioni per i diritti umani e osservatori internazionali hanno denuciato come esecuzioni sommarie.

Secondo il New York Times diciannove israeliani, uno palestinese e uno americano sono stati uccisi da aggressori palestinesi nello stesso periodo.

Esecuzioni

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La madre di Ayman al-Abbasi tiene la foto di suo figlio nella loro casa nel quartiere di Ras al-Amoud di Gerusalemme il 30 novembre. Il 17-year-old è stato ucciso dai soldati israeliani durante la notte. Immagini Mahfouz Abu Turk APA

La settimana scorsa il gruppo israeliano per i diritti  B’Tselem ha aspramente criticato Netanyahu per “la trasformazione degli agenti di polizia, e anche di civili armati, in giudici e carnefici”.

Le decine di palestinesi uccisi nelle strade comprendono diversi bambini, come  Hadil Wajih Awwad. 13 anni. Un filmato della sicurezza ha  dimostrato che quando Hadil è stato colpito  a morte e  suo cugino di 16 anni gravemente ferito, in un mercato di Gerusalemme,  i due non rappresentavano un pericolo imminente.

Nel mese di ottobre, Netanyahu ha annunciato che Israele avrebbe accelerato la demolizione delle case  dei”terroristi”.

La vendetta delle demolizioni  nel mese di novembre ha lasciato  decine di famiglie senza casa e due palestinesi sono morti durante le proteste.

Israele afferma che questa strategia, utilizzata esclusivamente contro i palestinesi e mai contro gli ebrei, scoraggia gli attacchi. Ma anche il suo esercito ha smentito questa affermazione.

Nel frattempo, il ministro della difesa israeliano Moshe Yaalon lunedì ha riferito al parlamento del suo paese, la Knesset, che non prevede la fine dell’ondata di violenza  in un prossimo futuro.

“Ci sono giorni con più attacchi o minor numero di attacchi, ma non c’è modo per arrestare o spegnere questa faccenda,” ha detto.

Il quotidiano di Tel Aviv Haaretz ha riferito il giudizio sulla rivolta espresso da un alto comandante israeliano che la settimana scorsa ha detto:  “Sarà lunga … Io non  vedo cedimento nei prossimi mesi e non posso dire se si trasformerà in una escalation più ampia”.


Punizione collettiva

Israele era già quasi del tutto sicuro del risultato mentre il suo esercito si preparava a distruggere una casa appartenente alla famiglia di un giovane palestinese ucciso la scorsa settimana.

Muhammad Ismail Shubaki, 19 anni, avrebbe accoltellato e ferito gravemente un soldato israeliano prima di essere ucciso vicino al campo profughi di al-Fawwar, a sud della città occupata di Hebron.

Un video mostrava come i soldati guardavano Shubaki contorcersi per il dolore e negandogli un trattamento di primo soccorso. L’adolescente è morto più tardi per le ferite.

Molte altre famiglie palestinesi devono affrontare la demolizione delle proprie case dopo che i loro parenti sono stati uccisi in presunti attacchi, nonostante la protesta da parte delle Nazioni Unite e gruppi per i Diritti Umani che definiscono  queste  pratiche  punizioni collettive in violazione del diritto internazionale.

Fra queste anche la famiglia di Ashraqat Qatnani, una ragazza di 16 anni colpita a morte dai soldati israeliani dopo essere stata investita da un colono al checkpoint di Huwwara nel novembre scorso.

Testimoni hanno detto al News Agency Ma’an che le forze israeliane hanno fatto irruzione a casa della ragazza nel campo profughi di al-Askar, nel nord della città di Nablus.

I soldati hanno invaso anche la casa della famiglia di un altro bambino ucciso a Huwwara, 16 anni, Alaa Khalil Hashash, così come la casa di  Baseem Salah, 38  anni, che è stato ucciso la Domenica dopo presunto accoltellamento e il ferimento di un ufficiale israelianoe nei pressi della Porta di Damasco nella Città Vecchia di Gerusalemme.

Ma’an ha riferito che l’esercito ha fatto irruzione anche nelle abitazioni di due palestinesi che presumibilmente venerdì hanno effettuato attacchi veicolari separati verso soldati israeliani in Cisgiordania.

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Le forze israeliane vicino al corpo di Omar al-Zaaqiq, che è stato ucciso dopo aver presumibilmente lanciato la sua auto contro un gruppo di soldati israeliani nel villaggio di Beit Ummar il 27 novembre. Immagini Wisam Hashlamoun APA


Sia Omar al-Zaaqiq, 19 anni, del villaggio di Beit Ummar nei pressi di Hebron, e Fadi al-Khasib, 25 anni, del quartiere Ein Misbah di Ramallah, sono stati uccisi dopo il presunto ferimento  di sette soldati israeliani.

Al-Khasib è stato ucciso da un colono israeliano nello stesso modo vicino alla colonia di Kfar Adumim fuori Gerusalemme, dove suo fratello  Shadi è stato ucciso cinque giorni prima dopo aver presumibilmente lanciato la sua auto contro un veicolo che trasportava coloni israeliani. Israele ha detto che Shadi aveva tentato un attacco, ma la sua famiglia riferisce che è stato ucciso da un colono a sangue freddo.

il sito di notizie Quds ha riferito  Venerdì che i corpi dei fratelli al-Khasib sono trattenuti da Israele insieme a quelli di tre dozzine di altri palestinesi uccisi durante presunti attacchi.

Attacco durante un funerale

Nel frattempo, le forze israeliane hanno ucciso tre palestinesi in Cisgiordania Giovedi scorso.

Khalid al-Jawabreh, 19 anni, è stato colpito allo stomaco durante scontri con i soldati israeliani nel campo profughi di al-Arroub vicino a Hebron.

Un altro giovane, 21 anni, Yahya Taha, è stato colpito alla testa dai soldati israeliani durante un’incursione   nell’area di Gerusalemme di  Qatanna.

L’agenzia di notizie Ma’an ha riferito che Taha è stato “lasciato a terra sanguinante per più di un’ora e mezza, mentre i soldati israeliani hanno negato alle ambulanze palestinesi l’accesso per la somministrazione delle cure mediche.”

Decine di persone sono state costrette all’inalazione di gas lacrimogeni dopo che le forze israeliane hanno attaccato il funerale di Taha in Qatanna.

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La madre di adolescente ucciso Khalid al-Jawabreh piange durante il funerale di suo figlio nel campo profughi di al-Arroub il 27 novembre. Anne Paq Activestills


E’ stato riferito che un terzo uomo   è stato  ucciso dopo aver tentato di accoltellare un soldato israeliano ad un posto di blocco vicino a Nablus.

E ‘stato identificato dal ministero della salute dell’Autorità palestinese come Samer Hasan Sirisi 51 anni.

Citando il ministero della salute, l’agenzia di stampa palestinese IMEMC ai nostri microfoni ha riferito che “sono stati chiamati  medici israeliani  sul posto, ma si trovavano distanti per fornire all’uomo le cure mediche di primo soccorso”.

Centinaia di soldati invadono Shu’fat per demolire una casa

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Centinaia di soldati israeliani hanno invaso,  Mercoledì 2 dicembre a mezzogiorno, il campo profughi di Shu’fat, a Gerusalemme occupata, dopo aver circondato completamente il campo si è fatta  esplodere una casa palestinese – causando danni strutturali ad un certo numero di case vicine. Le centinaia di soldati sono stati dispiegati in diverse parti del campo profughi, mentre i cecchini si sono posizionati sui tetti di molti edifici.

La proprietà demolita era al terzo piano di un edificio residenziale, di proprietà di Ibrahim al-‘Akari, ucciso dall’esercito israeliano lo scorso anno.

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L’avvocato della famiglia Midhat Deeba ha riferito che i soldati hanno demolito parti della proprietà e poi hanno cablato per farla esplodere.

Deeba ha aggiunto che la casa vicina dei fratelli   al-‘Akari è stata gravemente danneggiata dall’esplosione. Le famiglie sono state sgomberate dalle loro proprietà prima di fare  esplodere la casa di al-‘Akari.

L’invasione israeliana e la demolizione hanno portato a scontri tra i soldati e decine di giovani locali in diverse parti del campo profughi, mentre un certo numero di combattenti della resistenza palestinese armati hanno sostenuto uno scontro a fuoco con i soldati invasori nel quartiere at-tehta, nelle vicinanze della casa della famiglia  al-‘Akari.

Decine di abitanti hanno lanciato pietre e bottiglie vuote contro i soldati invasori che hanno sparato proiettili veri, proiettili di acciaio ricoperti di gomma e lacrimogeni, causando molti feriti. Alle equipe mediche è stato impedito dalle forze israeliane di entrare nel campo profughi circondato.

I soldati hanno anche circondato le case di Mohammad Ali  e Ahmad Salah, ​​che sono stati entrambi uccisi dall’esercito nel mese di ottobre. Vale la pena ricordare che il corpo di Ali è ancora detenuto dalle autorità israeliane, che rifiutano di restituirlo alla famiglia.

Scontri hanno avuto luogo ad ‘Anata, situata nelle vicinanze. Lì, i soldati israeliani hanno sparato numerosi colpi di proiettili veri verso una sassaiola di giovani.

Il 31 dicembre 2014, la Corte Suprema israeliana ha approvato ordine di demolizione per  quattro case appartenenti a palestinesi uccisi, a Jabal al-Mokabber e nel campo profughi di Shu’fat.

trad. Invictapalestina

fonti:

https://electronicintifada.net/blogs/maureen-clare-murphy/israel-fans-flames-palestinian-death-toll-soars

http://www.imemc.org/article/74089

(*) Maureen Clare Murphy is the managing editor of The Electronic Intifada and lives in Chicago.

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