Ma perché questi comuni, insieme ad altri provenienti da tutto il mondo (80 in tutto), hanno fretta di partecipare ai Giochi di quest’anno in Israele e a Gerusalemme?
Giorgos Mourgis, 28 giugno 2018
In Slovenia, all’inizio della seconda guerra mondiale, il dodicenne Metod Klemenc assistette alla morte di entrambi i genitori a causa di un criminale attacco aereo nazista. L’orrore causato dalle atrocità dei nazisti assetati di sangue è stato classificato dalla storia come il più grande crimine contro l’umanità. Klemenc, sopravvissuto a questo orrore, da adulto decise di dedicare la sua vita a far sì che “nessun altro bambino al mondo vivesse la sua stessa tragica esperienza”. Fondò I Giochi Internazionali della Gioventù (International Children’s Games, ICG) che ebbero inizio in Slovenia nel 1968 con partecipanti provenienti da tutta Europa, diventando poco a poco un evento globale, riconosciuto e sostenuto dal Comitato Olimpico Internazionale.
L’idea di Klemenc era basata su ideali puramente atletici, con l’obiettivo di riunire bambini di età compresa tra 12 e 15 anni e di diverse nazionalità, paesi, culture e lingue, e aiutarli a comunicare tra loro, indipendentemente dal colore della pelle o dalla religione. In questo modo dimostrò che la competizione sportiva può unire i bambini al di là delle rivalità e offrì loro un’opportunità per capire che tutte le etnie umane hanno lo stesso potenziale e gli stessi diritti, indipendentemente dalle differenze in prestazioni fisiche o mentali. Tutto questo dietro al messaggio più importante di fratellanza per un mondo pacifico, senza la barbarie della guerra, senza morti innocenti come i suoi genitori e i genitori di milioni di altri bambini.
Questa visione è sicuramente la ragione principale del successo dei Giochi Internazionali della Gioventù cresciuto negli anni. Superando ogni aspettativa hanno avuto luogo in oltre 50 città con più di 50.000 bambini partecipanti provenienti da 800 diversi comuni, aiutando a formare la loro coscienza con il sentimento contro la guerra che pervade i Giochi.
Brutta sorpresa: i Giochi di quest’anno
I Giochi Internazionali della Gioventù di quest’anno si svolgeranno dal 29 luglio al 3 agosto e la sorpresa sta nel paese ospitante, le cui politiche non sono conformi al messaggio e allo spirito dei Giochi.
La municipalità di Gerusalemme organizza i giochi di quest’anno. Le città, tra cui Andorra, Bratislava (Slovacchia), Cleveland (USA), Coventry (Regno Unito), Ginevra (Svizzera), Hamilton (Canada), Udine (Italia), Logrono (Spagna), Patrasso e Sparta (Grecia), sembra che sostengano l’organizzazione come membri dell’assemblea generale dell’ICG. Secondo un articolo, dopo la recente apparizione di Nikos Tzanakos, membro del comitato dei Giochi Internazionali della Gioventù, alla televisione israeliana, “la missione greca è la più numerosa, con 7 comuni che partecipano fino ad oggi” negli ICG di Gerusalemme.
Ma perché questi comuni, insieme ad altri provenienti da tutto il mondo (80 in tutto), hanno fretta di partecipare ai Giochi di quest’anno in Israele e a Gerusalemme, mentre il sangue di innocenti – compresi i bambini – è ancora caldo a pochi chilometri di distanza, sul suolo della sofferente Striscia di Gaza? Che tipo di messaggio contro la guerra gli organizzatori pensano di trasmettere mentre praticamente legittimano e imbiancano le pratiche di assassinio dello Stato di Israele?
Che genere di messaggio di fratellanza trasmettono, quando ignorano la tragedia di 1,7 milioni di palestinesi a Gaza, sotto blocco di terra, aria e mare imposto da Israele da più di 10 anni, un assedio disumano che mira all’eliminazione degli abitanti della Striscia di Gaza?
In che modo promuovono l’ideale di amicizia, quando dimenticano l’omicidio di massa di civili palestinesi, compresi i bambini, che si è svolto a Gaza durante i 45 giorni di manifestazioni di quest’anno fino al Nakba Day? O quando dimenticano l’indignazione causata pochi giorni fa dal video di due cecchini israeliani che festeggiavano i colpi sparati a un manifestante civile palestinese disarmato, dall’altra parte della recinzione?
Come pensano che possa venire esaltato lo spirito atletico, quando dimenticano che nei giorni intercorsi tra il Giorno della Terra (30 marzo) e il Giorno della Nakba (15 maggio), l’esercito israeliano ha commesso omicidi ogni giorno, lasciandosi dietro un’atrocità indescrivibile di 12.000 feriti e 150 morti, compresi bambini coetanei di quelli inviati dai comuni per partecipare ai Giochi? O quando dimenticano che tra gli assassinati ci sono Laila al-Ghandour di 8 mesi e l’eroe disabile della resistenza palestinese, Fadi AbuSalah, che in precedenza aveva perso le gambe durante un’incursione aerea israeliana?
In che modo pensano di difendere i diritti umani, quando Ahed Tamimi, altro simbolo della lotta palestinese, è stata arrestata l’anno scorso quando aveva 16 anni – nella stessa fascia di età dei partecipanti ai Giochi – ed è ancora incarcerata in una prigione israeliana?
Organizzare i Giochi Internazionali della Gioventù di quest’anno a Gerusalemme non potrebbe in alcun modo portare avanti nessuno degli obiettivi e degli ideali concepiti dal fondatore dei Giochi. L’unica funzione che assolvono è dare un’imbiancatura a Israele e alle sue pratiche omicide contro i palestinesi attraverso le pubbliche relazioni. Anche i comuni di tutto il mondo sono complici di questo whitewashing. E la parte peggiore è che questo whitewashing viene commesso usando i bambini che parteciperanno ai Giochi credendo di promuovere un messaggio di pace e fratellanza, a pochi chilometri da dove vengono uccisi bambini.
Il vero messaggio contro la guerra
Le atrocità continue e prolungate nel tempo delle forze militari israeliane occupanti in Palestina e gli attacchi militari con omicidi di massa che hanno come vittime donne, neonati, bambini e uomini disarmati – a meno di non voler considerare le fionde armi letali contro un esercito – sono definite crimini di guerra dal diritto internazionale, ma, purtroppo, la comunità internazionale non ha fatto nulla per fermare l’aggressione israeliana e l’eliminazione dei palestinesi.
Mentre alcuni sostengono, ipocritamente, di dedicarsi alla pace e all’ideale contro la guerra mandando bambini a “legittimare” l’omicidio di innocenti donne, bambini e popolazione civile da parte dello Stato di Israele, altri indicano la via della resistenza e il messaggio reale, boicottando lo Stato di Israele.
Significativa in questo è la reazione di artisti famosi, come il leggendario Roger Waters dei Pink Floyd, che recentemente ha affermato che: “Dove i governi si rifiutano di agire devono farlo le persone, con qualsiasi mezzo pacifico a loro disposizione. Per me questo significa dichiarare un’intenzione di essere solidali, non solo con la gente della Palestina, ma anche con le molte migliaia di israeliani che non sono d’accordo con le politiche del loro governo, aderendo alla campagna di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni contro Israele”, (BDS).
Recentemente si è verificata una reazione simile da parte di giocatori di talento, idoli dei bambini, come gli argentini Lionel Messi e Gonzalo Higuaín, che hanno proposto alla Federcalcio del proprio paese di cancellare la partita amichevole internazionale con la nazionale israeliana a Gerusalemme – una proposta che è stata accettata. Il calciatore palestinese Muhammad Khalil Obeid aveva fatto appello a Messi. Obeid è stato colpito a entrambe le gambe durante le recenti manifestazioni a Gaza contro l’apertura dell’Ambasciata statunitense a Gerusalemme, un evento che ha interrotto bruscamente la sua carriera.
Ma se c’era un solo motivo importante per tenere i Giochi Internazionali della Gioventù nell’area, in modo che i bambini di tutto il mondo potessero sperimentare e trasmettere un vero messaggio contro la guerra e il prezioso ideale di pace, sarebbe stato che gli organizzatori dei Giochi e i comuni si fossero uniti alla “Coppa del Mondo su una gamba sola”, che si svolge in questi giorni a 750 metri dal filo spinato tra Israele e Gaza. Lì, 14 giocatori, amputati a causa del recente fuoco israeliano durante le dimostrazioni settimanali che hanno seguito il 30 marzo o durante le tre guerre su Gaza nell’ultimo decennio, hanno giocato una partita accanto alle tende della “Grande Marcia del Ritorno”.
Bambini e sport come finti scudi contro la guerra
Il 56% della popolazione della Striscia di Gaza sono bambini che vivono sotto un estenuante blocco che limita il loro accesso all’acqua, alle forniture mediche, all’istruzione e a una vita pacifica. Questa situazione inimmaginabile non è lontana dal luogo dove si prevede che i Giochi si svolgeranno a Gerusalemme. Nel quartiere di Silwan a Gerusalemme Est, a poche decine di chilometri dal filo spinato e a pochi minuti dallo stadio in cui si svolgeranno i Giochi, i bambini vengono rapiti dalle loro case, in violazione del diritto internazionale, e sono sottoposti a interrogatori senza la possibilità di contattare i loro genitori o avvocati. Davvero, i comuni possono partecipare ai Giochi di quest’anno, fianco a fianco con la pulizia etnica e gli omicidi di palestinesi innocenti?
Fino a quando il blocco contro 1,7 milione persone a Gaza non verrà revocato, finché la terra palestinese non sarà restituita ai legittimi proprietari, fino a quando non saranno restituite le loro vite a milioni di profughi e non avranno la possibilità di un futuro di pace, fino a quando le operazioni militari assassine non cesseranno, finché l’apartheid israeliano non ci sarà più, boicottare Israele è una necessità.
La natura contro la guerra dei Giochi Internazionali della Gioventù non giustifica che bambini – che ovviamente non conoscono gli ultimi assassinii dell’esercito israeliano a Gaza – convivano a Gerusalemme con l’atrocità di un insensato bagno di sangue. La protesta internazionale – di volta in volta – contro la partecipazione a vari eventi culturali o sportivi organizzati in Israele potrebbe essere il mezzo definitivo per cancellarli. Una dedizione duratura ai diritti umani, ai valori democratici, alla pace e a un autentico messaggio contro la guerra potrebbe essere la ragione più importante per annullare la partecipazione e respingere qualsiasi interpretazione errata delle intenzioni dei comuni che inizialmente hanno scelto di partecipare. I recenti tragici eventi, con morti innocenti a Gaza e le sanguinose atrocità contro il popolo palestinese sono una scelta di strategia da parte dello Stato di Israele, che continua ad assassinare. E la storia non è imbiancata, anche se alcuni stanno tentando di usare i bambini del mondo e gli sport come un falso scudo contro la guerra, chiudendo ostentatamente gli occhi davanti ai bambini assassinati della Palestina.
Traduzione: Simonetta Lambertini – Invictapalestina.org