Le detenute palestinesi protestano da 34 giorni contro le telecamere di sorveglianza.

NewsWomen Prisoners – 9 Ottobre 2018

Le donne palestinesi detenute nella prigione di HaSharon hanno lanciato una serie di proteste contro la loro condizione di isolamento.

Per 34 giorni sono rimaste nelle loro celle, rifiutandosi di andare nel cortile della prigione per la ricreazione poiché all’inizio di settembre vi sono state installate telecamere di sorveglianza come ritorsione per i precedenti miglioramenti ottenuti dai detenuti all’interno delle prigioni israeliane. Le telecamere sono state installate anche nei corridoi che conducono agli spazi dove le donne lavano, cucinano e pregano. I detenuti di altre prigioni hanno aderito alla protesta in solidarietà con le donne.

Le donne detenute hanno  iniziato la protesta il 5 settembre contro le telecamere di sorveglianza e altre tattiche repressive dell’amministrazione penitenziaria. Si sono rifiutate di  uscire  nel cortile fino alla loro completa rimozione e hanno rifiutato  la proposta  di oscurarle per due ore al giorno. Hanno  sottolineato che le telecamere violano la loro privacy e la loro libertà personale e che la loro presenza nega alle donne l’accesso all’aria, al sole e all’esercizio fisico. Inoltre, il cortile comprende non solo l’area ricreativa, ma anche la cucina, la mensa e la lavanderia.

Le madri delle giovani detenute Shorouq Dwayyat e Malak Salman hanno detto che le loro figlie soffrono di cattive condizioni di salute all’interno di HaSharon e che non hanno lasciato la loro cella per 33 giorni. Oltre ad essere impossibilitate ad accedere alla mensa, le detenute hanno anche subito continue sospensioni  di elettricità. Altre madri  di prigioniere sono state gravemente traumatizzate  nel vedere le condizioni delle figlie all’interno della prigione.

Diversi anni fa le telecamere erano state rimosse dopo una  protesta delle donne prigioniere, ma sono state reinstallate all’inizio di settembre scatenando la reazione delle  detenute. Trentaquattro delle cinquantaquattro  donne detenute sono nella prigione di HaSharon; altre nella prigione di Damon. In entrambi i casi, il trasporto dalla prigione ai tribunali militari e viceversa  è particolarmente duro, richiedendo viaggi fino a 12 ore in condizioni difficili e scomode nella cosiddetta “bosta”. Inoltre, l’amministrazione della prigione ha minacciato di trasferire tutte le  detenute se non cesseranno la protesta.

I  detenuti nel carcere di Ramon affiliati al Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, alla Jihad islamica e ad Hamas si sono rifiutati di  uscire per la ricreazione a sostegno delle detenute di HaSharon. Dopo  questa azione di solidarietà, l’amministrazione carceraria  ha ordinato la chiusura di  tutte le sezioni. I prigionieri di Ramon stanno anche lottando contro l’intensificarsi della repressione, specialmente dopo la nomina di un nuovo direttore che ha lanciato minacce di escalation contro la leadership del movimento dei prigionieri. Questo direttore si è anche impegnato a “ripristinare le condizioni della prigione  com’erano prima 2008”, intendendo  con ciò l’annullamento di importanti risultati della lotta dei prigionieri.

 

TRAD: Grazia Parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” Invictapalestina.org

Fonte: https://samidoun.net/2018/10/palestinian-women-prisoners-protest-surveillance-cameras-for-34-days/

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