FOTO Copertina – Dietro le quinte: Feryal Abbasi-Ghnaim crea i modelli fatti a mano disponibili su Tatreez & Tea. (Collezione dell’autore)
Arti e mestieri popolari che deliziano con colori, modelli e design possono richiedere abilità che non incoraggiano ad imparare, e il ricamo palestinese non fa eccezione. Per Wafa Ghnaim, tuttavia, il ricamo è molto più di una abilità. Imprenditrice palestinese nata negli Stati Uniti, scrittrice e artista, Ghnaim ha cucito insieme un libro di ricamo, intitolato Tatreez & Tea: Embroidery and Storytelling in the Palestinian Diaspora che racconta i fili di una forma d’arte tradizionale e allo stesso tempo espressione di identità spezzati dalla guerra e dalla dislocazione in tutta la Palestina, Giordania, e negli Stati Uniti.
Wafa Ghnaim sostiene che nel corso degli anni il ricamo palestinese ha sacrificato gran parte del suo significato e ruolo di custode della cultura palestinese sull’altare della commercializzazione. Un ruolo chiave del ricamo è la narrazione. “Anni fa, nella vita del villaggio palestinese, le donne e le ragazze non andavano a scuola per imparare a leggere e scrivere. Avevano bisogno di esprimersi e lo hanno fatto attraverso il potere narrativo del ricamo palestinese. Nello scegliere un motivo, creare un abito ricamato e indossarlo per un’occasione particolare, potevano esprimere la loro protesta o stato d’animo”, ha scritto in uno scambio di e-mail.
Ghnaim attraverso il ricamo racconta la sua infanzia di palestinese nella diaspora e comunica al lettore una storia centrale che ha toccato in molti modi tutti i palestinesi: la Nakba del 1948 – la catastrofe che ha colpito il popolo palestinese con l’espulsione da centinaia di città e villaggi quando fu fondato Israele. Mentre non mancano commenti su questo evento storico, il libro di Wafa Ghnaim mette in luce i dati personali dell’esperienza della Nakba fatta dalla sua famiglia. “La maggior parte delle persone non palestinesi non ha mai sentito la storia di una famiglia nella Nakba, ed è importante che lo faccia” per capire quali sono le difficoltà fondamentali e il significato di essere palestinesi nella diaspora, ha spiegato.
Nata nel Massachusetts da genitori palestinesi, Ghnaim è cresciuta in una casa dove i racconti della storia e della cultura palestinesi, tra cui la Nakba, si sono intrecciati con la sua infanzia. “Mia madre per andare a scuola ci vestiva con abiti ricamati e presto abbiamo imparato il significato di disegni come i ‘Missili’, i ‘Giardini,’ e gi ‘Uccelli'”, ha detto Ghnaim. Sua madre, Feryal, è originaria di Safad nel nord-est della Palestina storica, ed è stata dislocata due volte: “Prima a Damasco nel 1948 e in seguito ad Amman nel 1979”, ha detto Ghnaim.
Quando i suoi genitori si trasferirono negli Stati Uniti, la madre di Ghnaim cercò il modo per condividere la sua cultura e la sua storia con la comunità e già nel 1989 aveva presentato una domanda di sovvenzione per scrivere un libro sul ricamo, che fu respinta. Ecco un estratto della proposta:
Vorrei poter pubblicare un libro sulla mia esperienza nel ricamo e sulle storie che ho sentito raccontare da mia madre e mia nonna che sono dietro alle nostre creazioni. I disegni dei ricami palestinesi e i modelli non sono solo belli, ma hanno anche un significato. Insegnano alle generazioni future la natura della Palestina e la storia e la situazione politica delle donne palestinesi; raccontano le nostre storie. Ci sono molti argomenti che desidererei che ogni donna potesse leggere in questo libro e vorrei far conoscere meglio il nostro ricamo. Sto aspettando di poter avere le risorse per pubblicare un libro per mostrare i disegni in modo chiaro, così da permettere ad ogni donna di provare a copiarli su tessuto per poter condividere anche la sua personale storia. Estratto, domanda di sovvenzione di Feryal Abbasi-Ghnaim, 1989.
Ciò nonostante, la madre di Ghnaim ha continuato a coinvolgere la comunità con il ricamo, viaggiando con le sue figlie in giro per gli Stati Uniti per mostre e conferenze. “Durante la scuola elementare e il liceo, mia madre veniva come insegnante ospite per fare lezione ai miei compagni di classe sul ricamo e la cultura palestinesi”, ha ricordato Ghnaim. Ma sorsero problemi. “Iniziammo a ricevere telefonate minacciose e affrontammo molestie e bullismo.” Vestirsi come araba, palestinese, o semplicemente apparire come immigrate era una “prova inequivocabile” delle nostre diverse identità, ha detto con rammarico Ghnaim. La famiglia si trasferì in Oregon nel 1989.
Intervista di IPS con Feryal Ghnaim:
Non molto più tardi, nella vita di Wafa Ghnaim la devozione della madre per il ricamo tradizionale palestinese è diventato un proprio impegno personale. Nel suo libro suggerisce che il ricamo, così come è stato un mezzo per la narrazione in un contesto locale in Palestina, può riflettere anche il suo mondo per mantenere viva la tradizione. “Come per la mia bisnonna, mia nonna e mia madre, il ricamo conserva il potere di raccontare anche le mie storie nella diaspora”, ha spiegato.
Il rapporto personale di Wafa Ghnaim con il ricamo non è stato ispirato solo dalla madre, ma anche da un viaggio per trovare se stessa. Come palestinese nella diaspora, l’accettazione e l’assimilazione sono stati cruciali. “Volevo adattarmi e essere parte di una comunità”, ha detto. A volte questa ricerca l’ha messa ad una grande distanza da retaggio e patrimonio palestinesi, anche se, ha concluso, questa distanza l’ha anche aiutata ad ampliare la sua comprensione del mondo, di se stessa e della complessità della propria identità, compreso il suo ruolo nel sostegno alla Palestina. Con l’espandersi del movimento di solidarietà palestinese negli Stati Uniti, Ghnaim ha riconosciuto una miriade di contraddizioni e tensioni. Crede che il movimento non offra molto spazio agli artisti, tendendo a valorizzare soprattutto “attivisti, accademici e finanziatori di peso.” Considera il suo libro come un modo per colmare questa lacuna attraverso arte e scrittura.
Oltre a mettere in evidenza 27 modelli di ricamo, Ghnaim offre al lettore una guida per interpretare i motivi di ciascun modello. Cominciando con ‘L’arte di bere il tè’, alla base della tradizione dell’ ospitalità palestinese, Ghnaim introduce i lettori alla narrazione di un ambiente tradizionale palestinese, seguita da una guida su come ricamare e interpretare i modelli. In un capitolo intitolato ‘Il giorno tempestoso del 1948’, Ghnaim condivide l’esperienza della sua famiglia nella Nakba con motivi di ricami che meglio hanno catturato l’essenza del rapporto della sua famiglia con il dislocamento e la diaspora.
Un ricamo particolare si distingue fra gli altri: ‘La storia di Cleopatra’. Ghnaim ha iniziato il lavoro nel 1995, ma lo ha terminato quasi due decenni più tardi, nel 2015. “Ho voluto nascondere questo fatto ai miei lettori”, ma nell’ammettere la quantità di tempo che ha impiegato per finire questo pezzo riflette “è il mio viaggio per diventare quello che sono oggi,” ha detto. Per lei, annodare l’ultimo punto è stato “di trasformazione”. Riflettendo sui modi in cui il ricamo ha cucito insieme storie, persone, tempi e luoghi, Ghnaim afferma che “non è mai troppo tardi per connettersi con la propria identità e patrimonio.”
Traduzione Simonetta Lambertini – Invictapalestina.org