Attivisti di Gerusalemme hanno lanciato un hashtag su Twitter – # non abbiamo fame – come rifiuto dei pasti di Ramadan forniti dagli Emirati Arabi Uniti – Copertina – Volontari preparano per il pasto Iftar, fornito come donazione, nella moschea di al-Aqsa nella vecchia città di Gerusalemme, il 17 luglio 2013 [Saeed Qaq / ApaImages]
19 maggio 2018
Attivisti di Gerusalemme hanno lanciato un hashtag su Twitter – # non abbiamo fame – come rifiuto dei pasti di Ramadan forniti dagli Emirati Arabi Uniti per i visitatori della Moschea di Al-Aqsa. Sostengono che lo Stato del Golfo è in accordo con l’occupazione israeliana della Palestina, avendo inviato una squadra di ciclisti per partecipare alla corsa ciclistica internazionale del Giro d’Italia che ha attraversato Gerusalemme occupata nel 70° anniversario della Nakba.
Il Comitato Olimpico Palestinese ha condannato la partecipazione dei corridori degli Emirati Arabi Uniti alla gara. Ha descritto la partecipazione come un precedente di tale gravità da essere un tradimento della grande lotta del popolo palestinese.
Secondo una radio in lingua ebraica in Israele, la normalizzazione delle relazioni tra lo stato di occupazione e gli Emirati Arabi Uniti è tale che il ministro delle comunicazioni Ayoob Kara ha ricevuto un invito ufficiale a visitare gli Emirati. Il ministro israeliano ha aggiunto che si aspetta anche che i funzionari del Golfo visitino presto Israele.
Associated Press e il Washington Post avevano precedentemente riferito che gli ambasciatori degli Emirati Arabi Uniti e del Bahrain, rispettivamente Yousef Al-Otaiba e Abdullah Bin Rashed Al-Khalifa, hanno già incontrato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in un ristorante di Washington.
Anche il Bahrain ha inviato una squadra per partecipare all’evento del Giro d’Italia. In effetti, il governo di Manama ha inviato una delegazione in Israele e condotto visite “provocatorie” a Gerusalemme pochi giorni dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva riconosciuto Gerusalemme come capitale di Israele lo scorso dicembre.
Commentando l’annuncio di Trump, il ministro degli Esteri del Bahrain lo ha definito un problema “laterale”. “Non è utile impegnarsi in una battaglia con gli Stati Uniti su questioni laterali”, aveva twittato. I palestinesi hanno definito la sua dichiarazione “un modello di giudaizzazione culturale che ha infettato le menti dei perversi e dei sionisti”.
Traduzione: Simonetta Lambertini – Invictapalestina.org