COME SI DISTRUGGONO LE UNIVERSITA’ PALESTINESI – di Daphna Golan

 Mentre gli studenti israeliani stanno affrontando gli esami finali, gli studenti palestinesi nei territori occupati non sanno se le loro istituzioni si apriranno per il prossimo anno accademico o se i loro docenti continueranno a insegnare, dato che decine di docenti con cittadinanza europea e americana sono stati espulsi.

Sintesi personale

Circa la metà dei docenti stranieri delle università palestinesi ha iniziato a ricevere lettere lo scorso novembre, dove veniva riportato che le loro richieste di estendere il visto di residenza erano state rifiutate perché “vivevano nella zona da più di cinque anni”. Inoltre ai coniugi stranieri di questi docenti viene chiesto di firmare dichiarazioni dove si impegnano a non  lavorare. Per assicurare che mantengano questa promessa viene loro chiesto di pagare tra 20.000 shekel e 80.000 shekel (circa $ 5.500 a $ 22.000), somma che non verrà restituita se si scopre che hanno lavorato nonostante il divieto.

Non stiamo parlando delle università di Gaza, dove sia i docenti che gli studenti sono sotto assedio e non possono andarsene affatto e non possono entrare docenti stranieri, ma università in Cisgiordania.

Quest’anno, alla Hebrew University di Gerusalemme ho avuto il privilegio di insegnare sia a studenti israeliani e palestinesi, sia a studenti provenienti da Perù, Kenya, Cipro, Canada e Grecia. Durante l’anno accademico, come ogni anno, sono state organizzate conferenze internazionali  alle quali partecipavano ricercatori stranieri. Al contrario dozzine di studenti e docenti stranieri che vogliono studiare o insegnare nelle università palestinesi vengono arrestati alla frontiera e espulsi. 

Laura Wick e suo marito, il prof. Roger Hickok, sono tra coloro che sono stati costretti a lasciare, dopo 35 anni di insegnamento, l’Università di Birzeit perché i loro visti non sono stati rinnovati. Wick è specializzata nella ricerca medica pediatrica e Hickok è un professore di storia europea, uno dei fondatori dell’Istituto di studi internazionali dell’università.

In una lettera pubblica che circolava su reti accademiche internazionali, Hickok denuncia che lui e sua moglie sono diventati residenti “illegali”. È successo quando sono tornati da una visita a casa negli Stati Uniti. All’aeroporto di Ben-Gurion hanno ricevuto un visto turistico per due settimane e avrebbero dovuto chiedere alle autorità militari di estenderlo. La descrizione dei loro sforzi kafkiani di entrare nel campo militare di Beit El per occuparsi dei loro visti e delle telefonate e fax che non hanno ricevuto risposta per mesi è triste e deprimente.

La presenza di ricercatori internazionali per lunghi periodi è un criterio internazionale per classificare le istituzioni di istruzione superiore. Senza una tale presenza l’università soffre di quella che viene definita “ghettizzazione della conoscenza”. Inoltre, un numero significativo di docenti espulsi sono palestinesi che hanno studiato negli Stati Uniti e in Europa; alcuni sono nati nei territori occupati e sono andati a studiare all’estero.

Mentre Israele fa grandi sforzi e investe milioni per riportare accademici israeliani che insegnano all’estero, rende la vita difficile ai  docenti palestinesi che hanno studiato e insegnato all’estero, permettendo loro di insegnare nelle università palestinesi per cinque anni al massimo. L’espulsione dei docenti palestinesi impedisce loro di sviluppare una carriera accademica nei territori,  ciò porterà solo alla lenta distruzione delle università palestinesi.

Alla Birzeit University tutti gli studenti sono tenuti a studiare filosofia e storia europea. Fu anche la prima università del Medio Oriente a stabilire un programma di studi per donne. Tuttavia gli studenti e le studentesse – le donne rappresentano più della metà del corpo studentesco – non hanno quasi nessuna possibilità di studiare all’estero e i docenti che insegnano storia inglese, europea o americana,  letteratura straniera, vengono espulsi.

Durante la prima intifada l’esercito israeliano ha chiuso le università per anni e ha chiuso scuole e asili per molti mesi, creando la cosiddetta “generazione perduta”. Questa è la generazione la cui istruzione ha subito una grave battuta d’arresto.

Israele vuole creare generazioni perse di palestinesi che non otterranno un’istruzione superiore e non saranno esposti a idee e a conoscenze straniere? La distruzione dell’istruzione superiore nei territori avvantaggia Israele? La violenza burocratica di Israele porterà a restrizioni simili  agli studenti e agli accademici israeliani?

 

 

Fonte: https://frammentivocalimo.blogspot.com/2018/07/daphna-golan-come-ssi-distruggono-le.html

Pubblicato 26 luglio: https://www.haaretz.com/opinion/.premium-israel-is-destroying-palestinian-universities-1.6315086

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