Con questo titolo la comunità ebraica milanese cerca visibilità lanciando la sua controffensiva contro il BDS che tende a colpire l’apartheid dello stato di Israele.
La visibilità non serve se “insanguinata”, deve essere pulita del sangue palestinese, Israele deve apparire come l’unica democrazia del medio oriente, obiettivo difficilmente ottenibile in altri momenti, soprattutto durante gli avvenimenti che infuocano la Striscia di Gaza e tutte le altre città palestinesi della Cisgiordania. Violando quotidianamente le leggi internazionali Israele si è sempre più caratterizzato come paese coloniale che pratica l’apartheid, raggiungendo il primato del più repressivo e sanguinario dell’area. Questo aspetto nuoce per le pubbliche relazioni ed ecco che con queste iniziative si attiva il “correttore” dell’opinione pubblica. Dopo lo sfruttamento immorale di quella che è stata chiamata l’industria dell’Olocausto, questione scandagliata e approfondita anche da Norman G. Finkelstein in un suo libro e sempre con lo scopo di promuovere quell’immagine di Israele, per la quale ogni anno si spendono 30 milioni di dollari, si aggrediscono il 25 Aprile e la lotta partigiana per farne uno strumento di propaganda sionista.
Foto copertina Richard Gere: “E’ esattamente ciò che era il vecchio Sud in America. I neri sapevano dove potevano andare: potevano bere da quella fonte, non potevano andare là, non potevano mangiare in quel posto. E’ ben chiaro – tu non devi attraversare se non vuoi farti spaccare la testa o essere linciato”.
Si sa che più che ricordare la Liberazione questi eventi commemorativi servono per stringere e/o consolidare alleanze e non sempre per una maggiore e aggiornata RESISTENZA. In queste grandi occasioni, spesso si consolida la gestione del potere, si conserva il consenso politico, si sdogana il fascismo stesso che ha sempre più spazi istituzionali, ma soprattutto si colpiscono quelle nuove forme di resistenza quotidiana che si manifestano nelle piazze.
In questi giorni a Milano il focus dell’interesse politico non sono la corruzione, la malasanità, gli appalti pubblici, il malessere della città, ma come riscrivere la storia della Resistenza.
Quest’anno in occasione del 25 Aprile, un nuovo attore si affaccia apertamente sulla scena milanese con tutta la sua arroganza, una nuova brigata che vuole di più, non si accontenta di esercitare il suo potere da dietro le quinte. Una brigata più facinorosa e meno popolare di quella guidata dall’allora sindaco Pisapia per ripulire la città dopo i “disordini” del maggio 2015 e rimasta nella storia come la brigata Mastrolindo.
Composta da un gruppo di irriducibili milanesi la nuova impresa di pulizie ha l’obiettivo di ripulire la città dal BDS, un’impresa ardua che vorrebbe silenziare quella forma fastidiosa di lotta non violenta inventata e proposta dai Palestinesi e che sta diventando un tornado con sempre maggiori successi sia nei Paesi occidentali, che in Sudafrica e in molti altri Paesi dell’America Latina.
I fondamentalisti milanesi escono quindi, allo scoperto, cercando nuovi interlocutori nelle istituzioni. L’obiettivo è mettere ulteriormente sotto assedio i palestinesi che vivono nel “Ghetto” di Gaza e nei bantustan della Cisgiordania, sottoposti ai continui pogrom organizzati da coloni violenti protetti dall’esercito occupante con i quali si colpiscono contadini nei loro uliveti, donne nelle loro case e bambini mentre cercano di raggiungere le loro scuole.
Per questi e altri motivi già nel 2013 Moni Ovadia lasciò la comunità ebraica milanese con queste parole:
“Lascio la Comunità ebraica di Milano, fa propaganda a Israele. I capi, prosegue, considerano ‘amici’ i ‘sinceri democratici’ come La Russa, che fino a poco tempo fa facevano il saluto romano inneggiando a quelli che hanno sterminato la nostra gente”.
La prima tappa del gruppo di pressione milanese è segnata da una lettera al Sindaco Sala a nome della fantomatica associazione “Solomon Osservatorio sulle discriminazioni”. Con questa lettera il gruppo chiede di discriminare i partecipanti filopalestinesi alla manifestazione del 25 Aprile fornendo anche una serie dettagliata di notizie personali (che non riportiamo per rispetto della privacy) sulla persona che loro considerano la responsabile delle attività di BDS a Milano:
Quest’anno, per le celebrazioni imminenti, il Coordinamento BDS Lombardia, ovvero il Movimento che coordina le attività di boicottaggio e discriminazione nei confronti di (solo) Israele sul territorio lombardo, ha annunciato la propria presenza, in nome della “liberazione della Palestina” (illegittimamente paragonata alla resistenza partigiana contro la forza nazista, rappresentata nelle intenzioni dallo Stato d’Israele), intendendo per “Palestina” anche lo Stato d’Israele, che dovrebbe, dunque, esser liberato da ogni presenza ebraica.
[…]
CONCLUSIONI
Dai Comuni d’Italia dovrebbe partire l’insegnamento e l’invito alla pace e alla civile convivenza, anziché l’odio e la discriminazione. Siamo perciò confidenti che, alla luce delle suesposte considerazioni e riflessioni, si vorrà considerare l’opportunità di adottare provvedimenti al fine di impedire la partecipazione dei Movimenti BDS alle celebrazioni previste per il 25 Aprile presso il Comune di Milano, incoraggiando viceversa iniziative per il confronto ed il dialogo, per la quale saremmo sin d’ora a disposizione. Esprimiamo, con l’occasione, i sensi della più viva considerazione.
p. Solomon-Osservatorio sulle Discriminazioni
Attualmente non ci risulta una risposta del sindaco Sala, ma ci arrivano info di una seconda tappa: non sono loro che chiedono all’ANPI ma è l’ANPI milanese che, in sincronia con l’operazione “Respingiamo le insidie del BDS” si pronuncia tramite il suo Presidente Roberto Cenati:
“Bisogna con forza ribadire che chi offende il simbolo della Brigata Ebraica ingiuria l’intero patrimonio storico della Resistenza italiana, che è stata un grande moto unitario di popolo e di Combattenti per la Libertà”.
L’ipotesi di partecipazione del Bds con cartelli in cui si indicherebbero “i nomi dei villaggi distrutti da Israele dal 1948 in poi” viene così stigmatizzata da Cenati:
“Invitiamo i presidenti di sezione e i nostri iscritti a non aderire assolutamente all’appello del Bds che probabilmente circolerà nei prossimi giorni. Nella giornata del 25 Aprile si celebra la Liberazione del nostro Paese dal nazifascismo.”
Che fare?
L’ANPI, come detto precedentemente è un nobile e fiero Leone morente, accanto al suo capezzale ci sono molti Presidenti di sezioneche assistono cinici alla sua agonia. Il rifiuto delle cure necessarie addolora il Leone sempre più perché alla sua morte si riscriverà la storia della Resistenza.
Il Sindaco Sala chiamato a dare una risposta tace; il presidente ANPI Roberto Cenati, non interpellato da nessuno, invece parla e a sproposito ammiccando; i sionisti milanesi nel frattempo si esercitano con i loro vessilli per la marcia del 25 Aprile.
Ma quale sarà la risposta della città?
Per il momento tutte le associazioni sono in allerta, centinaia le dichiarazioni di solidarietà al BDS, alla Palestina e all’attivista target del sionismo milanese. Noi attivisti, informatori, fotografi, video maker, non dobbiamo fare come l’ANPI che ricorda la RESISTENZA solo in occasione del 25 Aprile e poi oscura quella di interi popoli oppressi.
Per noi la Resistenza deve essere quotidiana!
Nella Foto: Torino, corso Lecce – Stele commemorativa a Vera e Libera Arduino. Anche loro saranno ricordate dall’ANPI per un giorno e poi dimenticate come lo sono tuttora.