Il Regno Unito si è unito agli Stati Uniti nel condannare un presunto pregiudizio anti-israeliano alle Nazioni Unite, impegnandosi a votare contro le questioni sulla Palestina portate dal Consiglio per i diritti umani. Copertina – Il Ministro degli Esteri britannico Boris Johnson [BackBoris2012 Campaign Team / Flickr]
19 giugno 2018
Il ministro degli Esteri Boris Johnson ieri ha esortato il Consiglio a modificare il trattamento riservato a Israele, contestando il punto 7 dell’ordine del giorno che tratta degli abusi israeliani nei territori palestinesi.
“Condividiamo il punto di vista secondo cui il dedicato punto 7 all’ordine del giorno incentrato esclusivamente su Israele e sui territori palestinesi occupati è sproporzionato e dannoso per la causa della pace e, a meno che le cose non cambino, l’anno prossimo voteremo contro tutte le risoluzioni introdotte al punto 7”. ha detto Johnson.
Anche alcuni stati europei e l’Australia hanno criticato in passato il punto 7, ma l’amministrazione Trump ha prospettato la possibilità che gli Stati Uniti si ritirino dal consiglio a meno che non venga eliminato.
La scorsa settimana, diplomatici statunitensi hanno detto ai giornalisti, a condizione di rimanere nell’anonimato, che sembra più una questione di quando, che non di se, accadrà, il ritiro minacciato l’anno scorso dall’ambasciatrice statunitense alle Nazioni Unite Nikki Haley. Con alcuni che credono che potrebbe accadere già in questa settimana.
“Come abbiamo detto più volte, il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite deve essere riformato per garantirne la capacità di realizzare la sua importante missione”, ha detto il Dipartimento di Stato americano venerdì.
Gli Stati Uniti si sono già impegnati a lasciare l’ala culturale delle Nazioni Unite, l’UNESCO, per protestare contro le sue recenti risoluzioni che riconoscono il patrimonio palestinese da loro ritenute “antisemitiche”. Successivamente Israele aveva annunciato che avrebbe seguito l’esempio, avendo già tagliato finanziamenti all’organizzazione in più occasioni, dopo che l’agenzia aveva votato a favore dei palestinesi.
Israele ha anche tentato di cambiare la sua immagine al forum internazionale, con il delegato israeliano Danny Danon che ha ospitato 40 rappresentanti delle Nazioni Unite, un quinto di tutti gli ambasciatori, nel paese per il Giorno dell’Indipendenza in aprile. Portando i delegati in un tour di Gerusalemme Est occupata e degli insediamenti vicino alla barriera di Gaza, Israele spera di cambiare la percezione negativa del paese e raccogliere voti più favorevoli all’ONU presentando la “storia della connessione ebraica” ai luoghi.
Il mese scorso, il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che chiedeva l’istituzione di una missione di osservatori a Gaza in seguito a una condanna unanime dei rappresentanti nazionali dell’uccisione da parte di Israele di manifestanti palestinesi.
Il ministero degli Esteri israeliano ha respinto la decisione, sostenendo in una dichiarazione che la decisione del Consiglio dimostrava ancora una volta che si era di fronte a ” un organismo con una maggioranza automatica ostile a Israele dominata da ipocrisia e assurdità”.
Traduzione: Simonetta Lambertini – Invictapalestina.org