Attori, registi e produttori stanno boicottando l’Istanbul Film Festival dopo che si è saputo che il governo israeliano lo ha sponsorizzato.
Tamara Nassar, 13 aprile 2018
“Proprio come il regime di apartheid in Sud Africa, Israele usa questa sponsorizzazione per ripulire con l’arte il suo regime di occupazione militare e apartheid vecchio di decenni,” ha dichiarato la Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (PACBI) in una dichiarazione su Twitter.
Il festival del cinema, che si svolge dal 6 al 17 aprile, proietta anche film israeliani. Oltre al festival del cinema, l’organizzazione israeliana del ministero degli esteri ArtIsrael sponsorizza anche l’Istanbul Music Festival e l’Istanbul Jazz Festival. Tutti i festival sono diretti dalla Fondazione di Istanbul per la cultura e l’arte, un’organizzazione non governativa in Turchia.
BDS Turchia ha esortato la fondazione ad annullare la sponsorizzazione di Israele, ma la fondazione ha mantenuto la sua posizione “nonostante due settimane di attacchi in cui le forze israeliane hanno usato munizioni vere su gazawi pacifici,” ha scritto BDS Turchia in un comunicato.
Boicottatori
I film ‘Wajib’ e ‘The Reports on Sarah e Saleem’ si sono entrambi ritirati dal festival, insieme ai rappresentanti del cast, per protestare contro la sponsorizzazione israeliana.
Annemarie Jacir, Ossama Bawardi, Saleh Bakri, Mohammad Bakri, May Odeh, Muayad Alayan e Adeeb Safadi sono tra gli attori, registi e produttori che boicottano il festival.
Mohammad Bakri, che recita in Wajib, ha annunciato in un post di Facebook che il cast del film boicotterà il festival “finché il governo israeliano ucciderà persone innocenti a Gaza e mentirà a se stesso e al mondo”.
Bakri ha dichiarato che il cast di ‘Wajib’ è disposto a partecipare se il festival annuncia un ritiro completo della sponsorizzazione israeliana.
May Odeh, una regista palestinese che avrebbe dovuto partecipare a un evento del festival, ha scritto in una dichiarazione su Facebook che “non può credere che un festival del genere possa collaborare” con un paese che ha commesso crimini di guerra. Ha aggiunto che il suo boicottaggio è dedicato al suo collega Yaser Murtaja, un giornalista palestinese ucciso a colpi di arma da fuoco il 6 aprile da un cecchino israeliano a Gaza mentre indossava un gilet con la scritta “PRESS”.
Orchestrare apartheid
Intanto 100 artisti, studiosi e 33 organizzazioni di giustizia sociale stanno facendo appello alla Philadelphia Orchestra perché cancelli il suo viaggio di giugno in Israele.
Quanti protestano per il tour dicono che mentre la Philadelphia Orchestra afferma che il viaggio non è “una missione politica”, i funzionari del consolato israeliano a New York hanno confermato che l’esibizione è destinata a segnare 70 anni dalla fondazione di Israele e la “dichiarazione unilaterale di Gerusalemme come capitale”, secondo un comunicato stampa della campagna Philadelphia Don’t Orchestrate Apartheid.
La campagna fa notare che l’orchestra incontrerà la ministra della cultura israeliana Miri Regev, politico israeliano di estrema destra nota per il suo razzismo contro palestinesi e africani.
“Che sia intenzionale o no, il tour dell’orchestra è interamente al servizio della strategia di propaganda del governo israeliano che sfrutta le visite di artisti internazionali” per mascherare i suoi crimini, secondo una rappresentante della campagna Philadelphia Do not Orchestrate Apartheid, Susan Abulhawa.
Traduzione: Simonetta Lambertini – Invictapalestina.org