I gruppi palestinesi non hanno partecipato alla Women’s March per la presenza di Scarlett Johansson

Copertina: NEW YORK, NY – 30 novembre: Scarlett Johansson  al Museum Gala at American Museum il 30 novembre 2017 a New York City. (Foto di Jamie McCarthy / Getty Images)

Da City News Service

Pubblicato alle 10:28 PST del 20 gennaio 2018

Sabato gruppi palestinesi-americani si sono ritirati dalla Women’s March’s per la partecipazione dell’attrice Scarlett Johansson come oratrice ospite, in segno di protesta contro quello che chiamano il sostegno della Johansson agli insediamenti israeliani in Cisgiordania.
Sana Ibrahim, ex presidente dell’Associazione delle donne palestinesi americane”, ha affermato: ” Crediamo che i diritti delle donne siano diritti umani e che i diritti umani siano diritti delle donne. Evidentemente durante il WMLA questo concetto non si estende ai diritti umani palestinesi”.
Palestinian American Women’s Association (PAWA) ha risposto a una petizione online lanciata mercoledì sera da Women for Palestine L.A., che ha criticato allo stesso modo il ruolo di Johansson nell’evento di Los Angeles.
Alla petizione hanno aderito altri gruppi come Jewish Voice for Peace LA e Al-Awda: The Palestine Right to Return Coalition.

La dichiarazione di PAWA afferma “… Johansson ha espresso il suo sostegno senza riserve agli insediamenti illegali in Cisgiordania – una violazione dei diritti umani riconosciuta dalla comunità internazionale – i suoi appelli hanno solo riconfermato la sua posizione, mandando un messaggio chiaro che le voci palestinesi e diritti umani per i palestinesi non contano” .

“Anche se la sua posizione potrebbe non essere condivisa da tutti gli organizzatori  della Women’s March di Los Angeles, PAWA non può in tutta coscienza collaborare con un’organizzazione che fallisce nel riconoscere  quando gli oratori selezionati contraddicono il loro messaggio”.

Johansson è una delle numerose celebrità che saliranno sul palco secondo il programma di sabato. Nel 2014 ha lasciato il suo ruolo di ambasciatrice presso l’organizzazione umanitaria Oxfam dopo essere stata criticata per la sua decisione di partecipare a una campagna pubblicitaria per SodaStream, una società di bevande con uno stabilimento in un insediamento israeliano in Cisgiordania.

“Il ruolo della signora Johansson nel promuovere l’azienda SodaStream è incompatibile con il suo ruolo di ambasciatrice nel mondo”. “Oxfam ritiene che le aziende come SodaStream che operano in insediamenti colonici aggravano ulteriormente la povertà e negano il diritto delle comunità palestinesi per cui lavoriamo (http://www.huffingtonpost.it)

“Appoggio  questa decisione”, ha detto l’attrice a Observer in quella occasione. “Ero a conoscenza di quella particolare fabbrica prima della mia firma e continuo a non vederlo come un problema, almeno fino a quando qualcuno non risolverà la chiusura di quella fabbrica che lascerebbe  tutte quelle persone indigenti” (sintesi).

Johansson ha anche affermato di essere “una sostenitrice della cooperazione economica e dell’interazione sociale tra Israele democratico e Palestina”.

I tentativi di raggiungere gli organizzatori WMLA o i rappresentanti di Johansson per ulteriori commenti non hanno avutola momento successo.

 

Trad. Invictapalestina.org

https://www.nbclosangeles.com/news/local/Palestinian-Groups-Pull-Out-of-Womens-March-Due-to-Scarlett-Johansson-470284973.html

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