FOTO Copertina – Lo stemma palestinese, l’Aquila di Saladino, prima (a destra) e dopo (a sinistra) l’Autorità Palestinese, trasformato in un uccello pelle e ossa.
Il 4 gennaio, gli utenti palestinesi di Facebook hanno lanciato una tempesta di messaggi satirici in arabo contro l’Autorità Palestinese (AP) in risposta ad un post di Jamal Nazzal, membro del Consiglio rivoluzionario e portavoce dell’OLP. Il funzionario aveva condiviso una foto che metteva a confronto strade locali, prima e dopo l’istituzione dell’Autorità Palestinese. La metà superiore della foto, datata 1989, mostra combattenti della resistenza mascherati in marcia lungo una strada scarsamente sviluppata mentre il pubblico applaude. La metà inferiore della fotografia mostra una strada ben sviluppata, probabilmente in un quartiere elegante a Ramallah.
La giustapposizione delle due immagini fatta da Nazzal aveva lo scopo di lodare l’AP. Nella didascalia della fotografia si leggeva: “il sacrificio di quegli eroi [1989] ha aperto la strada all’Autorità Palestinese, la cui leadership ha assicurato le nostre realizzazioni.” Molti palestinesi hanno contestato la sua affermazione, perché nel giustapporre queste due immagini suggerisce un dubbio scambio: diritti umani palestinesi in cambio di sviluppo economico.
L’Autorità Palestinese è da tempo considerata un corpo che ha soffocato la resistenza palestinese attraverso “il coordinamento di sicurezza” con le forze di occupazione israeliane, perno centrale degli accordi di Oslo. Due pratiche emblematiche di questo rapporto sono la detenzione da parte dell’Autorità Palestinese di prigionieri rilasciati dai loro carcerieri israeliani e il monitoraggio e soppressione delle voci critiche.
Analogamente, i vantaggi economici promessi dall’Autorità Palestinese si sono dimostrati sfuggenti. La verità è che le disposizioni economiche degli accordi di Oslo, come sancito nel Protocollo di Parigi e dall’accordo del Cairo, hanno paralizzato l’innovazione palestinese con la costruzione di un quadro favorevole alla sicurezza di Israele, ignorando palesemente le elementari esigenze palestinesi come la libera circolazione e l’accesso alle risorse naturali. Il risultato è stato disastroso.L’economia palestinese dipende in gran parte dagli aiuti stranieri con una disoccupazione che si aggira intorno al 30%. Al di fuori di enclave come Ramallah, la povertà è prevalente. In queste condizioni, la corruzione dilaga in entrambi i settori, pubblico e privato. Non è una sorpresa che il 79% dei palestinesi creda che le istituzioni dell’Autorità Palestinese siano corrotte,come rileva il più recente sondaggio dell’opinione pubblica del Centro palestinese per la politica e la ricerca. Questa percezione è rafforzata in una lieve maggioranza che, contrariamente al post di Nazzal, crede che l’AP sia un peso piuttosto che una conquista per i palestinesi.
Questi fatti non li hanno dimenticati i molti palestinesi che sui social media hanno contestato la sfacciata valutazione dell’Autorità palestinese fatta da Nazzal usando l’hashtag # قبل_وبعد_السلطة (#pre_post_PA). Il popolare autore satirico Ali Qaraqe, fuggito in Turchia a causa della repressione subita dall’AP a causa della sua graffiante satira della leadership palestinese, ha invitato quasi 170K fan sui social media a prendere in giro la foto di Nazzal. Gli utenti hanno raffigurato il passaggio all’Autorità palestinese come banane che marciscono e un’aquila trasformata in pollo. Altri hanno preso di mira funzionari di Hamas e celebrità palestinesi.
Con l’hashtag diventato virale, Nazzal ha rimosso il post e lo ha poi ripubblicato in una versione modificata. Nel tentativo di allontanare le critiche, Nazzal ha modificato la didascalia quattro volte, a quanto dice la cronologia del post. Non è chiaro se l’Autorità palestinese abbia reagito all’attività on-line, anche se non è improbabile una ritorsione contro alcuni degli utenti con il blocco dei loro conti o la detenzione.
“Prima della AP c’erano caos e corruzione, dopo l’AP la corruzione è stata organizzata, grazie a Dio.”
“Prima della AP Nael Barghouti era prigioniero, dopo l’AP è ancora prigioniero.”
“Prima della AP ero chiamata palestinese, dopo l’AP sono chiamata una ‘rimpatriata.'”
“Prima della AP per i combattenti della resistenza c’era una prigione, dopo l’AP ce ne sono due.”
“Prima della AP un chilo di Falafel costava 1 NIS, dopo l’AP un panino costa 5 NIS”.
“Prima della AP era OLP, dopo che l’AP è diventata una ONG.”
“Prima della AP c’erano 120 mila coloni, dopo l’AP il loro numero è salito a 750 mila”.
“Prima della AP i palestinesi erano uguali sotto occupazione, dopo l’AP abbiamo palestinesi sotto occupazione e VIP.”
traduzione Simonetta Lambertini – Invictapalestina.org
fonte http://blog.palestine-studies.org/2017/01/11/before_after_pa/