Israele nega la richiesta di estradizione di un argentino accusato di crimini contro l’umanità

Il governo israeliano ha negato l’estradizione di Teodoro Aníbal Gauto, accusato di partecipazione a crimini contro l’umanità durante la dittatura argentina.

Foto copertina: Foto – Soldati argentini arrestano e picchiano un civile a Buenos Aires – 1977

3 maggio 2017

Jewish News Agency (AJN) ha riferito che il governo israeliano ha definitivamente rifiutato l’estradizione in Argentina di Teodoro Aníbal Gauto, accusato di crimini contro l’umanità commessi durante l’ultima dittatura nel paese sudamericano (1976-1983) e con un mandato di cattura internazionale dell’Interpol.


Dal 2003 vive in territorio israeliano, precisamente nella città di Haifa, dove ha preso la cittadinanza, e cambiato il suo nome in Yosef Carmel. La sua ubicazione fu resa nota in un servizio televisivo del 2015 dal giornalista argentino-israeliano Shlomo Slutzky.
“Dopo due anni di deliberazioni, Israele ha concluso che non annullerà la cittadinanza israeliana dell’argentino Teodoro Aníbal Gauto”, ha detto AJN. E ha spiegato che questa decisione è stata presa “nonostante le accuse di aver commesso crimini di guerra e i sospetti che abbia mentito sulla sua domanda di immigrazione.” Lo Stato ebraico “ha respinto” la richiesta di estradizione “asserendo che durante i 14 anni di permanenza in Israele, non ha commesso alcun crimine”, aggiunge l’agenzia.

Il Centro di Detenzione Clandestina ‘La Cacha’

Come riferì a suo tempo l’Agenzia Telam, Gauto è incriminato nella causa 16.419 in cui si è portato a termine il processo che indagò sui crimini commessi nel Centro Clandestino di Detenzione (CCD) ‘La Cacha’, che si svolse dal 1976 al 1978. Questo posto si trovava alla periferia della città di La Plata, capitale della provincia argentina di Buenos Aires. Il latitante ha lavorato come membro del personale civile presso il CCD amministrato in quegli anni dalla polizia di Buenos Aires.
In un processo condotto tra il 2013 e il 2014 andarono alla sbarra del Tribunale Oral Federale 1 di La Plata 21 persecutori. I giudici ne condannarono all’ergastolo 15 e altri 5 a pene minori. Un imputato fu assolto.
Gauto non fu processato in quell’occasione perché la legge argentina non consente di eseguire tali processi in contumacia.

La scoperta e le dichiarazioni del latitante

Shlomo Slutzky ha un parente desaparecido a causa dell’operato dei persecutori del CCD ‘La Cacha’. Il cugino di suo padre fu rapito e visto l’ultima volta in quel luogo dove lavorava Gauto. Questo lo ha spinto a svolgere un’indagine in cui ha scoperto il luogo in cui ora vive quest’uomo sospettato di appartenere ai servizi segreti argentini, precisamente al Battaglione 601 dell’Esercito, come riportato dal quotidiano ‘Página12’.
Il 19 Febbraio 2015 Slutzky ha svelato il luogo in cui si è rifugiato Gauto con una relazione a Canale 1 della televisione israeliana. Lì il giornalista ha anche presentato testimonianze del latitante, dato che è riuscito ad ottenere un’intervista telefonica. “Intanto che sono in questo paese (Israele) per certi versi posso trascinare la questione, cioè, giocare con la questione dell’estradizione. Resterò qui. Se vado in Argentina, sarò chiuso in una prigione e, ovviamente, non sono pronto per questo”, disse all’epoca l’imputato.
“Non ho nessuna ideologia, all’epoca avevo 20 anni e mi interessava avere vestiti nuovi, per questo iniziai a lavorare lì”, ha aggiunto. Come ha spiegato, il suo compito era quello di “redigere schede con i nomi di una lista” dove classificava i detenuti come “comunista”, “marxista-leninista” e “tutti i dati che potevano avere queste persone.”

Foto di desaparecidos della dittatura argentina in Plaza de Mayo, Buenos Aires, 2002.Ali Burafi

Falsa testimonianza

E’ stato il giornalista argentino-israeliano a portare alla richiesta di estradizione di Gauto sulla base della cattura internazionale dell’Interpol. Secondo quanto ha riferito, l’imputato ha mentito nella dichiarazione giurata che fece per entrare in Israele con la sua famiglia. Il testo, firmato il 15 novembre del 2002, dice: “Con motivo di emigrare dalla Repubblica Argentina in Israele, i sottoscritti non hanno cause penali contro di loro, così come non ci sono crediti esigibili o qualsiasi presunta frode”.
Ma Slutzky ha scoperto che Gauto figurava in una “causa per frode contro la pubblica amministrazione nazionale” argentina iniziata nel 1998 e rimasta in vigore fino al 2009. Tuttavia, questo non fu preso in considerazione e il latitante è stato coperto dalla Legge del Ritorno che concede residenza e cittadinanza israeliana agli ebrei o discendenti di ebrei fino alla terza generazione e alle loro famiglie – la moglie di Gauto è ebrea – che vivano in qualsiasi parte del mondo e che desiderano emigrare in quel paese.
Per il giornalista che ha esposto denuncia è contraddittorio il fatto che Gauto in Israele sia “protetto ai sensi della Legge del Ritorno che è stata istituita a causa delle violazioni dei diritti umani contro gli ebrei (sulla base del dramma della Shoah e della necessità di una casa nazionale unica in cui ricostruire la vita), quando in realtà se ne sta al riparo dalla giustizia argentina che lo ricerca per crimini contro l’umanità”.

 

Traduzione Simonetta Lambertini – invictapalestina.org
fonte: https://actualidad.rt.com/actualidad/237485-israel-niega-pedido-extradicion-argentino

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