L’ Università britannica censura il titolo del discorso di una sopravvissuta all’Olocausto che critica Israele.

Prima dell’intervento dei diplomatici israeliani, il discorso alla Manchester University doveva essere intitolato “Stai facendo ai palestinesi ciò che i nazisti  hanno fatto a me”

Damien Gayle 29 settembre 2017

L’Università di Manchester ha censurato il titolo di un intervento critico su Israele da parte di una sopravvissuta all’Olocausto e ha insistito perché l’intervento tenuto nel campus venisse registrato dopo che i diplomatici israeliani  lo hanno definito  discorso anti-semitico dell’odio.

Marika Sherwood, una sopravvissuta ebrea del ghetto di Budapest, doveva dare una sua testimonianza  a marzo su Israele  e il trattamento dei palestinesi, col titolo: “Stai facendo ai palestinesi ciò che i nazisti  hanno fatto a me”.

Ma dopo una visita di Mark Regev, l’ambasciatore israeliano, e di una commissione, i funzionari universitari hanno impedito agli organizzatori di utilizzare il titolo “indebitamente provocatorio” stabilendo una serie di condizioni prima che l’evento potesse svolgersi.

Gli studenti avevano invitato Sherwood per parlare nell’ambito della settimana  Israeli Apartheid Week, una serie di eventi organizzati dal comitato studentesco della campagna Boycott, Divestment e Sanctions dell’università.

I diplomatici israeliani hanno visitato Manchester il 22 febbraio e incontrato Tim Westlake, il responsabile supervisore delle delle attività studentesche. Subito dopo in una e-mail, Michael Freeman, consulente dell’ambasciata per gli affari della società civile, ha scritto a Westlake e lo ha ringraziato per aver affrontato “i problemi difficili in cui ci troviamo”, inclusa l’iniziativa organizzata dal gruppo  Israeli Apartheid Week “intitolata in modo offensivo”.

Mentre citava il titolo del discorso di Sherwood, Freeman ha dichiarato che questo aveva violato la definizione di antisemitismo dell’IHRA (International Holocaust Rimembranze Alliance). Ha anche lanciato accuse di antisemitismo contro due relatori in programma per un altro evento, citando tweet e il loro rifiuto a condannare il comportamento antisemita.

“Entrambi questi eventi metteranno a disagio gli studenti ebrei del campus, questi eventi sono stati programmati per umiliare  la loro identità come  popolo e il collegamento con lo Stato ebraico di Israele”, ha dichiarato Freeman a Westlake. “Sarei grato se potesse esaminare questi eventi e prendere le iniziative opportune”.

La corrispondenza è emersa dopo che l’Ufficio del Garante delle Informazioni ha costretto l’università a comunicare “tutta la corrispondenza tra l’Università di Manchester e la lobby israeliana” tra il 1 ° febbraio e il 3 marzo ad uno studente. La documentazione ha incluso l’email di Freeman.

In quella mail, Freeman aveva  scritto: “Accogliamo il dibattito e la discussione e li vediamo come parte essenziale di una sana democrazia e di una società aperta. Nel caso di questi due eventi particolari, riteniamo che questa non sia una critica legittima, ma  piuttosto che si sia superato il limite nel linguaggio dell’odio”.

Il giorno dopo, un funzionario universitario ha inviato a Huda Ammori, organizzatore dell’evento, le condizioni. Gli accademici scelti per presiedere gli incontri furono sostituiti da altri nominati dall’università, la pubblicità  limitata agli studenti e al personale, agli organizzatori fu comunicato che il dibattito sarebbero stato registrato.

Ammori fu così ammonito: “Non è consentito per “La storia di un sopravvissuto dell’Olocausto e della dichiarazione di Balfour ” l’uso del titolo o del sottotitolo “Stai facendo ai palestinesi ciò che i nazisti  hanno fatto a me”, a causa della  sua indubbia natura provocatoria.”

Ammori ha ribadito: “Nelle istituzioni educative non ci dovrebbe essere alcun tipo di lobbying da parte di governi stranieri. Non puoi immaginarle sedute con l’ambasciata saudita per concordare un evento su quello che sta succedendo in Yemen”.

L’evento con la Sherwood è andato avanti rivisto con il sottotitolo rimosso. Lei ha negato che il titolo del suo discorso potesse essere definito antisemita.

“Stavo solo parlando della mia esperienza di ciò che i nazisti mi hanno fatto come  bambina ebrea”, ha detto. “Dovetti allontanarmi da dove vivevo, perché gli ebrei non potevano vivere lì. Non potevo andare a scuola. Sarei morta se i cristiani non mi avessero battezzata e fornito documenti  per salvarci.

“Non posso dire che sono una palestinese, ma le mie esperienze da bambina non sono dissimili di quelle che i bambini palestinesi stanno vivendo ora”.

Un portavoce dell’ambasciata israeliana ha riferito di non riconoscere l’incontro come lobbying, poiché le riunioni tra ambasciate e università sono comuni. Ha osservato che l’e-mail di Freeman ha accolto con favore il dibattito e la discussione.

Per quanto riguarda la testimonianza di Sherwood, ha dichiarato: “Il confronto tra Israele e il regime nazista potrebbe essere ragionevolmente considerato antisemita, tenuto conto del contesto, secondo la definizione elaborata dall’IHRA sull’antisemitismo, accettata dal governo britannico, dal partito laburista, dal NUS [Unione Nazionale degli Studenti] e dalla maggior parte delle università britanniche”.

L’Università di Manchester ha riferito di aver applicato il codice di condotta sulla libertà di espressione  a tutti gli eventi del campus che coinvolgono relatori esterni e argomenti controversi e che i funzionari hanno verificato il rispetto delle regole, inclusa l’Equality Act 2010.

“In questo modo l’università ha permesso lo svolgimento degli eventi in linea con i principi del regolamento e il nostro impegno nei confronti dei principi di libertà di parola e di espressione”, ha affermato il portavoce, senza riferimenti all’incontro con i diplomatici.

 

Trad. Invictapalestina

Fonte: https://www.theguardian.com/education/2017/sep/29/manchester-university-censors-title-holocaust-survivor-speech-criticising-israel

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