In quello che non può essere descritto altro che come il più grande evento mondiale sulla Palestina, diecimila persone sono confluite verso Londra per partecipare al Palestina Expo, che si è tenuto presso il Queen Elizabeth II Center di fronte al Palazzo di Westminster, nel cuore della città.
di Miko Peled, 17 luglio 2017
Promosso dalla Fondazione Al-Aqsa, l’evento ha attirato le critiche di gruppi sionisti filo-israeliani che hanno cercato di fare pressione sul governo britannico affinché vietasse agli organizzatori l’uso del centro QEII, luogo gestito dal governo. Hanno usato le solite scuse sostenendo che la Fondazione Al-Aqsa avrebbe legami con il terrorismo, che degli oratori avevano espresso il loro sostegno al terrorismo e all’antisemitismo e alcuni di loro erano anche stati arrestati (tra cui il sottoscritto).
Due settimane prima dell’evento c’erano ancora preoccupazioni su un possibile intervento del governo per vietare lo svolgimento della manifestazione. A titolo di avviso era stato pubblicato un elenco di oratori sostenitori del terrorismo.
Io stesso ho ricevuto uno di questi avvisi indirizzato a me personalmente in ebraico, che affermava ancora una volta che la Fondazione Al-Aqsa sosteneva Hamas e che “l’evento sarebbe stato annullato.”
Bene, l’evento ha avuto luogo. La pressione ha fallito, l’evento si è rivelato un enorme successo. Una serie incredibile di oratori, troppi per ricordarli qui tutti, comprendeva Hatem Bazian, Ilan Pappe, John Pilger, Iyad e Emad Burnat, Ghada Karmi, Maryam Barghouti, una delegazione di donne provenienti dalla Palestina e il deputato scozzese del SNP Tommy Shepheard, solo per citarne alcuni.
Tutti hanno preso la parola davanti ad un pubblico entusiasta, in piedi in sale senza posti a sedere. L’evento ha avuto anche una dimensione culturale e ricreativa. Tra gli animatori ci sono stati il rapper e militante palestinese Shadia Mansour, Logic, l’attore Amer Zahr e un gruppo di giovani ballerini e cantanti della Palestina. C’è stato un buon equilibrio tra cultura, politica e questioni sociali presentati per tutto il week-end in sale strapiene di fronte a un pubblico in piedi.
Il mio primo intervento si intitolava, “Le origini del sionismo” e sono rimasto piacevolmente sorpreso nel vedere quella che si sarebbe poi dimostrata essere la norma durante tutto l’evento – persone che affluivano in una stanza fino a riempirla al massimo della sua capacità. Purtroppo l’altro ospite di questa tavola rotonda, Sai Englert, non stava bene e non è potuto essere presente. L’ultima tavola rotonda a cui ho partecipato con il deputato scozzese Tommy Shepheard si intitolava “100 anni dopo la Dichiarazione di Balfour. Il ruolo del parlamento britannico.” Dato che eravamo sull’altro lato della strada di fronte al Parlamento, ho pensato che fosse un’ottima occasione per dire quello che pensavo di questa dichiarazione infame formulata da Lord Arthur Balfour un centinaio di anni fa e quale ritengo sia l’approccio opportuno che il Parlamento britannico dovrebbe adottare in questa fase.
Anche se la dichiarazione di Balfour riconosce formalmente l’esistenza di altre persone che vivono in Palestina, non parla di palestinesi nominandoli o identificandoli come indigeni e proprietari della terra, ma solo come “la comunità non ebraica” e stipula che essi non debbano subire alcun danno. Si tratta di un punto di vista eurocentrico e razzista e, in effetti, è rivelatore di come i sionisti vedono i palestinesi e ne parlano a tutt’oggi. Ho stilato una lista di richieste e ho proposto che siano indirizzate al parlamento britannico dai numerosi elettori presenti nella stanza, la prima è il ritiro incondizionato della Dichiarazione Balfour.
Queste richieste tengono conto di quanto segue: la Palestina è occupata dal 1948. Il nome Palestina è stato cancellato e il paese è stato rinominato Israele. Dal 1948 milioni di palestinesi sono vittime di pulizia etnica e genocidio (inserire la Convenzione di Ginevra sul crimine di genocidio) e i palestinesi che vivono in Palestina sono sotto un regime di apartheid. Tutti i tentativi di negoziare con i sionisti di Stato fatti dai palestinesi sono falliti e a ogni tentativo le condizioni dei palestinesi sono peggiorate. Considerato tutto quanto detto, devono essere presentate al Parlamento britannico le seguenti richieste:
- Espellete l’ambasciatore israeliano e chiudete l’ambasciata israeliana a Londra. (Ha ricevuto nutriti applausi)
- Richiamate l’ambasciatore britannico da Tel Aviv e chiudete l’ambasciata britannica.
- Denunciate la vendita di armi a Israele come crimine contro l’umanità.
- Adottate l’appello palestinese per il boicottaggio – inserire qui le richieste del BDS – disinvestimento e sanzioni contro lo Stato di Israele e esigete lo stesso da parte della comunità internazionale.
- Inviate le forze navali britanniche per costringere Israele a porre fine all’assedio di Gaza e garantire una fornitura costante di acqua potabile, medicine ed elettricità per la popolazione di Gaza. Procurare cure mediche ai feriti e malati.
- Chiedete il rilascio incondizionato di tutti i prigionieri palestinesi.
- Esigete lo smantellamento dello stato di apartheid sionista.
- Chiedete le elezioni sulla base di ‘una persona un voto’ che comprendano tutti coloro che risiedono tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo.
- Esigete la creazione di una costituzione che garantisca pari diritti e il rispetto dei diritti umani all’interno del nuovo stato della Palestina libera.
- Chiedete alla Corte Penale Internazionale di prendere in considerazione il mettere sotto processo dirigenti politici israeliani e comandanti militari per il crimine di genocidio.
Se il Parlamento britannico dovesse adottare queste richieste, accellererebbe la liberazione della Palestina e dei palestinesi. Contribuirebbe a mettere fine al regime sionista e permetterebbe ai britannici di espiare i crimini commessi contro il popolo palestinese, sia direttamente che con la sua complicità nel sostenere Israele politicamente e militarmente.
Grazie davvero agli innumerevoli volontari e organizzatori che hanno lavorato instancabilmente e agli Amici di Al-Aqsa che si battono per mettere la Palestina al centro dell’attenzione.
Infine, questo bel tweet da Oxford PCS ben riassume il sentimento di tante persone che hanno preso parte al Palestina Expo. E grazie davvero agli innumerevoli volontari e organizzatori che hanno lavorato instancabilmente e agli Amici di Al-Aqsa che si battono per mettere la Palestina al centro dell’attenzione.
Traduzione Simonetta Lambertini – invictapalestina.org
Fonte: http://chroniquepalestine.com/dix-mille-partisans-de-la-palestine-ont-converge-sur-londres/
Credo che questa sia una dolce utopia.
Io credo UK, USA e, tutti i paesi che fanno capo alla NATO, essendo al soldo degli ebrei, non daranno mai i sacrosanti diritti di autodeterminazione ai palestinesi.