BDS ha di nuovo segnato un punto: a New York, il negozio di diamanti della holding Africa Israel del miliardario Lev Leviev, è stato costretto a chiudere i battenti dopo una lunga campagna di protesta contro l’apartheid israeliano.
12 gennaio 2018
Africa Israel, una società a più riprese chiamata in causa per le sue violazioni dei diritti umani nelle miniere di diamanti che gestisce in Angola, si caratterizza anche per i suoi investimenti nella costruzione di insediamenti nella Cisgiordania occupata.
Ecco perché l’associazione per la difesa dei diritti del popolo palestinese Adalah per anni, alla vigilia di Natale, ha organizzato una manifestazione di protesta di fronte al negozio, situato nella prestigiosa Madison Avenue della metropoli statunitense.
Un ex dipendente di Leviev, implicato in un enorme scandalo di corruzione, ha recentemente ammesso in tribunale che il negozio aveva corrotto dei poliziotti nel tentativo di far bandire i dimostranti. Lo stesso Lev Leviev aveva fatto sapere che la messa a nudo delle sue pratiche “gli causava grosse preoccupazioni”, riporta il sito web Electronic Intifada.
“Ogni anno, dal 2007, abbiamo dimostrato davanti al negozio, chiedendo la sua chiusura. Bene, ora è fatta!”, ha detto Mindy Gershon, portavoce di Adalah New York.
È attraverso la sua sussidiaria Danya Cebus che la holding investe nella costruzione di insediamenti colonici e figura nel database delle aziende colpevoli di partecipazione all’occupazione dei territori palestinesi elaborato dalle Nazioni Unite.
Molte istituzioni pubbliche e private, tra cui le ONG Oxfam and Care, l’UNICEF agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia, o ancora i governi britannico e norvegese, hanno già interrotto qualsiasi rapporto o investimento con Africa Israel.
Traduzione Simonetta Lambertini – invictapalestina.org
Fonte: http://french.almanar.com.lb/737207