Gli organizzatori dicono che circa 20.000 persone provenienti da tutto Paese e da tutti i partiti politici sono scese in piazza
Migliaia di palestinesi venerdì hanno partecipato in massa a manifestazioni per protestare contro le demolizioni di case effettuate dalle autorità israeliane all’inizio di questa settimana.
Undici case appartenenti a cittadini palestinesi di Israele sono state demolite nella città di Qalansawa, nella zona del Triangolo che separa il paese dalla Cisgiordania.
La demolizione delle case, che le autorità israeliane hanno detto essere state costruite con richieste di costruzione non autorizzate, ha portato allo sfollamento di decine di membri delle famiglie che ora sono senza tetto.
Gli organizzatori hanno detto che circa 20.000 persone sono scese in piazza provenienti da tutto il paese e da tutti i partiti politici, tra cui leader politici e nazionali.
I manifestanti ritengono la demolizione di case palestinesi in Israele come parte di una politica di vecchia data portata avanti dalle autorità per spezzare le loro comunità e cacciarli dalla regione.
‘Hanno trattato le persone in modo brutale’
L’accademico israelo-palestinese Yousef Jabareen, specializzato in pianificazione urbanistica, ha detto che all’interno di Israele e Gerusalemme ci sono quasi 100.000 case sprovviste di licenza in città e villaggi palestinesi.
Ottenere i permessi di costruzione è spesso un’impresa impossibile, ha detto, che costringe i cittadini a vivere in ghetti affollati.
Hassouna Makhlouf, la cui casa a Qalansawa è tra quelle demolite, ha detto: “Centinaia di agenti di polizia e le forze speciali hanno preso d’assalto la città accompagnati da bulldozer e altre macchine per la demolizione. Sono venuti armati come se fossero in procinto di conquistare un territorio”.
In dicembre, il primo ministro Benjamin Netanyahu aveva detto ai residenti dell’insediamento israeliano di Amona che avrebbe ordinato la demolizione di tutte le case senza licenza nella comunità israelo-palestinese.
Makhlouf ha detto: “Netanyahu si vuole vendicare sugli arabi per compiacere i coloni di Amona, ma io gli dico che il suo tempo finirà, che presto se ne andrà, e noi saremo qui e ricostruiremo le nostre case.”
Zuhair Makhlouf, anche lui con la casa demolita a Qalansawa, ha dichiarato: “Siamo rimasti sorpresi quando, improvvisamente martedì intorno alle sei, in migliaia tra forze speciali e polizia hanno preso d’assalto la città come se fossimo in uno stato di guerra.
“Hanno chiuso tutti gli accessi al paese e hanno attaccato chiunque si trovasse sulla loro strada. Hanno trattato con brutalità le persone e usato violenza; rompendo i finestrini di alcune auto che hanno incrociato.”
Ha continuato: “Ho vissuto in questa casa con i miei figli e non mi aspettavo che la demolizione arrivasse così all’improvviso. Mi sono impegnato per ottenere un permesso di costruzione, per 15 anni abbiamo chiamato le autorità per rimappare il processo di progettazione strutturale in modo da poter costruire. Tuttavia, Netanyahu indica chiaramente di preferire l’uso di metodi discriminatori nei nostri confronti e il dislocamento delle nostre famiglie.”
Altre proteste in programma
Mahasen Rabus, attivista e residente di Qalansawa che ha preso parte alle proteste, ha dichiarato: “La demolizione delle case dal 1948 è una strategia della politica di Israele contro i palestinesi, ed è parte di una politica per far desistere i palestinesi che vivono in Israele.
“Le autorità israeliane non permettono di costruire o espandersi, ottenere il rilascio dei permessi di costruzione è diventata un’impresa quasi impossibile. Inoltre, essendosi rifiutati di permettere di estendere i confini delle città arabe, in realtà, noi non abbiamo avuto altra scelta che costruire.”
Rabus ha aggiunto: “Se Netanyahu continua con questa politica verso di noi, allora intensificheremo la nostra resistenza per le strade e nelle aree strategiche, e non è esclusa la reale possibilità che dalle città e dai villaggi palestinesi in Israele scoppi un’Intifada (rivolta)”.
Il membro della Knesset Basilea Ghattas del partito Balad, commentando le proteste di oggi, ha detto: “Le proteste di massa e le manifestazioni presso le case demolite sono una prima risposta di tutto il nostro popolo contro il reato di demolizione.
“L’ampia partecipazione di tutte le città e paesi arabi indicano che il nostro popolo è unito nella sua risposta alla politica di Netanyahu di crescente razzismo contro i cittadini arabi.”
Ghattas ha aggiunto che sabato ci sarà un incontro ad Arara per decidere ulteriori iniziative per protestare contro le demolizioni.
Traduzione Simonetta Lambertini – Invictapalestina