Sabra-Shatila : Operazione Salame 2/2

Storie di ricatti, provocazioni, simpatie per il sionismo. Con brani tratti dalle memorie di George Freyha.

di René Naba, 10 settembre 2017

 

A proposito dei falangisti

Il motto falangista “Dio, Patria, Famiglia” va letto “Dio e  Patria al servizio della famiglia Gemayel”. Infatti il libro è stato censurato dalla famiglia Gemayel perché rivela un segreto a lungo taciuto e che riguarda la forte rivalità che oppose in seno alla famiglia Gemayel, Pierre Gemayel, fondatore del partito, e Maurice, suo cognato. Pierre aveva sposato la sorella di Maurice. Questo profondo disaccordo tra i due portò Maurice a dimettersi dal partito nel 1970″.

Il piano di partizione del Libano

Il piano di partizione del Libano prevedeva per la sua attuazione due fasi:

Dal 1975 al 1977, vale a dire dall’inizio delle ostilità all’arrivo del Likud al potere in Israele nel 1977, l’obiettivo falangista fu costituire uno Stato libanese che andasse dal porto di Jounieh, città costiera a 20 km a nord di Beirut ai piedi della regione montuosa di Kesrouane, al ponte di Al Madfoun che collega il Libano settentrionale al resto del paese. In breve, un fortino cristiano a ridosso di Israele.

In questa prospettiva, Bashir volle escludere Georges dalla direzione del porto di Jounieh per risparmiarsi i tormenti della presenza di un testimone imbarazzante, preferendogli un altro membro del gruppo consultivo.

L’arrivo al potere di Ariel Sharon come Ministro della Difesa nel 1977, poi di Ronald Reagan negli Stati Uniti nel 1980, cambierà la situazione. Le consegne di armi sia da parte degli israeliani che degli americani ampliano il progetto iniziale e assegnano a Bashir Gemayel il compito di impossesarsi di tutto il Libano. Questa sequenza è conosciuta con la parola d’ordine falangista di “Il Libano di 10.452 kmq”.

Forte sostenitore di una stretta alleanza con Israele, questo gruppo fu ostile alla candidatura di Bashir Gémayel alla presidenza della Repubblica del Libano nel 1982, “per la sua giovane età, da un lato, e per l’ostilità della popolazione musulmana libanese verso di lui, dall’altro”. Georges Freyha imputa i mali del Libano alla “rinuncia della sua alleanza con Israele.”

La collaborazione dell’Università Americana di Beirut con i falangisti

 

Prefigurando la partizione del Libano, Georges Freyha, su istigazione della leadership falangista, avvia un piano di smembramento dell’Università Libanese.

Portando a esempio l’Università della California (UCLA), che ha diverse sedi nelle principali città della costa occidentale degli Stati Uniti (San Francisco, Los Angeles, etc.), incoraggia l’insediamento dell’Università Americana di Beirut nella zona cristiana del Libano, senza la preventiva autorizzazione del potere centrale.

Il progetto falangista non mirava a una specializzazione delle sedi (Facoltà di Agraria nella pianura di Bekaa, Facoltà di Elettronica nella periferia industriale del nord di Beirut), ma, a dire il vero, a uno smembramento secondo dei criteri puramente confessionali: università cristiane sotto controllo maronita nelle aree cristiane, università musulmane nelle aree musulmane, università druse nelle aree druse ecc.

Il ricatto di Bashir Gemayel alla dirigenza dell’Università Americana

Lo scioglimento del Consiglio degli studenti dell’AUB (Università americana di Beirut), nel 1971 è dovuto a pressione diretta di Bashir Gemayel sull’amministrazione dell’istituzione, in quanto questo corpo rappresentativo di tutti gli studenti, vicino alla dirigenza dell’Università, era composto principalmente da rappresentanti dei movimenti nazionalisti libanesi e della resistenza palestinese.

Bashir Gemayel mandò suoi “scagnozzi” all’interno del campus per provocare scontri, fornendo un pretesto all’autorità universitaria per sciogliere il Consiglio degli Studenti e organizzare nuove elezioni – truccate – per favorire l’elezione di rappresentanti vicini alla “Lega libanese”, gruppo di partiti isolazionisti dell’estrema destra libanese.

In un primo momento, la dirigenza dell’Università si rifiutò di ottemperare ai desiderata di Bashir Gemayel di aprire una sua sede a Ashrafieh, nel settore est cristiano di Beirut. Per farla cedere, Bashir Gemayel bombardò il campus dell’università situato nel settore occidentale di Beirut, controllato dalle forze palestino-progressiste.

Visto che la dirigenza universitaria persisteva nel suo rifiuto, Bashir Gemayel minacciò di andare avanti con i bombardamenti. Cosa che farà come rappresaglia per il fallimento dei colloqui per un’ultima possibilità condotti congiuntamente con le autorità universitarie da Bashir Gemayel e Dany Chamoun, leader della milizia dei Tigres e suo partner all’interno del “Fronte Libanese”. Lo stesso vicepreside dell’Università, Georges Hakim, sarà ferito durante questo secondo bombardamento, portando l’AUB a sottoscrivere le richieste di Bashir Gemayel.

Un identico schema per l’Università Libanese

Identico schema per l’Università Libanese per la creazione di sedi locali nelle zone sotto il controllo delle milizie inquadrate dagli israeliani.

Convocato da Bashir Gemayel, il Rettore dell’Università Libanese, Boutros Dib, non oppose la minima resistenza. Senza alcuna discussione preliminare chiese di firmare il progetto preparato in anticipo dai falangisti: “Sono un uomo malato. Non posso sopportare, parlando dal punto di vista medico, il fatto di essere trasportato nel bagagliaio di un’auto o subire una tortura equivalente. Proponetemi quello che avete intenzione di realizzare e firmerò subito per la creazione di una sezione dell’Università Libanese a Achrafieh”, disse rassegnato il rettore libanese.

Tali comportamenti di Bashir Gemayel, così come i suoi crimini di guerra, sono stati cancellati dagli archivi del “Movimento del 14 marzo” – succedaneo postbellico delle Forze Libanesi, il raggruppamento delle milizie cristiane.

Un tale comportamento criminale di Bashir Gemayel fa pensare che l’assassinio del Rettore dell’Università Americana, Malcolm Kerr, nel 1984, possa essere stato eseguito dalle Forze Libanesi, in quanto il capo dell’istituto si preoccupava di chiudere la sede di Ashrafieh dell’Università Americana.

Accademico lui stesso, Georges Freyha afferma che Bashir Gemayel aveva trasformato la sede di Ashrafieh dell’Università Americana in Lupanare per ottenere entrate extra.

La presenza di Joseph Abu Assi, guardia del corpo di Pierre Gemayel, tra i fomentatori dei disordini

 

Joseph Abu Assi, la guardia del corpo di Pierre Gemayel, il capo del Partito Falangista, figurava tra i fomentatori dei disordini che portarono allo scioglimento del “Consiglio degli Studenti” dell’Università Americana. Portato a termine il suo piano Abu Assi fu ucciso, molto probabilmente dai servizi segreti giordani, e la sua morte sarà la scintilla che innesca la guerra civile libanese nell’aprile 1975 a Ein Remmaneh, periferia cristiana di Beirut.

Charles Malek, ex rettore dell’Università Americana di Beirut, incapace di redigere una lettera in inglese 

 

Dopo aver ricevuto una missiva del presidente Ronald Reagan, Bashir Gemayel salta di gioia e convoca immediatamente la sua squadra di consulenti incaricati delle relazioni con gli Stati Uniti.

Al termine di diverse ore di discussioni dedicate alla portata di questa missiva, la squadra di consulenti guidata da Charles Malek (foto di copertina), ex ministro degli Esteri durante lo sbarco americano in Libano alla fine della prima guerra civile nel 1958, si appresta a redigere un progetto di risposta. Ma quale non fu lo stupore dei partecipanti quando si resero conto che non era in grado di scrivere una lettera in inglese.

Il capo della squadra Charles Malek, che pure era stato rettore dell’Università Americana di Beirut, propose allora di ricorrere ai servizi del suo “speach writer” Cecil Hourani, un accademico inglese di origine libanese e fratello di Albert Hourani, il famoso storico orientalista di lingua inglese, docente presso il Collegio di St Anthony, poi all’Università Americana di Beirut, all’Università di Chicago e infine a Oxford, fra l’altro autore di un notevole lavoro su “La storia dei popoli arabi”.

Economista, Cecil Hourani fu consigliere economico di Habib Bourguiba all’epoca in cui il presidente tunisino raccomandava la “politica delle tappe” alla ricerca di una soluzione del conflitto arabo-israeliano. Ma a differenza del fratello, Cecil Hourani dimostrò una grande ammirazione per il comandante Saad Haddad, l’ufficiale dissidente libanese fondatore dell’Armée du Sud Liban (ASL), che servì Israele nella sorveglianza della zona di confine libanese-israeliana durante la guerra civile libanese.

Bashir Gemayel, lui pure, nutriva viva ammirazione per questo grande guru del trono ascemita al punto da ordinare a Georges Freyha di imprigionarlo per costringerlo a stargli vicino. Finirà per affidare a Cecil Hourani, consenziente, la gestione del dossier Egitto-Israele-Iraq all’interno del suo gruppo di consulenti.

Cecil Hourani nel 1984 ha scritto un libro intitolato “Il viaggio incompiuto”, in cui questo filosionista arriva a negare le mire territoriali israeliane sul Libano, mostra comprensione per l’arruolamento di ebrei nel gruppo terrorista Stern, ma stigmatizza l’uso delle armi da parte dei palestinesi per affermare le proprie legittime rivendicazioni nazionali.

Per la sfortuna degli arabi, fu questo convinto filosionista di origine araba ad essere designato dagli Stati arabi a dirigere l’ufficio arabo d’informazione incaricato di difendere la causa palestinese a New York, la grande metropoli americana che nel decennio 1940, in piena fase di colonizzazione ebraica della Palestina, ospita la più forte comunità ebraica del mondo.

 

Traduzione Simonetta Lambertini – invictapalestina.org

Fonte: http://www.madaniya.info/2017/09/10/sabra-chatila-operation-salami-2-2/

 

 

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