Musicisti stanno inondando Israele: segno del fallimento del boicottaggio culturale?

Copertina – Il musicista britannico rock e co-fondatore dei Pink Floyd, Roger Waters, scrive con lo spray le parole ‘No Thought Control’ su un tratto del muro di separazione in Cisgiordania. AP

Un vero e proprio ponte aereo di artisti è in viaggio verso Israele, gli sforzi di Roger Waters e BDS sembrano essere vani. Un affermato produttore e attivisti di boicottaggio locali concordano: è una tendenza, e come tutte le altre, ha alti e bassi.

By Itay Stern Feb 19, 2017

Erano anni che gli appassionati di musica in Israele non avevano l’opportunità di godere di così tanti artisti d’oltreoceano. Un elenco parziale degli artisti che hanno in programma di esibirsi qui questa estate comprende i Radiohead, i Pixies, Justin Bieber, Aerosmith, Guns and Roses, Rod Stewart, Nick Cave, Tears for Fears, Grandaddy, Jose Gonzalez, Fatboy Slim, Jean-Michel Jarre, Paul Giovani, Vanessa Mae, Emir Kusturica e Ace of Base. L’elenco potrebbe includere altri top performer che hanno avuto buona accoglienza in Israele negli ultimi anni, tra cui i Rolling Stones, Madonna, Alice Cooper, Rihanna, Sia e Elton John.

È vero che oltre a questa schiera scintillante ci sono anche alcune cancellazioni clamorose, una delle più memorabili rimane quella del concerto dei Pixies nel 2010, solo pochi giorni prima della loro esibizione, seguita al fatale sequestro israeliano della nave Mavi Marmara a Gaza. Da quella cancellazione si sono di nuovo esibiti in Israele.

Tra gli artisti i cui nomi sono legati al movimento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) ci sono Elvis Costello, i Gorillas, Devendra Banhart e Annie Lennox. Alcuni di loro hanno dichiarato apertamente che il motivo della loro opposizione a esibirsi qui era la dominazione israeliana sui palestinesi. L’elenco comprende migliaia di artisti, persone del mondo accademico e cinematografico e intellettuali che hanno chiesto un boicottaggio culturale di Israele e delle sue istituzioni.

Quindi, il boicottaggio funziona? “In un primo momento, molti artisti hanno pensato che fare spettacoli in Israele li avrebbe penalizzati finanziariamente, ma poi hanno visto musicisti che si esibivano qui senza pagarne il prezzo. Hanno capito che il movimento delle sanzioni è marginale”, dice un autorevole giornalista israeliano che si è occupato della questione.

“Molte volte sono i politici delle due parti che creano problemi con il movimento BDS. I politici di destra ci guadagnano dicendo al mondo intero come sia contro di noi quando afferma che le cose qui sono un disastro a causa dell’occupazione. Di fatto il successo del movimento di boicottaggio è incerto.”

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Alice Cooper si esibisce in Israele, giugno 2016. Avishag Shaar Yeshuv

Conversazioni avute con alcuni produttori di primo piano che portano artisti internazionali in Israele confermano queste parole. Alcuni di loro dicono che il movimento di boicottaggio ha raggiunto il massimo in seguito all’incidente della Marmara, ma col passare del tempo la protesta è scemata. Guy Besser, uno dei proprietari della Blue Stone Productions, la società che ha portato qui Guns and Roses e Aerosmith, dice: “Il boicottaggio ha un’influenza solo marginale sugli artisti e quelli che vengono qui ripartono da ambasciatori di buona volontà. Dopo la loro performance si rendono conto dell’enorme divario tra quanto è stato detto loro per far pressione e la realtà locale. Notiamo l’indebolimento del boicottaggio di anno in anno, con Israele che sta diventando una sede legittima per spettacoli. In ultima analisi, la musica sconfigge la politica.”

L’aumento del numero di spettacoli è legato all’aumento del numero di produttori locali che sono entrati nel campo dell’organizzazione di concerti di artisti internazionali in Israele. “Il mercato è in ripresa”, continua Besser, “Ci sono molti operatori che cercano di portare qui artisti e il pubblico ha dato prova di essere uno straordinario consumatore di cultura, di saper godere degli spettacoli. La crescente concorrenza ha anche spinto verso il basso i prezzi dei biglietti e gli spettacoli sono diventati più accessibili.”

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Gut Besser crediti David Bachar

 

Guy Chadwick, solista nella band House of Love che si è esibito qui la scorsa settimana, è d’accordo con Besser nel dire che il suo gruppo non ha avuto nessuna preoccupazione a venire in Israele. Dice che da anni voleva venire in Israele e di non aver fatto molto caso alla situazione politica, dal momento che il suo interesse era per la storia e la cultura locali. Racconta che il suo agente aveva parlato ai componenti della band di possibili problemi come petizioni online se si fossero esibiti in Israele, dicendo che aveva avuto esperienze del genere con altri gruppi che aveva portato in Israele. Nonostante tutto dice Chadwick che non hanno incontrato alcuna opposizione.

Dan Sobovitz è un israeliano che ha lavorato per alcuni anni in una posizione di alto livello presso la sede dell’Unione Europea a Bruxelles. Parlando a titolo personale dice che il movimento BDS non è sentito a livello popolare in Europa. La questione israeliana interessa principalmente comunità ebree e musulmane, l’estrema destra e l’estrema sinistra e le élite intellettuali. I partiti tradizionali sostengono la soluzione dei due stati, ma in definitiva non supportano alcun tipo di boicottaggio. La media europea, secondo lui, se richiesta esprimerebbe la sua opposizione all’occupazione, e questo varierebbe anche in modo significativo da un paese all’altro, ma non scenderebbe in piazza per questa causa.

Danno cumulativo nella percezione delle persone

Meno ottimista per quanto riguarda il tramonto del BDS è un produttore esperto, Shuki Weiss. “Il BDS ci sta causando gravi danni. Non è qualcosa che si possa valutare su un estate o l’altra, ma è qualcosa di cumulativo nella percezione della gente. E’ vero che abbiamo avuto anni peggiori – tre o quattro anni fa la gente firmava petizioni su posizioni molto più forti. In pratica non è cambiato molto e come per ogni altra tendenza ci sono alti e bassi. Quando incontriamo artisti e suggeriamo loro di venire in Israele mettiamo fin dall’inizio sul tavolo la questione politica, dicendo che senz’altro si presenterà. Tuttavia, proponiamo che non si impegnino in discussioni politiche e che vengano qui per incontrare i loro fan proprio come fanno altrove.”

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Pixies si esibiscono a Tel Aviv, 2014. Dudu Bachar

A che punto pensi che si trovi in questo momento la campagna di Israele contro i leader del boicottaggio?

“Non avrei troppa fretta a parlare di vittoria sugli attivisti del BDS. C’è ancora bisogno di combattere il boicottaggio. Il fatto che artisti internazionali si esibiscano in Cina, un paese che non è certo famoso per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani, o negli Stati del Golfo, rende molto più facile per loro esibirsi in Israele. Guardate Bjork – avrebbe dovuto tenere 16 concerti in Cina, ma non appena ha aperto bocca e detto qualcosa a proposito dei diritti umani durante il suo primo spettacolo, tutto il suo tour è stato annullato. Ora vedremo cosa succede negli Stati Uniti con Trump che pensa di costruire un muro sul confine messicano. Pensi che uno qualsiasi dei più famosi musicisti smetterà di esibirsi lì per questo? Capiscono che qui c’è un problema. Si mette sotto una luce diversa ciò che sta succedendo in Israele”.

Tu hai portato qui Roger Waters e ora lui è l’interprete più significativo che promuove un boicottaggio culturale. Qual’è l’impatto dei suoi interventi sulle esibizioni internazionali qui?

“Non c’è stato quasi nessun importante interprete che non sia venuto qui senza prima essere stato assilito da Roger che gli chiedeva di boicottare Israele. È una figura importante nel mondo della musica e le sue lettere hanno un impatto. Tuttavia, ci sono stati artisti come Alicia Keys che hanno ricevuto la sua lettera e hanno deciso di esibirsi qui comunque. Non solo è venuta, ma ha avuto sul palco anche un cantautore locale, Idan Raichel, che ha cantato con lei. Pochi mesi dopo ha fatto un’apparizione con Raichel e un cantante palestinese in un concerto congiunto nel Central Park di New York. Ha visto i due lati della questione e non ha ignorato la complessità della situazione.”

I grandi artisti non devono preoccuparsi di un boicottaggio dei consumatori dopo un’esibizione in Israele?

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Il cantante Elvis Costello (L) e Questlove (R)of the Roots, si esibiscono durante la cena per la premiazione alla Clinton Global Initiative 2013 (CGI) a New York, il 25 settembre, 2013. REUTERS / Carlo Allegri

«Niente affatto – artisti vengono spesso qui prima o dopo essersi esibiti a Dubai e nel Qatar. Il pubblico in realtà non mescola le due cose e in realtà non gliene importa. Nelle buone annate abbiamo avuto artisti che sono venuti qui dopo essersi esibiti in Libano. Un boicottaggio economico non è davvero un problema.”

Pure nelle comunità ebraiche

Ciononostante gli attivisti del BDS continuano ancora a tentare di interrompere in Israele esibizioni che, secondo loro, “consentono una ripulitura di facciata dell’occupazione e del regime di apartheid in Israele.” Importanti siti web di musica mostrano un grande interesse per questo problema scottante. Così, ad esempio, la rivista NME la scorsa settimana ha riportato che i Radiohead si esibiranno nel parco Hayarkon di Tel Aviv, prendendo anche atto del boicottaggio culturale e delle tanto chiacchierate proteste di Waters e Brian Eno. L’anno scorso c’è stato il vocalist americano Matisyahu ad avere avuto una copertura negativa dopo essere stato espulso da un festival in Spagna, per essersi rifiutato di dichiarare il suo sostegno a uno Stato palestinese e di condannare Israele – una richiesta posta dietro pressione del BDS, che è molto attivo in Spagna.

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Shuki Weiss

Ohal Grietzer è un’attivista e compositrice israeliana che vive negli Stati Uniti e sostiene il boicottaggio di Israele. In passato ha scritto una lettera pubblica assieme a Brian Eno, pubblicata sul sito web VICE, in cui chiedeva la cancellazione di spettacoli di artisti internazionali in Israele. Questa settimana ha scritto sulla sua pagina Facebook che “se uno dei tuoi amici o amici di amici hanno in programma di esibirsi in Israele, gentilmente ricorda loro che la società civile palestinese sta chiedendo di boicottare Israele fino a quando non terminerà la sua occupazione e la colonizzazione e non concederà uguali diritti ai propri cittadini arabi-palestinesi.”

Ronnie Barkan, uno degli attivisti di spicco del BDS in Israele, è certo che il movimento di boicottaggio abbia un grande impatto sull’agenda culturale di Israele. “Il successo della campagna BDS – una campagna palestinese che è diventata una linea guida per attività di promozione della giustizia, libertà e uguaglianza in tutto il mondo – supera di gran lunga quanto avevamo previsto in partenza. Entrambe le parti si rendono conto che la cultura è potere e quando qualsiasi attività che riguardi la cultura o identità palestinese è interpretata dall’entità sionista come una dichiarazione di guerra, lo stato di Israele invia a suo nome un numero infinito di artisti di corte, dallo scrittore David Grossman alla cantante Noa al corpo di ballo Batsheva, nella speranza che riusciranno a salvare la sua immagine che sta collassando nel mondo.”

In Israele come si manifesta il successo del BDS?

“Si può notare un cambiamento significativo nel modo in cui il mondo percepisce Israele. Ora è visto come uno stato appestato che mantiene un’occupazione crudele, l’apartheid e una impresa coloniale. Questo è ciò che si crede in tutti i campus negli Stati Uniti e anche in alcune comunità ebraiche. Comunità stanno diventando sempre più critiche verso i crimini di Israele, con una rapida crescita dell’organizzazione Jewish Voice for Peace che ha accolto la causa dei diritti fondamentali per i palestinesi, figli e figlie di questa terra, dando il suo sostegno senza riserve alla campagna di boicottaggio.”

 

Il diluvio di spettacoli in programma per questa estate non è in contraddizione con l’immagine che sta dipingendo?

“Il boicottaggio culturale di fatto ha acquistato molta forza sia fra artisti che si mettono insieme per sostenere il boicottaggio, come ad esempio il gruppo di 1.200 rinomati artisti britannici noti come Artists for Palestine UK, sia nelle manifestazioni di massa delle donne contro Trump che, pur lottando per il futuro degli Stati Uniti, sono riuscite a integrare la voce di celebrità a sostegno della lotta delle donne con la lotta dei neri e la gente di colore, la lotta degli indigeni nativi americani, la lotta degli indigeni palestinesi, dei musulmani, dei profughi e altri ancora.”

Tenere le carte coperte

Un altro gruppo israeliano che sostiene il BDS sul fronte culturale e accademico si chiama “Boycott from Within”. Proprio come Barkan, i suoi membri sono certi che il boicottaggio attualmente sia più efficace che mai. Quando si chiede loro attraverso la loro pagina Facebook se l’occupazione israeliana non assuma una prospettiva diversa alla luce della guerra civile in Siria o al muro di Trump, rispondono: “Gli artisti tendono ad opporsi al razzismo e all’oppressione sistematica. Le violazioni dei diritti umani di Israele sono riconosciute dalla comunità internazionale e l’appoggio vicendevole fra Trump e Netanyahu prova il collegamento tra le lotte contro i diversi tipi di violazioni. In particolare, rafforza i legami tra i gruppi per i diritti umani qui e negli Stati Uniti.”

 

Ci può ricordare tutti i risultati ottenuti negli ultimi anni dal movimento di boicottaggio culturale?

 

“Il boicottaggio istituzionale culturale-accademico contro Israele sta prendendo slancio. Poiché diventa più forte, ci sono meno casi di artisti che prima ingenuamente accettano di venire in Israele e poi annullano le loro esibizioni. Per questo un minor numero di cancellazioni non indica un indebolimento del boicottaggio. Ad esempio, Pharrell Williams ha annullato la sua performance in Israele dopo i numerosi appelli da parte degli attivisti BDS. Il fatto che gli organizzatori della manifestazione abbiano dato spiegazioni contraddittorie per l’annullamento conferma la valutazione secondo la quale questo è dovuto ai principi dall’artista. Anche Talib Kweli, che sostiene i diritti dei palestinesi, ha cancellato la sua visita. Il movimento Black Lives Matter che sta crescendo negli Stati Uniti ha espresso il suo sostegno al boicottaggio e questo comporta ripercussioni sugli artisti americani, in particolare sugli afro-americani”.

Questa affermazione può essere confutata se si guarda la lista degli artisti del prossimo Festival di Kalamazoo che sarà dedicato all’hip-hop e alla musica nera. Nonostante la pressione esercitata su artisti come Princess Nokia and MNDSGN, la scaletta originale non è cambiata.

Ultimo spettacolo dei Radiohead in Israele, 2000

Il produttore Udi Applebaum, che questa estate porterà Rod Stewart in Israele, concorda con le affermazioni di Barkan e di “Boycott from Within”. Sostiene che gli attivisti del BDS riescono a produrre ripercussioni sul programma culturale locale. “Ci sono molti spettacoli che non si concretizzano a causa del boicottaggio – non sempre ne conosciamo il motivo preciso, a volte ce lo dicono e a volte no, dal momento che gli artisti tengono le loro carte coperte. Noi, come produttori, siamo in una campagna senza fine contro il boicottaggio. Il mio sogno è che si diventi come Londra o Parigi, ma siamo molto lontani”.

Tuttavia il movimento di boicottaggio – sia che si creda nei suoi vantaggi o che lo si veda come un ostacolo ad un dialogo tra gli artisti e il loro pubblico, sia che si creda che funzioni o no – sembra fallire quando si tratta di esibizioni in Israele di grandi artisti. Se una band come i Radiohead, una fra quelle di maggior successo al mondo, può essere portata al parco Hayarkon quando potrebbe ottenere qualsiasi stadio d’Europa in pochi minuti, significa che sta consapevolmente scegliendo di farlo. Questo vale anche per i Pixies, Justin Bieber e altri.

At the same time, music lovers in Israel are aware that this string of performances can be cancelled in a flash if some military operation or war breaks out. All sides are presumably wishing for a calm summer.

Allo stesso tempo, gli amanti della musica in Israele sono consapevoli del fatto che questa serie di esibizioni può essere cancellata in un lampo per una qualche operazione militare o se scoppia la guerra. Tutti le parti interessate si presume che stiano desiderando un’estate calma.

 

Traduzione: Simonetta Lambertini – invictapalestina.org

fonte: http://www.haaretz.com/israel-news/culture/.premium-1.772686

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