2 maggio 2017
BETLEMME (Ma’an) – Migliaia di palestinesi martedì, in Israele, hanno partecipato alla “Marcia del ritorno” – partendo dal villaggio palestinese distrutto di al-Kabri per arrivare nella Galilea occidentale – in occasione della commemorazione della Nakba palestinese, “catastrofe”.
”I manifestanti hanno sventolato bandiere palestinesi e ripetuto slogan che inneggiavano al diritto al ritorno, rifacendosi alla risoluzione 194 dell’ONU che garantisce ai profughi palestinesi sfollati nel 1948 il diritto a tornare nelle proprie terre in quello che è ora Israele.
Il capo di un comitato di follow-up in Israele, Muhammad Barakeh, ha anche fatto gli elogi ai circa 1.600 palestinesi in sciopero della fame nelle carceri israeliane.
La marcia, che si tiene da 18 anni consecutivi, mira a evidenziare quello che a livello internazionale è riconosciuto come diritto dei palestinesi, profughi o sfollati interni, a tornare alle proprie case e villaggi in Israele.
Ogni anno, la marcia parte dal sito di un villaggio palestinese distrutto dalle forze israeliane nel 1948. La ‘Marcia del Ritorno’ si tiene di solito nella Giornata dell’Indipendenza di Israele per commemorare la Nakba, facendo riferimento all’espulsione di massa dei palestinesi dalle loro case e villaggi durante la guerra arabo-israeliana del 1948 che permise l’istituzione dello stato d’Israele.
La commemorazione ufficiale della Nakba si terrà il 15 maggio ed è celebrata da milioni di palestinesi e attivisti dei diritti in tutto il mondo.
Circa 750.000 palestinesi furono espulsi dalle loro terre nel 1948 e dispersi nei campi profughi nella Cisgiordania occupata, nella Striscia di Gaza, in Giordania, in Libano e in Siria, secondo l’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e Lavoro (UNRWA). Oggi, oltre cinque milioni di profughi palestinesi continuano a essere sfollati dalle loro case originarie e dai villaggi dopo l’espulsione di massa che avvenne quasi 70 anni fa.
Traduzione Simonetta Lambertini – invictapalestina.org