Sayyed Nasrallah: Lo stato dell’ISIS è finito … gli Stati Uniti hanno fatto di tutto per impedire la sua sconfitta ad Al-Boukamal

I palestinesi di tutte le parti saranno oggetto di molte pressioni perché rinuncino ai loro diritti davanti alla “transazione del secolo” che l’amministrazione Trump intende fare.

20 novembre 2017

 

Redazionale dal sito web

La vittoria sull’ISIS in Iraq e in Siria e la riunione della Lega Araba su richiesta dell’Arabia Saudita hanno formato la maggior parte del discorso televisivo del segretario generale di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, pronunciato lunedì.

Per lui, quanto è successo nei giorni scorsi suona la campana a morto della milizia wahhabita terrorista dell’ISIS in questi due paesi.

“Lo stato dell’ISIS è finito una volta per tutte, … è un successo che mette fine al progetto di scissione della Siria e dell’Iraq… Ci sono ovviamente reliquie dell’ISIS qua e là e la battaglia non è ancora finita”, ha assicurato, riferendosi alla liberazione della città siriana di al-Bukamal in Siria e a quella della città e della provincia di Rawat in Iraq.

Per quanto riguarda Al-Boukamal, Sayyed Nasrallah ha elogiato il ruolo chiave del capo dell’unità al-Quds dei Guardiani della Rivoluzione, il generale Qassem Suleimani, che ha condotto la battaglia dal suo inizio fino alla fine.

Ha invece accusato gli Stati Uniti di aver dato man forte all’ISIS per impedirne la sconfitta e ha rivelato cosa hanno fatto per raggiungere questo obiettivo. Citando, tra le altre cose, il fatto che hanno imposto una no fly zone nella regione che va dall’Eufrate al confine iracheno della provincia di Deir Ezzor per impedire alle due aviazioni russa e siriana di bombardare i convogli dell’ISIS e le loro vie di approvvigiomento.

Passando all’incontro della Lega araba di domenica, il numero uno di Hezbollah si è detto sorpreso dall’ironia della sorte che fa sì che le accuse nella dichiarazione finale, che arrivano nel momento in cui si conclude la parte essenziale della battaglia condotta contro i terroristi wahhabiti takfiristi, taccino Hezbollah di essere un’organizzazione terrorista. Idem per l’Iran, “che gli arabi dovrebbero ringraziare per il ruolo essenziale che ha giocato contro il terrorismo nella nostra regione”, ha aggiunto.

Ha detto di aspettarsi misure simili contro tutti coloro che hanno silurato il progetto statunitense nella regione e la cui punta di diamante è stato l’ISIS.

Sullo Yemen, Sayyed Nasrallah ha negato ancora una volta che i lanci di missili balistici siano opera dei combattenti di Hezbollah che si trovano nel paese. Ha smentito di aver inviato armi in Yemen, Bahrain, Iraq … o in qualsiasi altro posto.

“Gli unici paesi a cui abbiamo inviato armi sono la Palestina, in questo caso nella Striscia di Gaza, dove abbiamo fatto passare missili Kornet e ne siamo orgogliosi… e in Siria, per nostro uso”, ha affermato.

Tuttavia ha parlato a lungo nel suo discorso del calvario inflitto dall’Arabia Saudita al popolo yemenita. Lanciando un appello alla Lega Araba ad “almeno fermare questa guerra.”

Bombardamenti indiscriminati su ospedali, mercati, scuole, industrie, abitazioni, moschee, insomma sulla popolazione civile, sono all’ordine del giorno come hanno denunciato praticamente tutte le organizzazioni internazionali per i diritti umani. (Famiglia Cristiana)

Per quanto riguarda la situazione interna libanese, Sayyed Nasrallah ha detto che farà una dichiarazione solo quando il primo ministro Saad Hariri, “che non consideriamo ancora dimissionario”, tornerà.

Al pubblico della Resistenza al quale ha rivolto la sua ultima parola, ha detto: “tutto ciò che avete sentito ultimamente, gettatevelo alle spalle… Alludeva senza dubbio alle minacce fatte nei giorni scorsi contro il Libano, i libanesi e più specificamente contro la resistenza.

“Le nostre vittorie continueranno. Quella di al-Boukamal non sarà l’ultima”, ha concluso.

 

Le idee essenziali del discorso

Finito lo stato dell’ISIS, ma …

Diversi sviluppi ci sono stati negli ultimi giorni che mi hanno spinto a rivolgermi a voi questa notte.

Il primo titolo è legato al successo sui confini siriano-iracheni da entrambi i lati siriano e iracheno.

Sul versante iracheno abbiamo visto la scorsa settimana la liberazione dell’ultima città e dell’ultima provincia irachena nelle mani dell’ISIS, Rawat, e l’annuncio del governo iracheno che l’ISIS non controlla più l’Iraq e che le reliquie dell’ISIS sono disperse nel deserto e in piccoli villaggi. La struttura militare dell’ISIS è finita una volta per tutte e le forze irachene sono arrivate al confine con la Siria e aspettiamo la pulizia di tutta questa zona e l’annuncio da parte del governo iracheno, e non ci vorrà molto prima di sapere che c’è un comune denominatore con la Siria di cui parlerò più avanti.

Dall’inizio della cospirazione dell’ISIS in Iraq e con la cooperazione con il governo iracheno, abbiamo inviato un gran numero di nostri capi militari … Gli iracheni non hanno certo bisogno di combattenti … In questa guerra, abbiamo perso martiri e crediamo che il nostro piccolo contributo abbia dato qualcosa a questo successo.

In un secondo momento bisognerà fare una revisione e una rivalutazione della situazione laggiù, quando i nostri capi torneranno dai fronti per decidere se occorrerà rimandarli laggiù o inviarli altrove…

Inoltre, vorrei parlare della battaglia di al-Boukamal e ne parlerò nei dettagli

Siamo di fronte ad un risultato molto importante in tutti i criteri …

L’importanza della battaglia di al-Boukamal viene dal fatto che era l’ultima città ad essere ancora sotto il controllo dell’ISIS in Siria … è il grosso titolo di questa vittoria

La seconda ragione della sua importanza risiede nel fatto che è una città al confine con la città irachena di Al-Qaem con la quale formava il più importante passaggio frontaliero tra Siria e Iraq, e ora è ormai libero …

Ora, è quello che l’amministrazione americana si sforzava di impedire

Il terzo elemento principale di questo successo è che protegge l’unità della Siria, dopo le battaglie di Aleppo, Deir Ezzor e al-Mayadine …

Questo completamento significa che il progetto di divisione se ne è andato per sempre, sia in Siria che in Iraq.

Soprattutto da quando la fine dell’ISIS è stata condotta congiuntamente tra i due vicini siriano e iracheno.

Ancora reliquie dell’ISIS

La caduta qui dell’ISIS non significa la fine dell’ISIS. Sì, lo Stato dell’ISIS come struttura, città, wilayat, governatori, governi, sistema educativo, valuta e altro è completamente finito …

Mentre il gruppo dell’ISIS e la sua ideologia sono sempre presenti nel deserto in Iraq, nelle valli, negli angoli sperduti, forse in alcune città, si nascondono e lavorano segretamente per formare cellule dormienti …

In Siria, l’ISIS è ancora presente in alcune località lungo l’Eufrate, nel sud del bacino di Yarmouk e nel campo di Yarmouk, non lontano da Damasco.

Quando arriverà il momento in cui i dirigenti iracheni annunceranno la loro vittoria e anche la leadership siriana, sarà allora che ci sarà bisogno di discutere.

Ma prima bisognerà festeggiare questa grande vittoria contro il peggior fenomeno che abbia conosciuto la nazione islamica nella nostra storia moderna, perché ha lavorato per offuscare l’immagine della religione del nostro profeta Maometto. È una vittoria pluridimensionale …

Sarà necessario ripetere che i popoli della regione dovranno meditare su quello che è successo, per cercare di rivedere chi ha creato l’ISIS, chi l’ha sostenuto e chi invece l’ha combattuto, ha perso martiri e l’ha sconfitto …

Come gli Stati Uniti hanno aiutato l’ISIS

Ad al-Bukamal gli americani hanno fatto di tutto per aiutare l’ISIS, tranne che aprire il fuoco direttamente contro le forze che operavano per liberarla, cioè l’esercito siriano e i suoi alleati.

Hanno fornito una copertura aerea tra l’Eufrate e il confine con l’Iraq ai suoi miliziani che si spostavano a loro piacimento con le loro armi, attraverso le loro rotte di rifornimento… Erano completamente protetti dall’aviazione americana che impediva agli aerei militari russi e siriani di agire in questa zona. Gli Stati Uniti hanno persino minacciato questi ultimi di sferrare attacchi contro di loro nel caso in cui lo avessero fatto …

Due: hanno spedito in tutta fretta i loro droni da ricognizione sulle forze alleate e fornito informazioni accurate all’ISIS sui loro trasferimenti e movimenti sul terreno. Subito dopo, i miliziani dell’ISIS hanno bombardato a loro volta le postazioni dell’esercito siriano e dei suoi alleati …

Tre, un’interferenza ha colpito tutta gli apparecchi elettronici delle forze alleate contro l’ISIS.

Quando l’ISIS ha perso, hanno fatto di tutto per facilitare la loro ritirata dalla città verso l’est dell’Eufrate e li hanno fatti accogliere in zone controllate dai curdi o dalle Forze democratiche siriane (FDS).

Tra virgolette, dovremmo dunque aspettarci che i miliziani takfiristi dell’ISIS si radano la barba per unirsi alle brigate delle FDS. Dopo la battaglia gli elicotteri sono atterrati in zone dell’ISIS e messo in salvo alcuni di loro. I loro dirigenti, i loro capi, non saprei dire cosa … Questa è una grande domanda che sorge tanto più che si è ripetuta altrove, anche in Iraq.

La preoccupazione principale degli americani era che l’ISIS resistesse il più a lungo possibile.

Questo è un ulteriore segno del coinvolgimento degli Stati Uniti nella creazione dell’ISIS. Ricordate cosa i dirigenti statunitensi prevedevano: dicevano che ci sarebbero voluti almeno 30 anni per mettere fine all’ISIS. La stima più bassa è stata almeno 10 anni.

Questo desiderio statunitense sembra essere sempre in corso …

Negli ultimi giorni un grande alleato degli Stati Uniti, in questo caso il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, li ha accusati di sostenere l’ISIS con denaro. Ed io credo che lo aiutino con ben più di questo…

Erdogan l’ha detto apertamente in un discorso pronunciato davanti ad un pubblico.

Gli Stati Uniti vogliono riciclare l’ISIS con nomi nuovi per eseguire le stesse missioni …

Grazie Qassem Suleimani …

In questa occasione, permettetemi di salutare e ringraziare tutti i combattenti che si sono sacrificati in questa area desertica estremamente difficile… ai capi, agli ufficiali, ai soldati, ai combattenti, nell’esercito siriano nelle forze popolari siriane, alle fazioni della resistenza irachena, ai nostri fratelli nelle Brigate dei Fatimiyyoune, Zaynabiyyoune, ai nostri fratelli nei Guardiani della Rivoluzione e anche ai comandanti di Hezbollah e a tutti i combattenti di Hezbollah che hanno partecipato a questa battaglia indirizzo i miei saluti.

Dobbiamo anche guardare alle famiglie dei martiri di Hezbollah e di tutti gli altri, che hanno profuso così tanti sacrifici, martiri e feriti. Vorrei dire loro che costituiscono il nostro onore e la nostra dignità.

Permettetemi di esprimere i miei ringraziamenti al capo dell’unità Al-Quds dei Guardiani della Rivoluzione, il generale e grande fratello Haj Qassem Suleimani.

In quest’ultima battaglia di al-Boukamal e data l’atmosfera che regna attualmente nella regione – parlo dell’incontro della Lega Araba – dovremmo chiamare le cose con il loro nome …

Ha preso parte a questa battaglia fin dall’inizio ed era in prima linea e poteva cadere vittima in qualsiasi momento. Era lui che comandava tutto, in ogni dettaglio …

Gli arabi devono ringraziare l’Iran

Dobbiamo anche ringraziare l’Iran oltre che Haj Qassem Suleimani, l’Imam Ali Khamenei, il popolo iraniano, i Guardiani della Rivoluzione, il riferimento religioso, il presidente iraniano … Dovremmo tutti noi, come popoli della regione, inviare loro i nostri ringraziamenti. Perché la Repubblica islamica dell’Iran (RII) si è, senza alcun indugio, messa accanto all’Iraq e alla Siria contro l’ISIS. Noi stessi, tutto ciò che abbiamo come punti di forza, l’abbiamo preso dalla RII.

Siamo liberi da tutti questi anni di ferocia, di schiavitù, … grazie a quest’uomo e alla RII …

Quando gli arabi si sono incontrati con Trump, hanno detto che avrebbero messo fine all’ISIS nel 2018.

Ecco, il lavoro è finito … lo stato dell’ISIS è finito. Il nostro asse dovrebbe continuare l’azione per eliminare le reliquie dell’ISIS, soprattutto perché siamo sicuri che gli Stati Uniti faranno di tutto per dargli nuova vita …

Coloro che hanno combattuto l’ISIS saranno puniti

Il secondo titolo del mio intervento sarà dedicato all’incontro di ieri dei ministri arabi degli Esteri nella Lega Araba (LA)

Riguardo a Hezbollah in particolare, sapendo che l’Iran saprà rispondere per se stesso e lo stesso vale per il movimento yemenita Ansarullah.

Consderato che il comunicato della Lega Araba è rivolto a Iran, Hezbollah e Ansarullah.

Questa accusa non è niente di nuovo. Quindi niente per cui valga la pena innervosirsi. Sì certo è deplorevole.

Ironia della sorte, mentre le nostre forze, tra cui Hezbollah, hanno liberato al-Bukamal e cacciato l’ISIS, riconosciuta all’unanimità come un’organizzazione terrorista, vengono a tacciare Hezbollah come movimento terrorista. Idem per l’Iran.

Che avete fatto contro l’ISIS? Nei giorni scorsi un funzionario saudita ha avuto la pretesa di dire che l’Arabia Saudita è un compagno nella battaglia e vittoria contro l’ISIS: cosa avete fatto contro l’ISIS?? Dove sono i vostri generali, i vostri combattenti, i vostri principi?

Ho dimenticato che dovrei rivolgere la mia stima e i miei ringraziamenti anche agli sforzi dispiegati dalle forze russe e in particolare dall’aviazione militare russa, che si sono assunte il rischio di attriti con gli Stati Uniti …

Il percorso di queste accuse è quindi americano: tutti coloro che hanno silurato il progetto nella regione e di cui l’ISIS è stato la punta di diamante saranno puniti …

Da qualche tempo gli Stati Uniti hanno posto un capo di una brigata irachena che ha combattuto contro l’ISIS, il comandante Mouhandess, nella loro lista dei terroristi. Hanno fatto lo stesso con al-Noujaba, con le brigate Ahl Al-Hak. Questo continuerà ed si espanderà per inglobare tutti i gruppi che hanno contribuito alla sconfitta dell’ISIS …

Anche degli Stati saranno minacciati come hanno fatto con il Libano e il Qatar.

È un percorso normale e dovremo affrontarlo con saggezza e usando i mezzi appropriati …

Vorrei dire a tutti gli arabi, in particolare ai palestinesi e ai libanesi: ascoltate i commenti fatti di recente dai funzionari israeliani sullo scambio di relazioni con i paesi arabi, per farvi un’idea chiara della direzione che prenderanno le cose …

Persino Yaalon, ex capo di stato maggiore e attuale ministro della guerra, si vanta dicendo: “Non è un caso che Adel al-Jubeir dica in arabo ciò che noi diciamo in ebraico”.

Nessun missile Hezbollah nello Yemen

Ultima parola sul comunicato finale della Lega Araba

C’è un paragrafo in cui il consiglio imputa a Hezbollah, tacciato come terrorista e partner del governo libanese, la responsabilità di sostenere il terrorismo nel mondo arabo e rifornirlo di armi sofisticate e missili balistici. Le loro accuse sono buttate là arbitrariamente, senza alcuna prova, senza alcun indizio, senza niente… È una mascherata. Mentre ci stiamo dando da fare per avere armi …

Queste accuse sono meschine, deboli e prive di ogni credibilità o fondamento …

La Lega Araba chiaramente vuole caricare le accuse contro Hezbollah addossandogli ciò che non fa …

Non abbiamo mai inviato armi né in Yemen, né in Iraq, né in Bahrain o in qualsiasi altro paese arabo …

Sì, ci sono due luoghi in cui abbiamo inviato armi: nella Palestina occupata, e più precisamente nella Striscia di Gaza, dove abbiamo inviato missili Kornet, e ne siamo assolutamente orgogliosi … e in Siria per nostro uso …

Inoltre, alla luce delle dichiarazioni dei ministri saudita e del Bahrein che hanno detto ai libanesi che se non risolvono il problema di Hezbollah, la situazione della sicurezza sarà minacciata …

Non so se si informano su quanto sta accadendo nella regione …

Non interferite in Libano

La più grande minaccia è l’occupazione israeliana, e lo è sempre… così come quella di queste milizie takfiriste… Ora il miglior fattore di liberazione e di stabilità in Libano è stato ed è la Resistenza e i suoi armamenti…

Il Libano è da sempre oggetto di minacce e provocazioni israeliane. L’unico deterrente sono la resistenza e i suoi armamenti.

Pensate di aver protetto voi il Libano, con i vostri aerei, i vostri armamenti?

Ieri un funzionario degli Emirati ha detto francamente che gli aerei degli Emirati Arabi non minacciano Israele

Persino la lotta contro le cellule del gruppo takfirista proveniva da questi armamenti

Se vi preoccupate veramente della sicurezza del Libano, se davvero volete aiutare il Libano, non ingeritevi negli affari del Libano e non mandate i vostri takfiristi, istruiti nelle vostre scuole wahhabite, e non incitate gli israeliani a provocarci.

C’è unanimità e una volontà nazionale di non tornare alla situazione di sicurezza che ha prevalso durante la guerra civile …

Non ingeritevi e il Libano vivrà in pace …

La denigrazione saudita del popolo yemenita

Sullo Yemen, che è uno dei temi per i quali è stata convocata la riunione della Lega Araba, mentre non si fa nessun incontro per la Palestina quando la causa palestinese è minacciata più che mai di essere liquidata …

La causa di questo incontro è stato questo missile balistico esploso sopra l’aeroporto di Riyadh …

Ci sono state diverse interviste e dichiarazioni in cui il ministro dell’Arabia Saudita accusa Hezbollah di aver lanciato su Riyad, ne ho parlato prima e ci tengo a smentire di nuovo categoricamente. Hezbollah non ha alcun legame con questo missile, né con i precedenti missili, né con quelli che verranno lanciati in futuro.

I sauditi non lo vogliono credere perché denigrano gli yemeniti e non vogliono riconoscere che sono combattenti resistenti e valorosi, intelligenti e in grado di aumentare le loro competenze militari. La loro impresa è al 100% yemenita.

Si rifiutano di guardare la verità in faccia perché pensano chegli yemeniti siano come loro, dei buoni a nulla, che importano tutto da fuori …

Non possono ammettere che gli yemeniti possano combattere una battaglia così difficile e vogliono accusare l’Iran e Hezbollah.

Siete perdenti di fronte agli yemeniti, bisogna guardare le cose in faccia e non scapparsene via …

Per quanto riguarda Hezbollah, respingo queste accuse …

La paura dell’Arabia Saudita nel mondo arabo

Un’altra cosa, siete riuniti qui per condannare il lancio del missile, ma vorrei domandarvi: lo Yemen non è un paese arabo? Il suo popolo, non è un popolo arabo? Persino gli occidentali cominciano a mormorare su questa guerra.

A parte le cause reali, c’è una realtà: una guerra feroce contro un paese arabo chiamato Yemen, che è sotto assedio. Si leva un moto di protesta perché un missile è stato lanciato contro l’Arabia, mentre gli aerei e i missili sauditi bombardano senza pietà questo paese, tutto: case, suq, strade, città, ospedali, scuole … Decine di migliaia sono stati uccisi o feriti.

Ancora ieri, l’ONU ha avvertito che se l’assedio non viene rotto, milioni di anime sono minacciate di fame.

Non sono forse arabi, musulmani, umani… Non avete alcun senso di umanità …

Ora dirò   perché in Libano devo parlare dello Yemen. È vietato parlarne in tutti i paesi arabi e islamici.

Davanti a ciò che sta accadendo nello Yemen, vorrei fare appello a tutti gli arabi, a tutti i riferimenti religiosi, a tutte le élite… vorrei rivolgermi alla loro ragione, al loro cuore, alla loro religione, alla loro arabità …

Non potete alzare la voce per salvare questo popolo … Esigete soltanto che questa guerra contro questo popolo cessi. Questo colera, questo assedio, questi bombardamenti, … cercate una soluzione.

Questo silenzio mortale nel mondo arabo islamico è dovuto solo alla paura instillata dall’Arabia Saudita. È possibile che vediamo milioni di anime morire di fame, mentre tutti tacciono e non fanno e non dicono nulla per fermare questa guerra, almeno …

Questa affermazione è stata fatta mentre un intero popolo arabo è oggetto di un massacro senza pietà e senza che alcun accenno a questo popolo si faccia … Bisogna correggere questa situazione…

L’unità dei palestinesi per superare “La transazione del secolo”

Mi rivolgo anche alla Palestina e ci tengo a ringraziare i fratelli dei movimenti di resistenza di Hamas e della Jihad islamica per le posizioni che hanno espresso nei confronti del comunicato della Lega Araba che aveva descritto Hezbollah come un’organizzazione terrorista …

Questa eccitazione che attraversa il mondo arabo è senza dubbio la copertura all’annuncio della normalizzazione accelerata delle relazioni dell’insieme dei paesi arabi con Israele, al fine di liquidare la causa palestinese. L’intervista rilasciata dal sito saudita Elpah al generale israeliano Gadi Eisenkot ne è l’immagine.

I palestinesi di tutte le parti saranno oggetto di molte pressioni perché rinuncino ai loro diritti davanti alla “transazione del secolo” che l’amministrazione Trump intende fare.

Dico loro che la vostra sola e più importante forza sta nella vostra unità, nella vostra unificazione. È grazie ad essa che potrete superare questa fase.

Gettatevi alle spalle ciò che è stato detto ultimamente

La mia ultima parola la indirizzerò al Libano. Aspettiamo tutti il ritorno del primo ministro Saad Hariri, che per noi non ha ancora rassegnato le dimissioni finché non le presenterà al Presidente della Repubblica. Siamo aperti al dialogo …

Abbiamo sentito alcuni dirigenti di Movimento Futuro dire che Hezbollah ha violato i termini del compromesso raggiunto durante la formazione dell’ultimo governo. Risponderemo solo quando tornerà …

Ringraziamo la posizione dello Stato libanese per quanto riguarda la Lega Araba e gli sforzi compiuti dal Ministro degli Esteri Gebran Bassil e anche del Ministro iracheno. Non ho dati sulla posizione degli altri paesi arabi …

I miei ringraziamenti a tutti coloro che difendono la sicurezza araba e l’Islam …

L’ultima parola al pubblico della resistenza: ciò che avete sentito ultimamente, gettatevelo alle spalle, le nostre vittorie continueranno. Quella di al-Boukamal non sarà l’ultima.

 

 

Traduzione Simonetta Lambertini – invictapalestina

Fonte: https://french.almanar.com.lb/662572

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