Esattamente un anno fa.
31/03/2016 fonte: agenzia Belga
Un addetto del call center del centro di crisi ha negato l’esistenza dello Stato di Israele nel corso di una conversazione che riguardava il rimpatrio di vittime israeliane degli attacchi di Bruxelles, ha rivelato giovedì scorso il sito Joods Actueel. “È inaccettabile, ci dispiace per quanto è successo. Abbiamo preso misure perché questo non accada più”, ha riferito il portavoce del centro di crisi, Peter Mertens, all’agenzia di stampa Belga.
video originale:
http://www.rtl.be/videos/page/rtl-video-en-embed/640.aspx?VideoID=575194
Le autorità israeliane hanno messo a disposizioneo un aereo per rimpatriare almeno due dei loro cittadini feriti negli attacchi. Prima di lasciare l’ospedale una delle vittime doveva però ottenere un attestato da parte delle autorità competenti.
Un volontario del centro di coordinamento ebraico di Anversa si è dunque informato sulla procedura da seguire chiamando il 1771. Durante il suo contatto con un interlocutore, il volontario ha constatato che sistematicamente l’addetto sostituiva il nome “Israele” con “Palestina”. “Conosce Israele, signore?”, chiede l’uomo al telefono. L’addetto del centro di crisi, tal Zakharia, ha risposto di non conoscere lo stato di Israele, ma di sapere di “ebrei che si sono stabiliti in Palestina e che ne occupano il territorio”.
“Prendiamo le distanze da queste affermazioni che vanno contro i valori che difendiamo. Abbiamo chiesto all’IPG (Nota: un subappaltatore del centro di crisi) di prendere le misure necessarie nei confronti del lavoratore in questione” ha precisato il sig. Mertens, tenendo a precisare che si è trattato di un “caso isolato”.
Il lavoratore è stato licenziato
Nel primo pomeriggio, IPG ha annunciato il licenziamento del lavoratore, “data la gravità dei fatti.”
“Deploriamo del tutto che un lavoratore abbia utilizzato sistematicamente ‘Palestina’ per citare lo Stato di Israele nel corso di una chiamata al centro di crisi degli Interni, e che abbia anche cercato lo scontro con un volontario ebreo. IPG prende completamente le distanze da questo comportamento inappropriato”, ha commentato Jac Vermeer, CEO di IPG.
Si tratta, secondo lui, di un “incidente strettamente individuale che non si concilia assolutamente con i valori e le regole in vigore presso l’IPG.” La società ha anche chiesto scusa “a tutti coloro che possano essersi sentiti offesi per il comportamento di questo ex dipendente.”
traduzione Simonetta Lambertini – invictapalestina.org