Copertina – Palestinesi in lutto a Gaza City portano al suo funerale il corpo del ragazzo che, secondo i medici, è stato ucciso in un attacco aereo israeliano il 25 agosto 2014 durante l’aggressione israeliana durata 51 giorni che uccise un abitante su 1.000. Ezz al-Zanoun APA images
Ali Abunimah, aprile 2018
Il sostegno finanziario dell’Unione europea all’industria bellica israeliana è un fatto consolidato. Ma può non essere visibile al cittadino medio – a meno che non si vada a scavare nei database che documentano i milioni convogliati verso compagnie produttrici armi che seminano morte tra i palestinesi.
Ma poiché Israele segna quella che definisce la sua “indipendenza”, diversi stati europei stanno apertamente celebrando le loro alleanze militari con un’entità fondata su pulizia etnica e distruzione della Palestina e che continua ad esistere solo attraverso la brutale occupazione e spoliazione di milioni di palestinesi.
Paesi europei e della NATO, tra cui il governo neo-nazista austriaco, hanno inviato le loro forze aeree per partecipare ad uno spettacolo nei cieli di Tel Aviv giovedì, festa ufficiale di “indipendenza” israeliana secondo il calendario ebraico.
Questo solo a poche miglia dalla costa di Gaza, dove il ronzio dei droni e il rombo dei motori a reazione degli aerei israeliani è stato usato per anni per infondere deliberatamente terrore nei palestinesi – cioè quando gli aerei non sono lì per sganciare bombe come fu durante l’aggressione israeliana del 2014 in cui furono uccise una persona su 1.000 dei due milioni che sono confinate nel territorio sotto assedio.
Tra gli altri paesi che hanno inviato i loro aerei da guerra ci sono Grecia, Polonia, Canada, Italia e Regno Unito.
Le forze aeree occidentali non si limitano a esibirsi in voli a fianco di Israele.
Molte prendono parte alle esercitazioni per prepararsi ad unirsi all’aeronautica israeliana in guerra.
Alcuni governi arabi sembrano anche disposti a intensificare la loro cooperazione con Israele.
Quest’anno, gli Emirati Arabi Uniti hanno partecipato di nuovo alle esercitazioni con l’aviazione israeliana, un segno del continuo riavvicinamento di Israele al blocco dei regimi arabi guidato dai sauditi.
I capi militari degli Emirati vedono gli Stati Uniti come un “fratello maggiore” sia nel loro paese che in Israele.
L’aeronautica degli Emirati Arabi Uniti è stata coinvolta per tre anni nella guerra a guida saudita di Stati Uniti e Regno Unito contro lo Yemen, che ha ucciso migliaia di civili e creato la peggiore crisi umanitaria del mondo.
“Roba divertente”
La potenza aerea occidentale è stata fin dall’inizio un elemento essenziale nella sottomissione dei palestinesi da parte di Israele e delle sue guerre contro altri paesi della regione.
Come Joseph Massad ha scritto per The Electronic Intifada nel 2014, gli aviatori militari americani, britannici e canadesi giocarono un ruolo chiave nella conquista coloniale del sionismo nel 1948 in Palestina.
Nel 1998, Gordon Levett, un capo della squadriglia della Royal Air Force durante la seconda guerra mondiale, sul New York Times si lasciò andare ai ricordi sul suo ruolo di pilota nella nascente aviazione israeliana quando iniziò la sua carriera, caduta nell’oblio, di 70 anni di bombardamenti sulla popolazione della regione.
“E’ stata una roba piuttosto divertente”, disse Levett.
Le esibizioni dell’aeronautica sono solo una parte delle calorose congratulazioni e del sostegno che i governi europei stanno porgendo a Israele per il suo 70° “compleanno”.
Queste espressioni indicano una politica ufficiale di negazione della Nakba: tutti hanno ignorato che la cosiddetta indipendenza di Israele non è stata una liberazione, ma una violenta conquista che non si è mai interrotta o conclusa.
Nakba
“La loro indipendenza è la nostra Nakba”, ha detto giovedì il comitato nazionale BDS palestinese (BNC). “La pulizia etnica di 750.000 palestinesi indigeni su un milione 70 anni fa e l’averli trasformati in profughi per fondare uno stato a maggioranza ebraica in Palestina non è motivo di festeggiamento.”
Il BNC, il comitato direttivo per la campagna globale di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni, sottolinea: “La Nakba non è un crimine del passato, è tuttora in corso. Settanta anni dopo, Israele continua a demolire le case palestinesi, rubare le nostre terre per costruire insediamenti illegali esclusivamente per ebrei israeliani, cacciare i palestinesi fuori da Gerusalemme revocando i nostri diritti di residenza e negare ai profughi palestinesi, come molti dei nostri membri, il nostro diritto riconosciuto a livello internazionale a tornare alle nostre case”.
Il BNC indica il tentativo di Israele di “criminalizzare il nostro lutto”.
Questo è un riferimento alle leggi israeliane che penalizzano la commemorazione della Nakba simili alla legge polacca promossa recentemente dai revisionisti dell’Olocausto per mascherare la complicità polacca nello sterminio nazista degli ebrei del paese.
Ma i palestinesi non saranno messi a tacere.
“Commemoriamo affermando il nostro diritto di tornare a casa e vivere in libertà e dignità”, insiste la BNC. “Migliaia di palestinesi a Gaza continuano a prendere parte alla Grande Marcia del Ritorno davanti alla politica dei militari israeliani di sparare per uccidere o mutilare”.
Per quanto riguarda ciò che le persone in tutto il mondo – specialmente nei paesi “che celebrano” l'”indipendenza” di Israele possono fare – il BNC sollecita mobilitazioni di massa che spingano “governi e istituzioni a vietare ogni commercio e a disinvestire dalle società implicate negli insediamenti illegali di Israele e in altre violazioni dei diritti umani palestinesi”.
Guarda: come l’UE incanala il denaro dei contribuenti verso le società israeliane e le istituzioni accademiche che ricercano e sviluppano sistemi di armamenti usati nei crimini di Israele contro i palestinesi.
“Ci dovrebbe anche essere un embargo militare completo contro Israele, incluso il divieto di collaborare o condividere la ricerca militare con Israele”, afferma il BNC.
La grottesca dimostrazione della complicità occidentale nei cieli di Tel Aviv serve a ricordare che il sistema di apartheid di Israele poggia su pilastri di sostegno globale e quindi la lotta palestinese può avere successo solo se mobilita anche il sostegno popolare in tutto il mondo.
Nel giorno in cui Israele “celebra”, i giovani palestinesi di Gaza usano gli hashtag #GazaUnlocked, #YouthUnderOccupation e #GazaToHeartland per ricordare al mondo che non sono liberi, che rifiutano di essere dimenticati e che stanno lottando per i loro diritti.
L’urgenza è grande. I palestinesi non possono permettersi di aspettare altri 70 anni per la loro liberazione.
Traduzione: Simonetta Lambertini – Invictapalestina.org