Per sette decenni, gli appartenenti alla sinistra sionista sono stati riluttanti ad affrontare la storia della discriminazione israeliana contro la sua minoranza palestinese. Con la legge dello Stato Nazione Ebraica, non hanno scelta – ed è ciò che fa veramente male.
By Meron Rapoport 2 agosto 2018
Foto di copertina : Attivisti per la pace palestinesi e israeliani marciano nel centro di Gerusalemme il 17 ottobre 2015. (Hadas Parush / Flash90)
È difficile, se non impossibile, trovare dei Palestinesi che sostengano la nuova legge Stato Nazione Ebraica. È altrettanto impossibile trovare Palestinesi che siano rimasti sorpresi dalla legge dato che,in verità, riafferma ciò che già sapevano, e cioè che lo stato di Israele è lo stato degli Ebrei, e che gli Arabi che vivono qui sono, nel migliore dei casi, cittadini di seconda classe.
Tra gli Ebrei israeliani la risposta è stata, beh, diversa. Secondo un sondaggio pubblicato da Walla! Notizie, la maggioranza degli Ebrei israeliani sostiene la legge. Francamente, sarebbe sorprendente se il sondaggio avesse avuto un esito diverso. Dopo tutto, la legge ripete solo ciò che ogni studente, nel sistema d’istruzione israeliano, impara dal primo giorno: Israele è uno “Stato Ebraico” e l’occupazione ebraica della terra è un atto quasi sacro. Perché qualcuno dovrebbe pensarla diversamente?
Forse è per questo che sorprende come la stragrande maggioranza degli elettori di Labor e di Meretz (di sinistra ma sempre sionisti) si oppongano alla legge, e che le opinioni siano divise (con una leggera maggioranza a favore della legge) anche in partiti centristi come Yesh Atid e Kulanu.
La risposta emotiva di gran parte della sinistra ebraica non è così ovvia. MK Michal Rozin (Meretz), ad esempio, ha scritto sulla sua pagina Facebook che una “bandiera nera” sventola sulla Legge dello Stato Nazione Ebraica, in quanto costituisce un “voto di sfiducia verso la Dichiarazione di Indipendenza sulla quale lo Stato di Israele è stato fondato ed è basato “.
Le migliaia di Ebrei israeliani che hanno affollato lunedì la piazza Habima di Tel Aviv per la “più grande lezione di arabo del mondo” erano lì per esprimere quanto moralmente riprovevole giudicassero la legge che toglie all’arabo il suo status di una delle lingue ufficiali di Israele.
Tuttavia la dimostrazione più chiara dell’avversione della sinistra è venuta dal famoso professore della Hebrew University Law Mordechai Kremnitzer, che parlando con l’ex membro della Knesset e giornalista Yinon Maga nel corso del suo programma radiofonico, ha dichiarato:”Questa è una legge umiliante, scioccante e stupida alla quale ogni persona che abbia una coscienza deve opporsi “, e con voce spezzata, ” Mi vergogno che sia questo il modo in cui definiscono il mio Paese “.
Anche i leader palestinesi erano furiosi per la legge, ma nessuno di loro è quasi scoppiato in lacrime. Forse perché nessuno di loro ha mai avuto aspettative. Forse perché nessuno di loro ha mai considerato Israele come “il proprio Paese”.
Non è difficile guardare alle risposte di Rozin e di Kremnitzer con un minimo di cinismo. Lo stesso Israele che prometteva di “essere devoto allo sviluppo della terra a beneficio di tutti i suoi abitanti” è stato costruito sulle rovine del popolo palestinese, metà del quale fuggì o fu espulso nel 1948 e al quale fu proibito di tornare. Dopo la guerra, Israele ha costruito centinaia di comunità esclusivamente ebraiche su terreni appartenenti a quei Palestinesi. E questo senza menzionare gli insediamenti ebraici in Cisgiordania e Gaza.
C’è una sostanziale differenza tra la vaghezza della Dichiarazione di Indipendenza e le pratiche discriminatorie degli ultimi 70 anni da un lato, e la Legge dello Stato Nazione Ebraica dall’altro. Quest’ultima codifica che solo una nazione ha il diritto di autodeterminarsi, che una lingua è superiore alle altre e che l’insediamento ebraico ha la precedenza su qualsiasi altro.
Ma sarebbe un errore affermare che quei sionisti di sinistra che ora si oppongono alla Legge dello Stato Nazione Ebraica stiano chiudendo gli occhi sulle ingiustizie del passato. Kremnitzer e gli altri sono ben consapevoli dei lati problematici della storia del sionismo: ideologie, leader e gruppi che non hanno mai realmente creduto in uguali diritti per i Palestinesi che vivono in questa terra.
L’affermazione di Benjamin Netanyahu che David Ben-Gurion, il primo Primo Ministro israeliano, avrebbe sostenuto la legge, ignora il fatto che sono passati 70 anni da quando Ben-Gurion sovrintese la nascita di Israele. Gli Arabi non sono gli stessi Arabi, e gli Ebrei non sono gli stessi Ebrei.
“Lo Stato di Israele è la realizzazione di un sogno più che giustificato”, ha detto Kremnitzer nella sua intervista radiofonica, ma non si può accettare che Israele discrimini i non Ebrei in nome di quello “Stato Ebraico”. Non è il solo. Credo che molti Israeliani di centrosinistra, che si definiscano o meno sionisti attivi, la pensino allo stesso modo.
Dal loro punto di vista, Israele è in realtà “lo Stato Israeliano”, in contrasto con lo Stato Ebraico, il che significa che appartiene a tutti i suoi cittadini – Ebrei e Arabi allo stesso modo. Possono essere riluttanti a guardarsi indietro e ammettere le varie forme di discriminazione sistemica che Israele ha messo in atto contro la minoranza palestinese nel corso di settant’anni, ma questo è il passato, e loro vogliono guardare al futuro.
L’avversione morale di coloro che oggi appartengono alla sinistra sionista è il risultato dell’abbandono dell’ideologia dei loro genitori e dei loro nonni. Anche se continuano a vedere Israele come uno Stato Ebraico, o per lo meno come la Casa Nazionale Ebraica, essi vedono Israele innanzitutto come uno Stato democratico. La legge dello Stato Nazioni Ebraica è un attacco diretto a quella loro visione e, in un certo senso, al modo in cui essi stessi si vedono. Alcuni dicono che è un’illusione. Ma anche se lo fosse, è un’illusione molto spiacevole da cui essere svegliati.
Trad: Grazia Parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” Invictapalestina.org
FONTE:https://972mag.com/why-the-israeli-left-cant-reconcile-with-the-most-zionist-law/137025/