Perché oggi non si levano voci per denunciare i metodi altamente fascisti di Israele contro i Palestinesi?
Guillermo Saavedra, 31 agosto 2018
Quando i nazisti derubarono il popolo ebraico, confiscarono tutte le loro proprietà e ricchezze. Appropriazione ed espropriazione di opere d’arte, conti bancari, abbigliamento … Prigione, tortura, persecuzione.
Il saccheggio dei nazisti non ebbe limiti.
Perché oggi non si levano voci per denunciare i metodi altamente fascisti di Israele contro i Palestinesi?
Questa può essere allo stesso tempo una domanda filosofica e un grido d’angoscia. La prima è una richiesta di chiarezza ed esige una risposta intellettuale. Ma se le parole sono un’espressione di angoscia, qualsiasi spiegazione razionale non solo sarebbe irrilevante,, ma anche assolutamente insensibile. Un’espressione di dolore richiede empatia e non risposte; silenzio, non parole
Nota del grande filosofo Darío Sztajnszrajber – Sztajnszrajber fa una fantastica descrizione della sensazione di angoscia. Ma che si fa dopo aver compreso questo sentimento?
L’Ufficio Centrale di Statistiche Palestinese ha rivelato che nel 2017 Israele si è appropriato di 2.100 dunam di terra palestinese (un dunam equivale a 1.000 metri quadrati) in diverse parti della Cisgiordania occupata, inclusa Gerusalemme.
Secondo un rapporto pubblicato alla vigilia della Giornata della Terra, che ha avuto luogo il 30 Marzo 2018 nei Territori Occupati, le terre sono state espropriate principalmente per stabilirvi controlli militari israeliani, punti di osservazione vicino a insediamenti ebraici o per annetterle a insediamenti ebraici,
Secondo l’Ufficio Centrale di Statistica, Israele controlla attualmente più del 90% della superficie della Valle del Giordano, il che rappresenta il 29% della superficie totale della Cisgiordania. Rileva inoltre che alla fine del 2016 il numero di insediamenti, enclave selvagge e basi militari israeliane in Cisgiordania hanno raggiunto il numero di 425, incluse 150 colonie e 107 enclave selvagge. Il rapporto stima che ci siano 636.000 coloni in Cisgiordania, inclusa Gerusalemme, il che significa che ci sono 21,4 coloni per 100 palestinesi.
Nel 2017, Israele ha demolito 433 edifici palestinesi nei Territori Occupati, il 46% dei quali a Gerusalemme.
Il 21 novembre 2016 il relatore delle Nazioni Unite per i Territori Occupati, Michael Lynk, accusò il Parlamento israeliano di voler “rubare” la proprietà privata dei Palestinesi con l’approvazione di una legge che legalizzava gli insediamenti ebraici nei Territori.
Il 16 novembre 2017 erano stati legalizzati più di 100 insediamenti ebraici temporanei stabiliti illegalmente su terra palestinese privata in Cisgiordania, nonostante gli ordini contrari della Corte Suprema israeliana.
Ciò era stato possibile grazie alla nuova legge dello Stato di Israele che legalizzava l’appropriazione delle terre private palestinesi e la loro regolarizzazione, destinandole all’uso dei coloni ebrei. Argomentazione vietata dal diritto internazionale.
Michael Lynk denunciò che questi insediamenti minano il diritto all’autodeterminazione dei Palestinesi, violando il loro diritto di proprietà, di libertà di movimento e di sviluppo. Così come lo Stato di Israele continua a confinare i Palestinesi in porzioni di terra sempre più piccole e non contigue tra di loro .
Ma la comunità internazionale ha paura di sfidare il governo israeliano. Sebbene l’annessione dei Territori Occupati costituisca una profonda violazione del diritto internazionale. I Palestinesi dal canto loro sono molto pacifici di fronte alla rapina organizzata.
Se Israele continua con le annessioni, la comunità internazionale dovrebbe essere pronta non solo a condannare queste azioni, ma anche ad adottare misure appropriate per porre rimedio a queste violazioni.
La Storia ha dimostrato che il solo responsabile della situazione in Palestina è il “Sionismo”.
Il pantheon dei personaggi biblici e coranici in Palestina nasce da credenze e tradizioni del folclore nativo locale. Sono i Palestinesi musulmani che l’hanno creato e conservato come valore sacro della Palestina.
I luoghi sacri della Palestina situati nel sottosuolo e dedicati alla memoria dei profeti e dei santi della tradizione ebraica, cristiana e islamica, sono stati conservati dalla popolazione araba palestinese locale come santuari per il pellegrinaggio che a sua volta generava atti di culto religioso e popolare nei villaggi ove sono ubicati..
Dal 1948, sin dall’inizio della politica di pulizia etnica, della distruzione dei villaggi e dell’espulsione dei loro abitanti, tutti questi siti sono stati sottratti al popolo palestinese. Ci sono casi specifici che stupiscono per come il Sionismo, attraverso lo stato di Israele, si sia appropriato del culto di quelli che mai aveva considerato come luoghi di pellegrinaggio e devozione di sacri personaggi delle religioni abramitiche.
Storia di alcuni Regni europei, in cui gli Ebrei sono stati privati dei loro beni, delle loro ricchezze ed espulsi: Regno di Francia, anno 1182, espulsione e confisca dei beni ordinati dal re Filippo Augusto; Regno d’Inghilterra, anno 1290, ordinata dal re Edoardo I, l’espulsione degli Ebrei fu la prima grande espulsione del Medioevo; Spagna dei re cattolici di Castiglia e Aragona, confisca di beni ed espulsione degli Ebrei nel 1492.
In Francia, paese dei Lumi, il governo di Vichy consegnò ai nazisti 75.000 Ebrei perché fossero uccisi nelle camere a gas.
Oggi i Palestinesi hanno tutto il diritto di difendere il loro territorio e non possono essere considerati dei “terroristi”, parola molto di moda all’interno di una comunità internazionale guidata dagli Stati Uniti.
Traduzione: Simonetta lambertini – Invictapalestina.org