Per gli ebrei americani è meglio immaginare Israele che vederlo

La propaganda di Israele sulle Pubbliche Relazioni è in disgrazia: più gli americani sanno,   meno sono favorevoli.

copertina: Fern Oppenheim, co-fondatrice di Brand Israel Group, presenta una recente relazione, “Suonare l’allarme: la relazione americano-israeliana”, 20 giugno 2017.


Philip Weiss il 23 giugno 2017

 

Le novità su Israele riguardano un’indagine fatta da un gruppo sionista americano che afferma che le PR (o hasbara) israeliane non funzionano e che più gli americani si informano su Israele, tanto meno sono favorevoli alla sua politica.

The Times of Israel descrive i dati come devastanti: “L’indagine devastante mostra enormi perdite di sostegno da parte degli studenti dei college ebraici”.

devastating
Titolo su The Times of Israel del 21 giugno 2017

Lo studio è intitolato “Suonare l’allarme: la relazione americano-israeliana”. Fern Oppenheim, capo del gruppo Brand Israel, che ha prodotto l’indagine, “ha usato ripetutamente la parola “devastante” ogni volta senza esagerazione.”

La copertura di  Times of Israel:

Il divario tra i sostenitori e i detrattori israeliani si sta allargando. I programmi di supporto di Israele non funzionano e gli studenti universitari ebrei sono i dissidenti principali del sostegno a Israele.

“Il futuro dell’America non crede più che Israele condivida i suoi valori”

I principali mainstream americani non partono da una prospettiva neutrale su Israele; piuttosto, iniziano con percezioni e ipotesi negative. Questo crea “terreno fertile” per la delimitazione, ha affermato Oppenheim, che ha anche parlato questa settimana alla prestigiosa Conferenza annuale di Herzliya.

I dati del particolareggiato studio del 2016 mostrano che la campagna attuale di raffigurare l’Israele oltre il conflitto – in particolare, evidenziando i risultati tecnologici – non è efficace. Infatti, più i partecipanti allo studio erano informati su Israele, tanto meno si pronunciavano favorevoli riguardo il paese.

Lo studio dice che gli americani hanno imparato molto di più su Israele dal 2010, ma che la conoscenza ha favorito la reputazione sfavorevole del paese e ha alimentato la campagna di “delegitimizzazione”, perché gli americani ritengono sempre che Israele non condivida i loro valori.

(Questo è esattamente quello che Adam Horowitz ha scritto in una frase ironica del 1 aprile scorso: “Il diritto di nascita finisce con i viaggi in Israele, per gli ebrei americani è meglio immaginare Israele che vederlo “.)

Oppenheim è stata ulteriormente citata da the Times of Israel, per un aspetto di Israele:

“Il futuro dell’America non crede più che Israele condivida i propri valori. Questo è enorme! Devastante.”…

Gran parte di questo cambiamento è imputato all’aumento della “intersezione” nei campus. Nei campus non ci sono più sfumature nelle conversazioni  su Israele, ha detto. Al contrario, l’atmosfera è di oppressore contro vittima. Israele ne è solo un altro simbolo”.

“Stiamo consentendo che Israele sia definito dai suoi denigratori”, ha sottolineato ….

“La sabbia sotto i piedi sta cedendo”, ha continuato Oppenheim. “È chiaro che la divisione nella nostra comunità parte da qui per la prossima generazione”.

Ecco la copertura di Jerusalem Post:

Uno studio rilasciato da Brand Israel Group alla conferenza Herzliya questa settimana ha rivelato… che il sostegno a Israele è sceso di 27 punti percentuali fra gli studenti dei college ebrei negli Stati Uniti dal 2010.

I ricercatori hanno scoperto che, anche se dal 2010, la dichiarazione di conoscenza su Israele è aumentata di 14 punti percentuali, il pubblico  è ancor più sfavorevole verso Israele;  il consenso è diminuito, soprattutto nella popolazione  degli studenti universitari, tra i più ostili a Israele.

Allo UOIT di Toronto, gli attivisti di Students for Justice in Palestine con il loro banchetto informativo, 2016

Nel 2016, complessivamente il 54% ha espresso opinioni a favore di Israele, contro il 73% del 2010, con un calo di 19 punti percentuali. Per gli studenti dell’università ebraica, in particolare, l’82% ha una visione positiva di Israele nel 2016 rispetto al 95% nel 2010. Lo stesso trend è stato notato per gli afroamericani, gli ispanici e i democratici intervistati…

Lo studio ha riconosciuto una solida base di sostegno fondamentale per Israele composta da ebrei, evangelici, americani più anziani e politici di destra, ma ha osservato che gli studenti universitari nel loro complesso, gli studenti universitari ebrei e i gruppi minoritari sono consensi che Israele rischia di perdere.

L’IMEU è un’organizzazione indipendente che fornisce ai giornalisti un accesso rapido alle informazioni sulla Palestina e sui palestinesi.

L’istituto Middle East Understanding si è occupato dello studio e riferisce che sono in corso sforzi per continuare a formare gli americani. Margaret De Reus ha scritto oggi in una email ampiamente diffusa:

Questo cambiamento nella coscienza politica è esattamente quello che tutti noi  di IMEU stiamo producendo ed è così eccitante vedere questi indicatori che i nostri sforzi stanno raggiungendo!

La meraviglia è che questi cambiamenti non si riflettono  nella classe politica  o nei nostri media. Anche Bernie Sanders, la figura più a sinistra del Partito Democratico, che disconosce il  boycotting Israele e i suoi mutamenti nelle  critiche al paese. Ecco perché insisto che il problema è la lobby israeliana, nella misura in cui i media e le élite politiche sono dominate dai sostenitori di Israele. Un dirigente del Time Warner scrive i discorsi per Netanyahu e nessuno se ne meraviglia.

Time Warner voicewriter per Netanyahu

In un’indicazione della sconnessione fra americani comuni e leader politici, Grant Smith alla antiwar.com riferisce che gli americani non si identificano come sionisti:

Un sondaggio senza precedenti rivela il vuoto sconcertante tra l’identificazione americana con Israele e le posizioni ufficiali adottate dai due maggiori partiti politici.

La maggioranza degli adulti americani – 70,3 per cento – non si considera sionista definito come “Un sionista è una persona che crede nello sviluppo e nella protezione di una nazione ebraica in quello che è ora Israele”. Solo il 24,9 per cento dice: “Io mi considero un sionista” mentre il 4,8% ha fornito altre risposte … ..

A differenza dei loro elettori, i membri di entrambi i principali partiti politici statunitensi operano da molto tempo prevalentemente sotto il controllo del partito sionista. Il programma del partito democratico nel 2016 fa riferimento a Israele 9 volte, quello repubblicano  19. Differiscono poco sulle questioni chiave.

American Zionist
Ricerca American Zionist di Annie Robbins

trad. invictapalestina.org

Fonte: http://mondoweiss.net/2017/06/campaign-americans-favorable/?utm_source=Mondoweiss+List

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