L’attuale israele è il mostro di Frankenstein

Abbiamo creato una nuova creatura. Siamo la creatura che ha messo da parte Frankenstein, abbattuto il cancello e lasciato il laboratorio per devastare il quartiere

25 gennaio 2018 – Yossi Klein

Yossi Klein

Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu e il leader del Partito Laburista Avi Gabbay hanno ragione. Abbiamo dimenticato come essere ebrei. Siamo prima di tutto israeliani e solo marginalmente ebrei. La nostra israelianità è arrogante, impaziente e violenta, una miscela del fanatismo di MK Bezalel Smotrich e dell’aggressività del ministro della Difesa Avigdor Lieberman.

Il nostro ebraismo non è quello dell’Europa pre-olocausto o della situazione del Nord Africa. Come ebrei abbiamo scritto, studiato e insegnato; come israeliani abbiamo conquistato, espulso e abusato. Sono orgoglioso del giudaismo e mi vergogno di Israele.

Perché siamo così? Questo è ciò che abbiamo imparato dall’Olocausto. La nostra lezione sull’Olocausto è che la crudeltà paga e che il razzismo è premiato. Questa è la lezione del nostro falso ebraismo. Questo non è il giudaismo da cui siamo venuti, né in Occidente né in Oriente. Dopo l’Olocausto, gli ebrei hanno aiutato i neri in Sud Africa e hanno combattuto il razzismo negli Stati Uniti. Qui deportiamo le persone.

L’Olocausto non è responsabile del nostro disimpegno dal liberalismo occidentale. Le guerre contro gli arabi non sono responsabili del nostro disimpegno dalla tolleranza Mizrahi. Ciò che è responsabile di questo disimpegno è il passaggio dai dominati ai dominatori. Il potere ci ha dato alla testa. La sovranità e l’indipendenza hanno salvato il corpo e distrutto lo spirito. La forza ha  sostituito il cervello. Siamo il nuovo ebreo. Dopo 70 anni di pianificazione e costruzione possiamo dire che ci siamo riusciti. Abbiamo creato una nuova creatura. Siamo la creatura che ha messo in disparte Frankenstein, ha abbattuto il cancello ed è uscita dal laboratorio per devastare il quartiere.

Quando distruggi, dimentichi. Abbiamo dimenticato ciò che significa essere ebreo, e non importa come ci siamo assicurati di avere Dio. Il nostro Dio è in ostaggio. Il nostro Dio siede davanti alla telecamera e legge ciò che i sequestratori dettano. Nel suo nome espropriamo terreni e deportiamo rifugiati. Nel suo nome la terra è nostra, per sempre.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu, il ministro delle finanze Moshe Kahlon e il ministro degli Interni Arye Dery durante un incontro di gabinetto a Gerusalemme. Rami Shlush

Questo non è il Dio di Einstein e Freud. È il dio di Shlomo Aviner di Beit El e Arye Dery di Har Nof, che è soggetto alla coalition discipline, che misura le lunghezze delle gonne e chiude i negozi durante lo Shabbat; un Dio che preferisce pagare i fannulloni nelle yeshiva e deportare i migranti che si sostengono e non chiedono favori.
Il giudaismo che tiene ostaggio Dio è più “vicino”: fondi statali in cambio di sostegno agli insediamenti, moratorie  in cambio di ignorare la corruzione. È il giudaismo in affitto al miglior offerente, il giudaismo dei sicari, un ebraismo che porterà alla guerra civile.

Abbiamo dimenticato come essere ebrei, ma ci sono ebrei che lo ricordano.

Siamo gli avvoltoi che si librano sopra di loro, avventandosi su ogni incidente antisemita. L’antisemitismo che là ferisce gli ebrei, ma qui ci serve. Giustifica il nostro ebraismo. Ci costruiamo sopra. Contiamo ogni crimine di odio. Speriamo che l’antisemitismo rivelerà agli ebrei che è passata l’era del vecchio giudaismo, ed è ora di una nuova Torah, quella di Dery. Abbiamo bisogno di ebrei sofferenti. Perché soffrire a Parigi? Vieni a soffrire qui con noi.

Che tipo di ebrei siamo noi? Non abbiamo occhi, mani, sensi, affetti, passioni? Non piangiamo ai film? L’ufficiale di polizia dell’immigrazione non ha un cuore? Il pilota che bombarda Gaza non ha figli? Il grido di un bambino piccolo non trafigge i loro cuori? Certo che lo fa, e ancora  deportiamo, bombardiamo e imprigioniamo. Come possiamo farlo  con un cuore così grande?

Il giudaismo non lo farebbe, ma l’ebraismo israeliano sì. L’israelianità è una religione insulare che ostenta ad essere “un popolo isolato” come un distintivo d’onore. Un ebraismo che combatte l’abbandono dei suoi figli, ma che annulla tutti gli altri. La gente secolare è una seccatura, gli arabi sono scarafaggi drogati e i rifugiati sono un cancro. È più facile calpestare gli altri quando il rifugiato è un cancro e il disabile è uno sfruttatore, l’arabo inferiore e il povero pigro.

Non sono gli ebrei che espellono, opprimono e abusano, sono gli israeliani. L’ebraismo non è da biasimare, lo è l’ebraismo israeliano. Noi siamo gli israeliani, e questo è il nostro ebraismo.

Perché “noi?” Noi non espelliamo o bombardiamo; dimostriamo, protestiamo e scriviamo. Ma questo non cancellerà la nostra coscienza. Cosa diremo ai nostri figli e nipoti, che non era nel nostro nome? Siamo coinvolti.

Finché obbediamo alle leggi non democratiche che sono state approvate democraticamente, siamo complici. Non ci aiuterà voltare le spalle. Agiscono in nostro nome, e come.

Trad. Invictapalestina.org

Fonte – https://www.haaretz.com/opinion/the-new-israeli-is-frankenstein-s-monster-1.5765414

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