I palestinesi sollecitano gli artisti partecipanti a ritirarsi dal festival come contributo significativo alla nostra lotta per la libertà, la giustizia e l’uguaglianza.
3 agosto 2018 / Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (PACBI)
Noi, organizzazioni culturali palestinesi, municipalità e campagne per i diritti umani, chiediamo il boicottaggio del Meteor Festival in Israele in programma dal 6 all’8 settembre 2018. Invitiamo tutti gli artisti partecipanti a rispettare la resistenza nonviolenta dei palestinesi e a ritirarsi da questo festival complice, come contributo significativo alla nostra lotta per la libertà, la giustizia e l’uguaglianza.
Naranja, organizzatori israeliani del Meteor Festival, portano artisti internazionali in Israele che saranno poi utili come futuri ambasciatori del paese. Nel 2009, pochi mesi dopo l’uccisione di oltre 1.400 palestinesi a Gaza attuata da Israele, Naranja lavorò per “migliorare l’immagine di Israele in Scandinavia”. Naranja dice che vogliono che Meteor Festival crei una “realtà alternativa”. Da 70 anni la realtà per i palestinesi è un regime di occupazione, colonizzazione e apartheid.
Proprio la scorsa settimana Israele si è concretamente dichiarato uno stato di apartheid adottando la “Legge dello Stato-Nazione ebraica”, che nega costituzionalmente ai cittadini palestinesi pari diritti e legalizza la loro esclusione.
Il Meteor Festival consiglia sistemazioni in insediamenti israeliani illegali costruiti in violazione del diritto internazionale nelle alture del Golan siriano occupate. Le colonie illegali israeliane in espansione rubano la terra e le risorse di milioni di palestinesi che vivono sotto occupazione militare. I bulldozer israeliani demoliscono case e villaggi palestinesi, lasciando famiglie e intere comunità nella condizione di rifugiati senzatetto nella nostra propria terra.
Dal 2004 artisti palestinesi e organizzazioni culturali esortano i loro colleghi internazionali a non esibirsi in Israele finché continuerà a violare impunemente i diritti umani palestinesi. Artisti hanno avuto un ruolo importante nell’isolare l’apartheid in Sudafrica, rifiutandosi di suonare a Sun City. Oggi migliaia di artisti in tutto il mondo sostengono l’appello palestinese al boicottaggio o hanno rispettato la nostra linea nonviolenta, tra cui Lorde, Lauryn Hill, Thurston Moore, Shakira, Wolf Alice, Chuck D, Portishead, Brian Eno e Young Fathers.
Il governo israeliano usa le esibizioni internazionali come marchio di approvazione per il suo regime di oppressione e pulizia etnica e per i suoi violenti attacchi alla vita e alla cultura palestinesi. Esibirsi in un festival musicale internazionale in Israele lancia il messaggio che le azioni di Israele dopo tutto non sono poi così male. Come ha osservato il Washington Post all’inizio di quest’anno: “D’ora in poi, se già non fosse il caso, la semplice programmazione di una data di concerto in Israele sarà considerata un atto politico”.
Israele da oltre 10 anni confina due milioni di palestinesi a Gaza sotto un crudele assedio. L’ONU ha dichiarato la Striscia di Gaza come “invivibile”. Quando a marzo decine di migliaia di palestinesi a Gaza hanno protestato pacificamente per i loro diritti stabiliti dalle Nazioni Unite, i cecchini israeliani hanno messo in atto uno “sparare per uccidere o mutilare” e ucciso oltre 140 palestinesi e ferito oltre 16.000, procurando a molti ferite che cambiano la vita. Amnesty International e Human Rights Watch sono tra le organizzazioni per i diritti che hanno condannato il massacro di Israele a Gaza.
Nell’area circostante il festival si trovano le rovine di decine di municipalità, città e villaggi palestinesi distrutti con violenza durante la fondazione di Israele fatta sulle macerie della Palestina. Più di 500 centri abitati palestinesi furono sistematicamente distrutti in questo modo durante la Nakba (“catastrofe”). A molte comunità palestinesi all’interno di Israele sono negati servizi di base, tra cui elettricità, acqua, scuole e strade e subiscono un sistema di discriminazione razziale radicato in oltre 60 leggi razziste.
Contro questa oppressione e spoliazione, come tutti i popoli oppressi, resistiamo. Una parte importante della nostra resistenza si fa con cultura, musica, poesia, letteratura, cinema, danza e teatro. La risposta di Israele è di detenere e arrestare artisti palestinesi ai posti di blocco, fare incursioni nei festival, chiudere cinema palestinesi e proibire eventi culturali palestinesi.
Chiediamo agli artisti che hanno in programma di esibirsi al Meteor: semplicemente non recate un danno, rispettate la linea nonviolenta dei palestinesi e non prestate il vostro nome all’art-washing dei crimini di Israele contro i palestinesi. Sostenete la libertà, la giustizia e l’uguaglianza. Annullate la vostra partecipazione al Meteor Festival.
Firmato:
Palestinian Campaign for the Academic & Cultural Boycott of Israel (PACBI)
Ramallah Municipality
Sareyyet Ramallah
Yabous Cultural Centre
Palestinian Performing Arts Network
The Palestinian National Theatre/ Al- Hakawati
Alrowwad Cultural and Arts Society
Society Community Development- KHOTWA
Baladi Center For Culture and Arts
Khalil Sakakini Cultural Center
Jerusalem Arts Network “SHAFAQ”. The network includes:Al-Ma’mal Foundation for Contemporary Art
The Edward Said National Conservatory of Music
Palestinian Art Court-Al Hoash
Palestinian National Theatre
Yabous Cultural Center
Palestinian Performing Arts Network (PPAN). The network includes:Freedom Theater
Theatre Day Productions
Al Harah Theater
Ashtar Theater
Yes Theatre
Edward Said National Conservatory of Music
Al-Kamandjati Association
Magnificat Institute
Popular Art Centre
El Funoun Palestinian Popular Dance Troupe
Palestinian Circus School
Nawa for Culture and Arts Association
Ohoud Association for Culture and Development
Naqsh Popular Art Center
Oushaq Art Centre
Asayel Dance Troupe
Ibda’a Cultural Center
Ayyam Al Masrah
Traduzione: Simonetta Lambertini – Invictapalestina.org
Fonte: https://bdsmovement.net/meteor