L’incontro era previsto per sabato a Gerusalemme. In precedenza c’era stata una manifestazione di protesta davanti ai locali in cui l’Argentina si allena a Barcellona.
Nahuel Lanzillotta 5 giugno 2018
“Messi, non andare!” L’urlo non è stato ascoltato dal numero 10 argentino, che si allena all’interno del complesso sportivo Joan Gamper. C’erano circa 30 manifestanti che si erano dato appuntamento fuori dai locali di Barcellona mentre erano in corso le prove selettive. Tutti militanti della causa palestinese che hanno contestato la decisione dell’Argentina di giocare sabato 9 giugno contro la squadra israeliana a Gerusalemme. Già nella notte a Barcellona, è stata confermata la decisione: la partita è stata sospesa.
I manifestanti se n’erano andati con i poster e le magliette di Messi macchiati di vernice rossa, simbolo di sangue. Come hanno spiegato, non era una minaccia contro Lionel , ma solo un simbolo di ciò che contestano. Hanno chiesto che l’Argentina non giochi contro Israele l’amichevole prevista per questo sabato a Gerusalemme, alle 15,35 nel nostro paese (21,35 in Israele). Secondo il loro punto di vista, con questo atto, la squadra nazionale sarebbe diventata complice dello “sbiancamento dei crimini dell’occupazione israeliana”, come ha detto domenica il presidente della Federcalcio palestinese, Jibril Rajoub. La contestazione ha finito per avere un ruolo chiave nella decisione finale di sospendere la partita.
Cosa è successo? All’improvviso, dai manifestanti arrivò una voce chiara in perfetto castigliano che fu udita amplificata attraverso un megafono. La voce è arrivata dall’esterno dello stadio: “Non lavare l’immagine di Israele! Come ha detto Maradona, la palla si macchia! “
I giocatori non possono non sentire mentre si allenano con Jorge Sampaoli. Si guardano l’un l’altro sorpresi senza fare nessun commento e continuano l’allenamento. Il megafono comincia poi a elencare i nomi dei campioni argentini uno a uno con Messi in testa e lo slogan: “Non andare a giocare questa partita”.
Non era più possibile essere indifferenti a ciò che stava accadendo. Dopo l’allenamento, diversi calciatori volevano approfondire la situazione. A molti non era chiaro ciò che sta accadendo in Medio Oriente.
Al di là delle posizioni politiche, cominciò ad apparire una preoccupazione che non si era ancora avvertita: la sicurezza. Quindi, si è aggiunto un problema tecnico che non era stato preso in considerazione.
Nel pomeriggio, i telefoni hanno iniziato a squillare e alla fine è arrivata la decisione di sospendere il gioco. Poi sono comparsi nuovi passi da parte israeliana: il premier, Benjamin Netanyahu, ha pensato di offrire l’incontro a Haifa, che a differenza di Gerusalemme non è nella zona più calda del conflitto.
L’Argentina sarebbe quindi arrivata a sabato 16 contro l’Islanda senza ulteriori incontri di preparazione. L’ultimo capitolo per ora è stato scritto con il 4-0 del 29 maggio contro Haiti nella Bombonera. Ora, il debutto in Coppa del mondo è il prossimo obiettivo.
Fonte: https://www.clarin.com/deportes/mundial-2018/argentina-israel-suspendido-amistoso-jerusalen_0_ryvceOEgQ.html