+972 Magazine intervista Khalil Shaheen, un residente di Gaza ed esperto sull’impatto di Israele, l’Autorità Palestinese (AP) e le strategie di Hamas sulla zona costiera occupata, per aver un idea su come e’ la vita a Gaza e perche’ la prospettiva diventerà incredibilmente piu’ difficile.
Edo Konrad – July 11, 2017
Le cose sono peggiorate immensamente nella Striscia di Gaza durante il mese passato da quando Israele e l’Autorità Palestinese hanno ridotto la disponibilita di acqua ed elettricità. Ma un’intera generazione della popolazione di Gaza è cresciuta senza avere mai avuto la disponibilità di elettricità. La crisi non e’ una novità.
Oltre ai liquami che vengono costantemente scaricati in mare senza depurazione e ai macchinari nelle sale di emergenza degli ospedali che devono essere alimentati da benzina, la mancanza di elettricità ha consequenze disastrose sulla vita quotidiana delle famiglie. Senza elettricità le pompe che forniscono acqua potabile agli appartamenti di un palazzo non funzionano. “L’acqua prima era disponibile in questi appartamenti per 2 o 3 ore al giorno in estate” dice Khalil Shaheen, ” ieri il mio palazzo ha avuto solo un ora d’acqua”.
Israele ha ritirato le truppe dalla Striscia poco più di dieci anni fa, ma il suo esercito mantiene il controllo severo su tanti aspetti della vita in questa piccola enclave costiera. L’esercito israeliano controlla la zona costiera e i suoi confini, decide chi esce e chi entra, blocca l’uso anche di semplice tecnologia come l’installazione di un ripetitore cellulare e ha lanciato 3 attacchi che hanno causato migliaia di morti. Israele vende a Gaza anche la maggior parte di elettricità.
Shaheen, che e’ il direttore del Economic and Social Rights Unit (Diritti Sociali e Economici) al Palestinian Center for Human Rights (PCHR) (Centro Palestinese dei Diritti Umani), uno dei piu’importanti gruppi per la difesa dei diritti umani, segue l’impatto di Israele, dell’Autorità Palestinese e di Hamas sulla qualita’ della vita nella Striscia di Gaza. “Ho paura che con la presente situazione, Gaza non sara’ piu’ abitabile per la fine del 2018” ha detto in un intervista telefonica…
Puoi parlare di che sta succedendo ora sulla terra di Gaza?
Non posso nemmeno descrivere Gaza come una prigione, perché anche i prigionieri hanno diritti civili. Gaza è una zona isolata sotto occupazione, dove la gente non puo entrare o uscire. C’e’ una crisi di energia elettrica che lascia milioni di persone senza elettricità per ore ogni giorno, dove il 97% dell’acqua non e’ potabile, dove la mancanza di elettricità impedisce di prendersi cura anche dei minimi bisogni sanitari. Israele e l’Autorità Palestinese impediscono ai pazienti bisognosi di cure d’emergenza di entrare nella Cisgiordania o in Israele. C’è carenza di medicine e di cure mediche.
E’ una situazione catastrofica. L’impatto dell’occupazione israeliana si manifesta in ogni aspetto della vita giornaliera. Questo è valido non solo per le 3 guerre contro Gaza e l’attuale occupazione, ma anche con la continua politica che tende a separare la Cisgiordania (che include Gerusalemme) da Gaza.
E riguardo la presente crisi dell’acqua?
E’ cosi grave che la gente continua a vivere in palazzi che semplicemente non hanno nessun accesso all’acqua. Non c’è l’elettricità necessaria per far funzionare le pompe. Prima si aveva acqua almeno 2-3 ore al giorno in estate. Ieri il mio palazzo ha avuto acqua solo per un ora. Nel frattempo la municipalita’ sta cercando di razionare l’acqua anche in diverse altre parti di Gaza.
Da ricordare è il fatto che tutto questo sta avvenendo mentre il 60% della popolazione di Gaza è disoccupata, e l’80% dipende da aiuti esterni. Una settimana fa la Oxfam ha smesso di distribuire pacchi alimentari per motivi finanziari, il che affliggerà 30.000 persone.
Come e’ l’estate a Gaza?
Normalmente e’ piena di vita. Ma al giorno d’oggi è al buio. Cammini per le strade nell’oscurità. L’unica eccezione e’ la spiaggia, perché lì si può trovare un po’ di luce dei generatori. Ma la gente ha paura degli scarichi. Prima c’erano migliaia di bagnanti che entravano nell’acqua in estate. Oggi soltanto pochi perché hanno tutti paura dell’inquinamento.
A chi dà la colpa per questa crisi la gente di Gaza?
Sia la politica israeliana di isolare Gaza che i conflitti interni tra l’Autorità Palestinese e Hamas hanno causato queste sofferenze. La popolazione di Gaza paga tasse sia all’Autorita’ che ad Hamas, senza pero’ ricevere nessun servizio ne’ da una e ne’ dall’altra. Credono che entrambe le parti abbiano fallito nel dimostrare la volonta’ politica di porre fine a questo conflitto, di essere uniti e garantire ai palestinesi i diritti civili elementari. Nel frattempo, la rivalita’ tra le diverse fazioni ha creato una cultura di paura. Quelli che lavorano per l’Autorita’ Palestinese hanno paura di criticare Abbas e chi lavora per Hamas ha paura di criticare Hamas.
Come la gente affronta la situazione?
I piu’ poveri e piu’ marginalizzati vivono soltanto di pane e te’. Ho paura che in questa situazione Gaza sara’ inabitabile per la fine del 2018, non per il 2020 come ha previsto l’ONU. La gente di Gaza non ha accesso alle attività culturali, non può andare a teatro o al cinema. Questo rende la vita impossibile.
Il mondo deve ricordare che l’isolamento crea estremismo e terrorismo. Non posso immaginare che la comunita’ internazionale sia per l’isolamento quando nello stesso tempo vuole che la popolazione sia più moderata e aperta. Le autorita’ dell’occupazione stanno mettendo la popolazione in una bottiglia e stanno chiudendo il tappo per aprirlo quando l’aria e’ quasi finita in modo da facilitare la punizione collettiva impedendo a centinaia di persone di uscire e a poche merci e servizi di entrare in Gaza.
Ci sono stati dei cambi politici dentro Hamas e spero che il partito cambiera’. Ma sono stati pochi i risultati concreti. Hamas dovrebbe pensare alla gente di Gaza per permetterle di vivere con dignita’.
La gente di Gaza e’ libera e moderata, crede nella tolleranza. Questa era una sua tendenza culturale pure prima che l’Autorita’ Palestinese fosse creata. Ma quando si nega alla gente il lavoro e il diritto di viaggiare e esplorare la vita fuori di Gaza, questo ha un effetto su tutta la propria vita che conduce alla depressione.
Il fatto piu’ problematico e’ che i palestinesi stanno perdendo speranza giorno dopo giorno. Vogliono una vita normale come tutte le popolazioni del mondo, ma stanno perdendo speranza e quando si perde la speranza le cose cominciano a cambiare verso il peggio.
Traduzione: Elvira Majd – Invictapalestina.org
Fonte: https://972mag.com/gaza-will-be-unlivable-next-year-not-2020-as-the-un-says/128598/