Gli attivisti di solidarietà per la Palestina “combattono per i cuori e le menti della base popolare”, ha detto e ha affermato, “ci siamo appena svegliati [col BDS] e dobbiamo fare molto velocemente.” Copertina – Sima Vaknin-Gil, ora responsabile della direzione del ministero anti-BDS di Israele, un tempo era direttrice della censura militare. (Wikipedia)
di Asa Winstanley, 24 gennaio 2018
Quando all’inizio del 2016 Sima Vaknin-Gil è diventata direttrice generale del Ministero degli Affari strategici israeliano, un fatto cruciale è passato ampiamente inosservato.
Per anni è stata un ufficiale di alto grado in un’agenzia di spionaggio israeliana.
Ciò significa che negli ultimi due anni un ex ufficiale dei servizi segreti ha gestito la guerra globale israeliana contro il BDS, il movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni.
Il suo capo al ministero è Gilad Erdan, un alleato chiave del primo ministro Benjamin Netanyahu.
Il mese scorso hanno rivelato di aver speso enormi somme per la creazione di una propaganda anti-BDS indirizzata ai social media e ai media.
Dovrebbe suonare forte la sveglia a tutti i difensori della libertà di parola e dei diritti umani quando una pacifica campagna della società civile è presa di mira da agenzie di spionaggio responsabili di pirateria informatica, torture, rapimenti e omicidi in Palestina e in tutto il mondo.
Servizi segreti militari
Pur non essendo un segreto, il retroterra di Vaknin-Gil è stato appena considerato dalla copertura dei media dopo la sua nomina fondata sul suo precedente ruolo di capo della censura di Israele.
Un’attenta ricerca è arrivata a un solo articolo – un’intervista del dicembre 2015 alla rivista israeliana Army Defense – che parlava della sua carriera nell’intelligence.
L’intervista fu rilasciata alla vigilia della sua nomina come massimo funzionario in quello che è effettivamente il ministero anti-BDS di Israele. Rivelò di avere trascorso più di 20 anni come spia nell’intelligence dell’aviazione israeliana, arrivando al grado di generale di brigata – una posizione che mantiene ancora come riservista.
In quel periodo, dichiara la rivista, lavorò “a stretto contatto con i funzionari statunitensi e gli ufficiali più alti in grado dell’intelligence israeliana”.
Nel 2005, ha iniziato il suo percorso di dieci anni come capo della censura militare, un ruolo che ha richiesto un coordinamento regolare con le principali spie e leader militari israeliani, tra cui il capo dell’intelligence militare, il capo del Mossad e il capo dello stato maggiore dell’esercito.
“Inondare internet”
“Voglio creare una comunità di combattenti”, ha detto Vaknin-Gil poco dopo la sua nomina al ministero degli affari strategici.
Ha detto di avere programmato di “inondare internet” con una propaganda israeliana che avrebbe pubblicamente preso le distanze dal governo.
Recentemente, durante una conferenza del Jerusalem Post, ha annunciato solo di sfuggita di provenire “dall’intelligence dell’IDF,” l’esercito israeliano.
Trasmesso in live streaming su YouTube, il dibattito di dicembre 2017 è stato una discussione su come combattere al meglio il BDS.
Vaknin-Gil ha ammesso che gli argomenti dei diritti umani degli attivisti BDS risultano molto convincenti per la base popolare in Europa e negli Stati Uniti al punto che “laggiù, a meno che non si faccia qualcosa, perderemo”.
Ha attribuito ai sostenitori dei diritti dei palestinesi un “comportamento molto, molto intelligente”.
Gli attivisti di solidarietà per la Palestina “combattono per i cuori e le menti della base popolare”, ha detto e ha affermato, “ci siamo appena svegliati [col BDS] e dobbiamo fare molto velocemente.”
Il co-fondatore del movimento BDS Omar Barghouti ha dichiarato a The Electronic Intifada che Israele non è riuscito a vincere “la battaglia per i cuori e le menti al livello della base popolare”.
Secondo Barghouti, Israele sta “cercando disperatamente di sopprimere l’enorme crescita del movimento BDS per i diritti palestinesi nel mainstream passando a misure draconiane di repressione ed esportandole attraverso i suoi gruppi di pressione nei governi occidentali”.
I profondi legami del Ministero con lo spionaggio
L’agenda ufficiale del ministro per gli affari strategici Gilad Erdan del 2016, arrivata nelle mani di attivisti israeliani e tradotta da The Electronic Intifada, conferma gli stretti legami del suo dipartimento con le agenzie di spionaggio del paese.
L’agenda riporta un incontro del 17 gennaio con il capo dello Shin Bet, la polizia segreta israeliana. L’agenzia ha una lunga storia di molestie, rapimenti, torture e uccisioni di attivisti palestinesi.
L’agenda mostra anche che il 16 febbraio 2016 Erdan ha pranzato con il capo del Mossad, l’agenzia d’oltremare israeliana di spionaggio e assassinio.
E il 20 marzo Erdan a quanto pare ha incontrato il “capo degli 8200” – riferimento all’Unità 8200, le spie israeliane responsabili dei principalmente impegnati nella guerra cibernetica.
Secondo i veterani dell’Unità 8200, le sue attività includono intercettazione delle comunicazioni di civili palestinesi che vivono sotto occupazione israeliana per persecuzione politica o per trovare informazioni personali o sessuali imbarazzanti che potrebbero essere utilizzate per ricattarli a collaborare.
Corruzione della stampa
Il piano di Vaknin-Gil di “inondare internet” rispecchia precedenti segreti tentativi di diffondere propaganda filo-israeliana.
Nel 2014, The Electronic Intifada ha scoperto un complotto proveniente dal sito digitale Israel21c studiato per piazzare i suoi pezzi fasulli online e nei media con l’uso di metodi ingannevoli.
Con Vaknin-Gil – un esperto in censura della stampa – il ministero sta invece cercando di corrompere gli editori.
L’osservatorio dei media israeliani The Seventh Eye ha riferito il mese scorso che il ministero che Vaknin- Gil gestisce ha pagato l’editore del quotidiano più venduto in Israele 100.000 dollari per pubblicare articoli e video che attaccano il BDS come “antisemita”.
Pubblicato in ebraico e in inglese da Yediot Ahronot e dal suo sito web Ynet, gli articoli non hanno rivelato esplicitamente che erano contenuti a pagamento.
Un articolo inglese ha accennato vagamente al fatto che erano il risultato dell'”unione delle forze” del ministero e dell’editore, mentre due articoli ebraici affermavano che erano “in collaborazione” con il ministero.
Guerra di propaganda
The Seventh Eye ha spiegato che questa propaganda era “destinata ad influenzare i lettori a sostenere una campagna che Israele sta conducendo contro i suoi critici.”
Oltre a Yediot, il ministero ha anche comprato un finto giornalismo con lo scopo di ottenere l’appoggio di un pubblico globale, compreso quello di Times of Israel e del The Jerusalem Post.
L’agenda 2016 di Erdan si allinea a questo, riportando “un incontro del 18 luglio con l’editore del quotidiano The Jerusalem Post, Yaakov Katz.” La voce non registra l’argomento dell’incontro.
Gli articoli a pagamento facevano parte di una più ampia campagna del ministero degli affari strategici, che comprendeva un budget di 740.000 dollari “per promuovere contenuti sui social media e sui motori di ricerca, tra cui Google, Twitter, Facebook e Instagram”, ha riferito The Seventh Eye.
Altri 570.000 dollari sono stati spesi per la realizzazione di Act.il, un’app anti-BDS, ed è stata incoraggiata la diffusione online della produzione di video di sostegno.
Una delle “missioni” assegnate ai soldati israeliani della propaganda attraverso l’utilizzo dell’app Act.il lo scorso novembre, secondo The Jewish Daily Forward, “è stata quella di commentare un post specifico sulla pagina Facebook del sito web filopalestinese Electronic Intifada”.
Gli addetti alle pubbliche relazioni di Israele volevano contrastare l’impatto di The Electronic Intifada sull’appoggio del governo olandese a una promozione da parte della catena di supermercati israeliani Shufersal che fanno affari con gli insediamenti.
L’app Act.il è stata finanziata in gran parte dal miliardario dei casinò Sheldon Adelson – un importante donatore per cause anti-palestinesi e per la campagna presidenziale di Donald Trump.
Il ministero degli affari strategici è stato costretto a rendere note a The Seventh Eye le informazioni sul finanziamento in base alle leggi israeliane sulla libertà di informazione.
Ma la rivelazione potrebbe essere una delle ultime di questo tipo se il ministero si farà strada.
Ministero segreto
Il parlamento israeliano in luglio ha dato l’approvazione preliminare ad un disegno di legge che esime il Ministero degli Affari strategici dalla libertà di diritto di informazione.
Erdan ha argomentato sul disegno di legge, redatto dal suo ministero, sostenendo che il BDS è un “fronte di battaglia come qualsiasi altro” e c’è bisogno di mantenere “segreti i nostri metodi di azione”.
Una voce del 7 novembre sull’agenda 2016 di Erdan indica che l’ex spia Vaknin-Gil è stata direttamente coinvolta nella stesura di leggi israeliane contro il BDS.
Con oggetto “Legge BDS”, la voce recita, “Un incontro con Liat e Sima sugli emendamenti legislativi alla legge sul boicottaggio.” (il personale di Erdan al ministero è riportato in tutta l’agenda con il solo nome).
Se la legge verrà approvata, metterà il ministero di Erdan sullo stesso piano di Mossad e Shin Bet, anch’essi esenti dalla libertà di informazione.
Dato che il ministero di Erdan è sempre più gestito come un’agenzia di spionaggio centrata a livello globale piuttosto che un dipartimento governativo convenzionale, forse questa non dovrebbe essere una grossa sorpresa.
Haaretz ha descritto il ministero come “un luogo la cui terminologia interna viene dal mondo dello spionaggio e della sicurezza; le sue figure di spicco sembrano considerarsi i capi di un’unità di commando degli affari pubblici impegnata su più fronti.”
Oltre ad essere guidato da una, il ministero è in gran parte formato da ex spie.
Il predecessore di Vaknin-Gil come direttore generale è stato Ram Ben Barak, ex vice capo del Mossad.
Come ha rivelato The Electronic Intifada l’anno scorso, il direttore della sezione “intelligence” del ministero è Shai Har-Zvi, tenente-colonnello dell’esercito israeliano e probabilmente un’altra ex spia.
Senza fare nomi, un giornalista esperto di intelligence israeliana, Yossi Melman, aveva precedentemente riferito che la posizione era occupata una volta da “un ex investigatore nel sistema di sicurezza.”
“Fonti nascoste”, attività illegali
Melman – che ha confermato la rivelazione di The Electronic Intifada del nome di Har-Zvi – ha scritto che il ruolo della sua sezione “è quello di raccogliere informazioni e dati sul BDS e sui suoi attivisti da fonti sia pubbliche che nascoste”.
Melman ha scritto anche che il ministero ha assunto 25 dipendenti “in gran parte ex ufficiali dei servizi segreti israeliani” i cui nomi sono riservati.
Quali sono queste “fonti segrete” di cui si sta avvalendo la rete di spie di Erdan? Coinvolgono attività illegali? E stanno infrangendo le leggi di altri paesi in cui operano?
“Vogliamo che la maggior parte del lavoro del ministero rimanga riservata”, ha detto Vaknin-Gil al parlamento israeliano nel settembre 2016, quando ha riconosciuto che “una parte importante di ciò che facciamo rimane sotto i radar”.
Erdan ha anche ammesso l’uso da parte del suo ministero di gruppi di facciata internazionali – uno strumento storico delle agenzie di spionaggio israeliane. “La maggior parte delle azioni del ministero non sono del ministero, ma fatte attraverso corpi in tutto il mondo che non vogliono rendere pubblica il loro collegamento con lo stato”, ha detto l’anno scorso.
Un ministro rivale nel 2016 ha accusato Erdan e il suo feudo di “aver gestito organizzazioni ebraiche britanniche alle spalle dell’ambasciata [israeliana] in un modo che potrebbe metterle in violazione della legge britannica”.
E Melman nel 2016 ha rivelato che il ministero è coinvolto in “operazioni oscure” contro il movimento per la giustizia in Palestina.
E’ stato riferito anche da Haaretz che il ministero stava costituendo una “unità di offuscamento” per diffondere menzogne su attivisti BDS.
Minacce di morte e hackeraggio
In un articolo per il giornale ebraico Maariv, Melman ha indicato attacchi ai siti web del Comitato nazionale BDS della Palestina e ad altri gruppi per i diritti umani, suggerendo che gli attacchi potrebbero essere collegati al ministero di Erdan.
Ha anche riportato di minacce di morte contro Nada Kiswanson, un’avvocatessa del gruppo per i diritti umani Al-Haq, che aveva lavorato a L’Aia per raccogliere prove dei crimini di guerra israeliani per la Corte penale internazionale.
Le autorità olandesi hanno indagato sulle minacce. Melman sottintendeva che anche queste potevano essere legate al ministero.
Oltre a molestie e sabotaggi, i gruppi palestinesi sono stati attaccati con campagne diffamatorie volte a minare il loro sostegno politico e finanziario.
Al-Haq e Al Mezan, altro gruppo palestinese per i diritti umani che ha contribuito a raccogliere prove di crimini di guerra, hanno affrontato negli ultimi due anni una sostenuta campagna di diffamazione.
Tutto questo è venuto sia pubblicamente da funzionari israeliani, sia con campagne diffamatorie, false dichiarazioni rilasciate in loro nome, minacce di morte e altre vessazioni nei confronti del loro personale.
La guerra segreta di Israele sembra colpire anche gli attivisti di solidarietà dei paesi occidentali.
Gettare la maschera
A luglio, i membri di una delegazione interreligiosa in Palestina erano stati esclusi dai voli dallo staff di Lufthansa che agiva su ordini israeliani.
Il rabbino di Jewish Voice for Peace, Alissa Wise, ha dichiarato a The Electronic Intifada che lo staff della compagnia aerea ha letto nomi di attivisti che non erano mai stati annunciati pubblicamente come parte della delegazione e che non avevano i biglietti. Ha detto che questo ha dimostrato che a Lufthansa è stata data una lista di persone ottenuta dalla sorveglianza israeliana sulle comunicazioni fra attivisti.
Mentre la campagna segreta di Israele mira a sopprimere le informazioni negative sulle sue violazioni dei diritti dei palestinesi, la campagna stessa appanna ulteriormente la sua immagine malconcia.
Con le sue misure repressive contro la solidarietà per la Palestina, il co-fondatore del BDS, Omar Barghouti, ha detto che Israele “sta gettando la maschera della democrazia e del liberalismo e sta rivelando il suo vero volto come un regime di occupazione e apartheid”.
“Israele sta destinando centinaia di milioni di dollari, dedicando un intero ministero del governo, usando i suoi servizi di intelligence e mostrando i suoi muscoli politici a tutto il mondo per combattere il movimento”, ha aggiunto Barghouti. “Ma questa è una dura battaglia che Israele non può che perdere.”
traduzione: Simonetta Lambertini – invictapalestina