di Philip Weiss, 19 aprile 2017
Fra poche settimane il mondo commemorerà il cinquantesimo anniversario della Guerra dei Sei Giorni che mise fine alla partizione e diede inizio all’occupazione. Gli israeliani celebreranno la “liberazione” di Gerusalemme. Si riuniranno nella grande spianata del Muro Occidentale. Prima della guerra era un quartiere chiamato Mughrabi: 135 case con 700 abitanti, molti dei quali di origine marocchina e algerina.
Ieri al Centro di studi palestinesi a New York, Vincent Lemire, uno studioso francese, ha raccontato una storia sulla distruzione del quartiere e l’espulsione dei suoi abitanti che ha sentito da Haifa Khalidi nella casa della sua famiglia che si trova vicino all’ex quartiere Mughrabi.
Lemire (Vincent Lemire foto di copertina):
Vorrei raccontare di questa visita e dirvi quanto sia stata sconcertante la scoperta che mi ha poi portato a consultare gli archivi. Per diversi minuti la testa è stata piena di domande. Perché Haifa Khalidi dormiva in questa piccola stanza in cima a una piccola scala, molto stretta e molto ripida, all’ultimo piano di questa splendida casa Mamluk nel centro della città vecchia di Gerusalemme, dove dorme da sola? Perché dorme in questo piccolo letto, in questa piccola stanza sotto il tetto, soffocante in estate e gelida in inverno?
La risposta era ovvia. Dorme lì perché ha paura. Ha paura che i coloni possano entrare durante la notte dalla porta della scuola talmudica accanto e arrivare sul tetto per occupare la casa, come stanno già occupando diverse case del quartiere. Ecco perché dorme all’ultimo piano, come guardiana della casa. E questa paura, questo terrore, ha un collegamento diretto con la distruzione del quartiere Mughrabi avvenuta 50 anni fa.
Haifa Khalidi è nata, come sapete, in una prestigiosa famiglia palestinese in questa stessa casa nel 1948, durante la prima guerra tra Israele e i suoi vicini arabi. E per 70 anni non ha mai lasciato questo luogo.
Ha voluto portarmi sul tetto. Siamo passati da quella piccola stanza ad una vista sconfinata … Si era fatta sera, una notte meravigliosa. Da lì si potevano vedere verso sud Betlemme, a est il Monte degli Ulivi e, più in là, il deserto; si vedevano anche le prime luci di Amman … Il muro del pianto – non l’avevo mai visto in una tale luce.
Haifa mi disse: “Vieni con me al piano di sotto per vedere dalle finestre del bagno”.
E qui in bagno mi ha raccontato la storia: la sua storia della Guerra dei Sei Giorni e della distruzione del quartiere Mughrabi.
“È da qui che ho visto i bulldozer radere al suolo il quartiere Mughrabi, proprio alla fine della guerra. Domenica 11, lunedì 12 giugno 1967. Due giorni e due notti … ricordo il rumore, la polvere, le urla, le lacrime. I residenti ebbero due ore di tempo per raccogliere le loro cose e lasciare le proprie case per sempre. Dopo la distruzione due anziane donne furono trovate morte sotto le macerie della loro casa.
“Temevo che la nostra casa stesse per sbriciolarsi. Alla fine il bulldozer si fermò appena prima del muro di casa nostra. Di fronte a questo bagno, proprio qui … ”
E mi indicò il punto con la mano. Stava facendo rivivere il ricordo nella sua mente. All’epoca aveva 19 anni.
Tornato a casa ho cercato le immagini di questa distruzione. Ne ho trovate alcune. Non così tante. In queste immagini si vedono effettivamente bulldozer, pile di macerie, camion, e si vede la folla di israeliani che comincia a riunirsi in questo luogo, pregare e cantare, mercoledì 14 giugno, per la celebrazione di Shavuot.
Gli archivi del consolato francese riportano che 200.000 israeliani andarono in quei giorni a visitare il muro del pianto.
Siamo storici. Il nostro compito è quello di riportare e raccontare la storia. E più di ogni altra cosa è nostro dovere identificare i punti ciechi, i luoghi bui di ieri e illuminarli, per renderli visibili e accessibili oggi.
Shavuot è una festa ebraica che commemora il dono che Dio fece a Mosè della Torah.
Il quartiere Mughrabi si era conservato, fino alla sua distruzione, grazie ad un waqf – fondazione filantropica islamica – mantenuto dall’Algeria, ha raccontato Lemire.
Di seguito è riportata una mappa della Città Vecchia che mostra la biblioteca Khalidi all’angolo nordovest della piazza di fronte al Muro occidentale, a due porte di distanza dalla casa di questa storia. Qui il sito della Biblioteca Khalidi che contiene una descrizione della casa Mamluk in cui Lemire ha incontrato Haifa Khalidi.
Qui una foto presa dal sito della Biblioteca Khalidi, a due porte di distanza da casa Khalidi.
Traduzione di Simonetta Lambertini – invictapalestina.org
Fonte: http://mondoweiss.net/2017/04/bulldozers-shavuot-1967/