7 giugno 2017 da Rolling Stones
Roger Waters ha risposto alle osservazioni di Thom Yorke a proposito dei prossimi concerti dei Radiohead in Israele e del movimento BDS, dichiarando che “la versione di Yorke non dice tutto.”
Thom Yorke rompe il silenzio sulla polemica a proposito di Israele
“E’ davvero penoso che artisti che io rispetto pensino che, dopo tanti anni, non siamo in grado di prendere da soli decisioni morali”, dice il cantante dei Radiohead.
In aprile, più di 50 importanti personalità, compresi Waters, Thurston Moore, Desmond Tutu e il regista Ken Loach, hanno firmato una petizione che invita i Radiohead ad annullare il loro concerto del prossimo mese in Israele, nel quadro delle azioni del movimento BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni ) lanciato nel 2005.
Yorke ha finalmente rotto il silenzio sull’appello al boicottaggio di Israele nella sua recente intervista rilasciata a Rolling Stone, in cui ha criticato l’approccio dei firmatari.
“E’ profondamente penoso che, invece di entrare personalmente in contatto con noi, abbiano scelto di coprirci di merda pubblicamente”, ha detto il cantante.
Eppure, in una dichiarazione a Rolling Stone, Waters racconta di avere cercato più volte di “avviare un dialogo” con Yorke sui concerti in Israele prima della petizione del 23 aprile, ma il cantante dei Radiohead “ha interpretato il mio tentativo di avviare la conversazione come una minaccia” e ha reagito con rabbia interrompendo la comunicazione.
“Ho fatto ogni sforzo possibile per entrare personalmente in contatto con Yorke e desidero ancora avere questa conversazione,” ha scritto Waters, aggiungendo che oggi, 5 giugno, è il 50° anniversario dell’occupazione della Palestina da parte di Israele”.
“Cinquant’anni di vita sotto occupazione militare. Cinquant’anni di un popolo senza diritti civili. Cinquant’anni senza poter ricorrere alla legge. Cinquant’anni di apartheid”, ha scritto Waters.
Leggi qui sotto la dichiarazione completa di Waters:
Ho letto l’intervista a Thom Yorke su Rolling Stone. Richiede una risposta perché non dice tutto.
Il 12 febbraio, nella speranza di instaurare un dialogo, ho inviato un’e-mail in cui esprimevo la mia inquietudine per il fatto che i Radiohead avevano attraversato la piquet line del BDS per suonare in Israele. Qualche ora più tardi, Thom ha risposto. Era arrabbiato. Aveva interpretato il mio tentativo di avviare un dialogo come una minaccia. Così, ho provato di nuovo.
“Salve Thom,
Mi dispiace. La mia lettera non voleva essere aggressiva. Tendevo la mano per sapere se potevamo avere la conversazione di cui hai parlato nella tua risposta. È possibile?
Con amicizia, R. ”
Nessuna risposta. E il silenzio ha dominato per tre settimane, fino al 4 marzo, quando ho inviato una richiesta cordiale a Thom chiedendogli ancora una volta di parlare.
Nell’intervista di Thom con Andy Greene di Rolling Stone, riferendosi a Ken Loach e a me, ha detto:
“E’ profondamente penoso che, invece di entrare personalmente in contatto con noi, ci abbiano coperto di merda pubblicamente.”
Questo non è vero, Thom. Ho fatto ogni sforzo possibile per entrare personalmente in contatto con te e mi piacerebbe ancora avere questa conversazione.
“Non parlare non è un’opzione.”
Oggi è il 50° anniversario dell’occupazione della Palestina da parte di Israele. Cinquant’anni di vita sotto occupazione militare. Cinquant’anni di un popolo senza diritti civili. Cinquant’anni senza poter ricorrere alla legge. Cinquant’anni di apartheid.
L’appello al boicottaggio del BDS è lì per svelare la strada senza uscita della popolazione occupata di Palestina, sia di coloro che sono in Palestina che di quelli che sono stati dislocati all’estero, e per promuovere la parità dei diritti civili per tutte le persone che vivono tra il Giordano e il Mediterraneo, indipendentemente dalla loro nazionalità, razza o religione. Ogni vita umana è sacra, ogni bambino è nostro bambino, l’eccezionalismo rimane il nostro nemico. Non c’è Noi o Loro, c’è solamente Noi.
Restiamo Umani.
Con amicizia,
Roger Waters
traduzione Simonetta Lambertini – invictapalestina.org